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Sport invernali: Italia per proseguire il trend positivo. Tutte le speranze di podio nella stagione 2015/2016

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Dopo lo scialbo risultato delle Olimpiadi di Sochi 2014 (zero ori come non accadeva da Lake Placid 1980 e mesto 22° posto nel medagliere finale), l’Italia degli sport invernali è ripartita con nuove ambizioni. Nella passata stagione sono arrivati ben 76 podi complessivi (21 vittorie) nelle competizioni principali del panorama internazionale e 12 medaglie ai Mondiali in specialità olimpiche (sarebbero state 13 se, successivamente, dal programma a cinque cerchi non fosse stato escluso il PSL di snowboard, dove Roland Fischnaller ha vinto il titolo iridato).
La parola d’ordine è proseguire su questo trend e consolidare alcuni settori nel triennio che ci separa da Pyeongchang 2018. Vediamo nello specifico quali saranno le ambizioni dell’Italia degli sport di neve e ghiaccio nella stagione 2015/2016 ormai alle porte.

Sci alpino maschile: la squadra dei velocisti resta una garanzia. Dominik Paris rappresenta la nostra punta di diamante per provare a lottare per una ‘coppetta’ di specialità in discesa e superG. Non sarà affatto semplice: la concorrenza scandinava di Kjetil Jansrud ed Aksel Lund Svindal, solo per citare gli avversari più pericolosi, fa paura. Il 26enne altoatesino dovrà provare a mantenere una buona condizione per tutto l’anno, al contrario della passata stagione, nella quale il suo rendimento calò bruscamente a fine gennaio dopo l’appuntamento di Kitzbuehel (dove vinse in superG e fu secondo in discesa). Per la prima volta dopo molti anni, inoltre, Christof Innerhofer ha svolto una preparazione estiva senza grossi intoppi fisici. Si è allenato bene e, se supportato dalla salute, su alcune piste sarà uno dei favoriti. Puntano a qualche piazzamento di spessore anche i veterani Peter Fill e Werner Heel, piuttosto in ombra lo scorso inverno. Chissà che Silvano Varettoni non possa coronare il sogno del primo podio in carriera dopo averlo già sfiorato nella discesa di Garmisch a fine febbraio. Altro atleta in cerca di riscatto è Matteo Marsaglia, potenziale mina vagante in superG. Tra i giovani si spera sempre nell’esplosione di Mattia Casse, per ora un grande talento inespresso. Da seguire anche Henri Battilani, Emanuele Buzzi e Matteo De Vettori. Su di loro andrà costruita l’Italjet del futuro. Intanto già raccogliere qualche punticino sarebbe un’ottima base di partenza.
Passando alle discipline tecniche, Stefano Gross ed il ritrovato Giuliano Razzoli costituiscono dei solidi appigli in slalom (senza dimenticare l’eterno Patrick Thaler), dove il Bel Paese ha comunque disperato bisogno di nomi nuovi. Finora non sono riusciti a decollare gli attesi Giordano Ronci e Riccardo Tonetti, mentre Fabian Bacher e Tommaso Sala dovranno prima consolidarsi in Coppa Europa. Diversa la situazione in gigante: forse mancano le punte alla Gross o Razzoli, ma il gruppo appare molto più corposo e futuribile. Roberto Nani ha ormai raggiunto un livello a ridosso dei migliori al mondo e l’obiettivo podio potrebbe presto materializzarsi. Il 26enne valtellinese, inoltre, vorrebbe puntare molto anche sullo slalom, disciplina dove in passato è rimasto vittima di qualche uscita di troppo. Meriterebbe un acuto anche Florian Eisath, giunto all’apice della carriera a 30 anni. Luca De Aliprandini ed Alex Zingerle sono dei talenti su cui puntare, anche se entrambi al rientro dopo un’intera stagione trascorsa ai box per infortunio. Anche Giovanni Borsotti necessita solo della necessaria continuità di rendimento per ambire al salto di qualità. Attenzione poi a Simon Maurberger, forse il giovane più interessante ed abile sia in gigante sia in slalom.

Sci alpino femminile: l’Italia si giocherà le fiches migliori in gigante. Possono ambire al podio con costanza Federica Brignone e Nadia Fanchini, ma la squadra appare complessivamente molto competitiva con Francesca Marsaglia, Irene ed Elena Curtoni, Manuela Moelgg e l’astro nascente Marta Bassino. Quest’ultima ha le qualità per essere avviata gradualmente alla polivalenza, ma prima dovrà stabilizzare i propri risultati tra le porte larghe. Chi invece punterà con decisione a più discipline è Federica Brignone. Durante l’estate ha lavorato molto in superG e potrebbe stupire in una specialità che ha sempre amato.
Se le sorelle Fanchini e Daniela Merighetti possono sempre garantire qualche exploit, nella velocità servono rinforzi. I possibili ricambi di qualità non mancano. Federica Sosio (classe 1994) ha vinto gli ultimi Mondiali juniores in superG, mentre nella medesima competizione, ma in discesa, Nicol Delago (1996) ha agguantato un prezioso bronzo. Andrà monitorato, dunque, il loro impatto con la Coppa del Mondo, passando chiaramente per la Coppa Europa. Impossibile, poi, dimenticare Sofia Goggia, la cui carriera finora è stata costellata da sfortuna ed infortuni: ha ancora tutto il tempo per riscattarsi con gli interessi. L’anello debole resta quello dello slalom. In questo settore si arranca da anni, con le sole Chiara Costazza ed Irene Curtoni in grado di garantire qualche piazzamento nella top10. Il podio, ad ogni modo, appare lontanissimo tra i rapid gates. Auspicabile il ritorno su buoni livelli di Michela Azzola, fermata a lungo da un fastidioso infortunio.

Sci di fondo: dopo le tre vittorie dello scorso anno ed il bronzo ai Mondiali in coppia con Dietmar Noeckler, Federico Pellegrino punta a vincere la classifica riservata agli sprinter, obiettivo mancato di un soffio nella passata stagione e diventato possibile grazie ai grandi miglioramenti compiuti in tecnica classica. Il valdostano, inoltre, continua nel suo percorso di crescita verso la polivalenza: i progressi nelle lunghe distanze sono evidenti e l’Italia dovrebbe aver trovato il quarto frazionista della 4×10 km per il futuro a breve e medio termine. Ad appena 22 anni Francesco De Fabiani è già un big della selezione tricolore. Al di là del successo in Coppa del Mondo a Lahti nella 15 km tc, il fondista di Gressoney Saint Jean (AO) ha già dimostrato qualità fuori dal comune nel passo alternato. I margini di miglioramento, tuttavia, sono ancora enormi, sia sulle lunghissime distanze (50 km) sia nella tecnica libera. In caso di arrivi a ranghi ridotti nelle mass start, l’azzurro è tutt’altro che fermo. Insomma, un potenziale grande polivalente da coltivare con cura. Non è più giovanissimo, ma Dietmar Noeckler rappresenta una garanzia in classico per la staffetta, nonché un possibile outsider in taluni format di gara. Spera di ritagliarsi un posto al sole (e magari un grande Tour de Ski) Roland Clara, ormai il veterano della squadra dopo l’addio di Giorgio Di Centa. Punta ad emergere anche l’incompiuto Maicol Rastelli, atleta solido in tecnica classica che finora ha reso molto meno del suo reale potenziale. Tra i giovani da seguire segnaliamo lo sprinter Simone Urbani, Manuel Perotti e Mikael Abram, quest’ultimo probabilmente il più interessante in assoluto.
Se il settore maschile sta rapidamente riacquistando uno status elitario nel contesto internazionale, ben diversa è invece la situazione nel comparto femminile. Qui parlare di podio risulta oggettivamente utopistico ed attualmente impensabile. Nelle prove sprint proveranno a difendersi e migliorare Gaia Vuerich e Greta Laurent, mentre il settore distance andrà ricostruito sostanzialmente da zero, magari partendo dalla promettente Francesca Baudin, nata come sprinter, ma con le caratteristiche giuste per diventare una fondista completa. Andrà assolutamente recuperata, poi, Debora Agreiter, la cui crescita è stata interrotta da alcuni problemi fisici lo scorso inverno. Da valutare il rendimento di Giulia Stuerz, Lucia Scardoni e delle più giovani Caterina Ganz, Martina Vignaroli ed Erica Antoniol. La sensazione è che qualche piazzamento nella top10 andrebbe accolto come un grande risultato. In prospettiva futura, attenzione alla promettente Cristina Pittin, classe 1998 e cugina del combinatista Alessandro.

Salto con gli sci: uno degli sport dove il podio sembra più lontano. In campo maschile Davide Bresadola ha compiuto dei passi avanti significativi nella passata stagione e punta ad installarsi in zona punti con continuità. Tra i giovani ha lasciato intravedere buone cose in Alpen Cup il classe 1997 Alex Insam. Il settore femminile si è affidato invece all’austriaco Janko Zwitter, ex allenatore della nazionale giapponese, dove ha collaborato anche con la fuoriclasse Sara Takanashi. Evelyn Insam ed Elena Runggaldier possono ambire a piazzarsi con costanza tra le top15, anche se non sarà semplice. Da monitorare la crescita delle sorelle Manuela e Lara Malsiner.

Combinata nordica: dopo aver chiuso la scorsa Coppa del Mondo con i podi a Trondheim ed Oslo, per Alessandro Pittin sarà fondamentale partire subito bene per poter puntare ad un piazzamento di prestigio nella classifica generale. Il friulano, ormai un veterano malgrado l’ancor giovane età (25 anni), ha più volte dimostrato di non temere nessuno nella componente dello sci di fondo, dove ci ha abituato a delle rimonte eccezionali, come quella valsa l’argento ai Mondiali di Falun. Pittin ha ritrovato fiducia con il trampolino piccolo. Tuttavia il format di gara che prevede più gare è quello con il trampolino grande: se anche qui il fuoriclasse di Cercivento dovesse compiere un deciso passo avanti, allora nessun obiettivo gli sarebbe precluso. Mirano a qualche ingresso nella top10 Armin Bauer e Lukas Runggaldier. Samuel Costa, invece, è il ‘più saltatore’ in una squadra dove viene prediletto lo sci di fondo. Il 23enne altoatesino dovrà progredire molto nel passo a skating se vorrà davvero compiere un salto di qualità. Al momento non si intravedono grandi ricambi, con i promettenti Mattia Runggaldier e Manuel Maierhofer che sinora non sono riusciti ad ambientarsi in Coppa del Mondo. Sul lunghissimo periodo potrebbe crescere Aaron Kostner, classe 1999.

Freestyle: forse in pochi lo ricordano, ma un podio in questo sport è già arrivato ad agosto con Silvia Bertagna (clicca qui per saperne di più)! La 28enne altoatesina ha buone chance per ripetersi anche in inverno. Chissà che qualche sorpresa non arrivi nello skicross femminile, dove Debora Pixner e Sabine Wolfsgruber hanno compiuto dei decisi miglioramenti: con un po’ di fortuna, un podio non sembra irrealizzabile. Ben diversa la situazione nel settore maschile, dove i tecnici stanno gettando le basi con degli atleti molto giovani sia nello skicross sia nello slopestyle. Da segnalare il ritiro a soli 21 anni di Francesco Mauriello, campione del mondo juniores di skicross nel 2013.

Snowboard: è un vero peccato che a partire da Pyeongchang 2018 non faccia più parte del programma olimpico il PSL, in quanto l’Italia avrebbe potuto contare su una squadra altamente competitiva. Nell’alpino, dunque, non resta che concentrare tutte le proprie forze sul PGS. Oltre al veterano Roland Fischnaller, che punta alla Coppa del Mondo assoluta, il Bel Paese può contare sul sempre competitivo (ma altalenante) Aaron March, oltre a diversi giovani che hanno già mostrato il proprio valore nel circuito maggiore come Luca Felicetti, Christoph Mick ed Edwin Coratti. La novità potrebbe essere rappresentata da Maurizio Bormolini, positivo in Coppa Europa nella scorsa annata. In campo femminile Nadya Ochner dovrà migliorare nel PGS, per lei molto meno congeniale rispetto al PSL. La 22enne altoatesina, tuttavia, può ambire a qualche podio importante in stagione, mentre andrà monitorata una giovane interessante (classe 1997) come Elisa Profanter. L’Italia, inoltre, può contare su un vero e proprio dream team nello swowboardcross, settore capeggiato dal campione del mondo Luca Matteotti e dove Omar Visintin, Emanuel Perathoner, Fabio Cordi, Tommaso Leoni e Michele Godino sono da podio in ogni gara. Sogna una stagione da protagonista anche Michela Moioli, bronzo ai Mondiali 2015, mentre Raffaella Brutto può garantire qualche buon piazzamento.

Biathlon: quasi tutte le ambizioni saranno riposte nella squadra femminile. Dorothea Wierer e Karin Oberhofer hanno compiuto il definitivo salto di qualità nella scorsa Coppa del Mondo, concludendo rispettivamente al settimo e decimo posto della generale. Le azzurre vogliono (e possono) migliorarsi: entrambe inseguono il primo successo in carriera. Anche la staffetta, già di bronzo agli ultimi Mondiali, lascia ben sperare, con due posti che verranno contesi da Nicole Gontier, Federica Sanfilippo e Lisa Vittozzi. Quest’ultima ha già dimostrato doti fuori dal comune al poligono, pur con un passo sugli sci ancora da migliorare. In campo maschile Lukas Hofer e Dominik Windisch dovranno riscattare un’annata tutt’altro che esaltante. Mancano i ricambi, con il solo Thomas Bormolini che ha lasciato intravedere qualcosa di buono nel circuito maggiore.

Slittino: l’addio di un’icona come Armin Zoeggeler e l’ascesa di nazioni emergenti come Russia e Stati Uniti al fianco della solita Germania mettono l’Italia nella difficile condizione di dover inseguire, oltretutto con la pesantissima zavorra dell’assenza di una pista sul territorio nazionale. Dopo un avvio promettente con 3 podi consecutivi, la scorsa stagione di Dominik Fischnaller si è rivelata oggettivamente sottotono, con il quarto posto finale nella graduatoria complessiva e, soprattutto, il Mondiale da dimenticare su un catino amico come quello di Sigulda. Ora il 22enne altoatesino dovrà resettare tutto e ripartire con rinnovate motivazioni in un contesto ogni anno più competitivo. Il talento non si discute, ma molto dipenderà dalla qualità dei materiali in possesso della squadra azzurra. Se parlare di Coppa del Mondo assoluta appare fuorviante, l’obiettivo realistico potrebbe essere rappresentato da un buon gruzzolo di podi, magari con la ciliegina di un paio di vittorie. Sempre nel singolo, mira a qualche top10 Kevin Fischnaller. Nel doppio i veterani Christian Oberstolz e Patrick Gruber rappresentano una garanzia per le posizioni subito a ridosso del podio. Ludwig Rieder e Patrick Rastner al momento non sono riusciti a schiodarsi dall’appellativo di ‘promesse’, mentre i giovani Florian Gruber e Simon Kainzwaldner proveranno a consolidarsi in Coppa del Mondo dopo un primo anno promettente. In campo femminile  le ambizioni sono molto più ridotte: Sandra Robatscher ed Andrea Voetter proveranno a piazzarsi il più possibile tra le prime 10, anche se non sarà facile.

Bob: salvo miracoli, difficilmente vedremo un podio azzurro in questa disciplina. Simone Bertazzo da anni naviga molto lontano dai risultati che lo avevano consacrato come pilota di rango mondiale, mentre il campione olimpico giovanile Patrick Baumgartner continua a pagare un dazio eccessivo in fase di spinta, fattore che al momento ne preclude qualsiasi velleità in Coppa del Mondo. L’obiettivo stagionale? Entrare con Bertazzo nella top10 della generale sarebbe un grande risultato. Che malinconia, pensando ai fasti del passato.

Skeleton: discorso pressoché simile al bob, con un numero di praticanti risicatissimo (8 atleti in tutto figurano nelle squadre della Fis, un dato che non ha bisogno di ulteriori commenti). Eppure il giovane Mattia Gaspari ha mostrato un buon potenziale e potrebbe installarsi con continuità tra i top15, magari con qualche ingresso tra i migliori 10. Obiettivo zona punti, invece, per l’italo-canadese Joseph Cecchini.

Pattinaggio velocità: l’innesto della mass start nel programma olimpico da Pyeongchang 2018 ha certamente rappresentato una buona notizia per l’Italia, che in questa specialità vanta il vice-campione del mondo Fabio Francolini, nonché una grande interprete come Francesca Lollobrigida, vincitrice della Coppa del Mondo 2014 proprio in questa nuova competizione. E’ necessario, tuttavia, continuare a progredire anche nelle distanze tradizionali e su questo aspetto si concentrerà principalmente il neo-ct Maurizio Marchetto. La punta di diamante resta il promettente Andrea Giovannini, undicesimo nella classifica assoluta di distanza lo scorso anno. Il 22enne di Baselga di Piné, competitivo anche nella mass-start, rappresenta l’all-rounder su cui costruire il futuro della Nazionale. Punta a qualche buon piazzamento nella velocità il veneto Mirko Nenzi. Attenzione poi al team-pursuit: gli azzurri hanno compiuto progressi consistenti e potrebbero avvicinare il podio. In campo femminile le chance di risultati di prestigio sono affidate tutte a Francesca Lollobrigida per la mass start.

Short track: sarà ancora una volta one woman show con Arianna Fontana? Altamente probabile. La fenomenale valtellinese (vincitrice di tre medaglie individuali agli ultimi Mondiali, di cui una d’oro, con tanto di secondo posto nella classifica all-round) costituisce l’unica speranza italiana per ambire al podio con continuità. Attenzione, perché l’azzurra quasi certamente appenderà i pattini al chiodo dopo le Olimpiadi 2018. Chi ne prenderà il testimone? Al momento si intravede solo un vuoto difficilmente colmabile. Arianna Valcepina, Federica Tombolato, Arianna Sighel e Gloria Malfatti: queste le giovani su cui provare a costruire il futuro. In campo maschile l’Italia ha da tempo perso posizioni anche a livello europeo ed appare complicato aspettarsi un’inversione di rotta. Di certo non potrà risolvere il problema il nuovo oriundo australiano Mark Chong.

Pattinaggio artistico: Anna Cappellini e Luca Lanotte, campioni del mondo nel 2014, sono sempre più le punte del movimento e su di loro sono affidate le maggiori speranze per ottenere dei podi nella danza tra Grand Prix, Europei e Mondiali. Nelle coppie d’artistico Valentina Marchei ed Ondrej Hotarek puntano a proseguire nel percorso di crescita intrapreso lo scorso anno tra le coppie d’artistico: potrebbero togliersi delle soddisfazioni. La grande incognita è rappresentata dal rientro di Carolina Kostner: cosa potrà dare l’altoatesina dopo quasi due anni di inattività? Nessuna velleità di vertice, invece, in campo maschile.

Curling: sognare il podio europeo non è reato. Quarta lo scorso anno, l’Italia del talentuoso Amos Mosaner e del veterano Joel Retornaz punta a quella medaglia che manca dal lontano 1979. Ad ogni modo, se sarà ben supportata dalla Federazione, questa squadra (di cui fanno parte anche Daniele Ferrazza, Andrea Pilzer e Sebastiano Arman) può garantire un futuro intrigante.

Hockey ghiaccio: l’Italia veleggia nella periferia planetaria. A febbraio si svolgerà a Cortina il primo pre-olimpico verso Pyeongchang 2018. In primavera, poi, gli azzurri cercheranno una complessa promozione nella Serie A dei Mondiali.

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federico.militello@oasport.it

Foto: Fisi

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