Pallavolo
Volley, Europei 2015 – Berruto: “Questa Italia è figlia dei miei progetti. Tra cacciata di Rio e Juantorena…”
Mauro Berruto, ex Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di volley maschile, ha rilasciato un’intensa intervista a La Gazzetta dello Sport. Sicuramente ha fatto e farà discutere… Proponiamo i passaggi salienti.
“La squadra che ha centrato questo importantissimo risultato (la qualificazione olimpica, ndr) è figlia del progetto nato il 13 agosto 2012, la notte successiva al bronzo olimpico di Londra. In quella notte avevo visualizzato un percorso di ricambio generazionale che abbiamo iniziato e che ha portato all’esordio di 11 atleti che poi hanno partecipato all’ultima Coppa del Mondo con Blengini. E in questo gruppo che ho portato avanti, un solo atleta era nella rosa di Londra: Ivan Zaytsev”.
“Simone Giannelli lo seguivo dal 2012-2013 quando faceva incetta di titoli con il settore giovanile di Trento, quando da schiacciatore e non da palleggiatore era protagonista con il suo club”.
“La scelta di allontanare 4 giocatori durante la World League è sempre stata ritenuta inderogabile anche perché qualcuno era recidivo. Ma non doveva essere ritenuta una condanna a morte. Poteva essere un reset da una situazione per ripartire. Per qualcuno è stato così (Zaytsev, ndr). Quel momento di cesura è forse servito anche per arrivare poi al risultato conquistato in Giappone”.
“Ho lavorato tanto all’ipotesi Juantorena. Un’operazione durata anni con un lavoro di ricucitura, di diplomazia per convincere chi non era convinto della cosa. Fa un certo effetto vedere giocatori, che si erano espressi duramente su questa cosa, festeggiare con lui dopo la qualificazione all’Olimpiade”.
Naturalmente il CT ha parlato a lungo degli Europei 2015, il suo sogno perché si giocheranno a Torino: “Giocare l’Europeo a casa era un mio grande sogno. La manifestazione a Torino è frutto di una serie di lavori portati avanti con l’assessore allo sport Stefano Gallo e con il residente federale Carlo Magri”.
Tornerà ad allenare? “Una proposta l’ho già avuta ma ho rifiutato. Era un Paese emergente, molto lontano dall’Italia. Non sarà facile tornare perché sarà sempre qualcosa di meno rispetto all’occasione di poter allenare la Nazionale del proprio Paese”.