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Volley, Europei 2015 – Ci hanno restituito l’Italia! Azzurri da urlo, la cavalcata continua

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L’Italia è ufficialmente tornata a sognare. In mondovisione, in chiaro, a orari umani, a colori, per tutti gli occhi, per tutte le tasche.

Se la meravigliosa cavalcata in Coppa del Mondo era stata in fondo seguita solo da un manipolo di appassionati costretti a orari notturni per sostenere gli azzurri verso la conquista del pass olimpico, gli Europei che stiamo ospitando (o meglio, che abbiamo finito di ospitare proprio ieri sera) ha restituito una delle Nazionali più amate dal popolo italiano.

 

La magnifica impresa di ieri sera contro la Russia, nuovamente sconfitta per 3-0 a tre settimane di distanza da quanto accaduto in Giappone (sono pochissime le vittorie nette ottenute contro l’Armata nella nostra storia), ha di nuovo fatto innamorare un popolo che, se non pago della fondamentale qualificazione a Rio 2016, si è potuto godere in prima serata una nuova autentica magia.

L’affetto del pubblico, 4500 spettatori calorosissimi che hanno gremito il PalaYamamay e che tanto sono piaciuti a tutti gli azzurri, è la dimostrazione che in questo gruppo qualcuno ci ha creduto e ci crede ancora. Nella notte saranno aumentati a dismisura, ma questo è tutto un altro discorso.

La “cacciata di Rio”, le dimissioni di Berruto, “l’affaire Travica”, il 13esimo posto ai Mondiali: sembrano quasi finiti nel dimenticatoio. Anzi, senza “sembra”. Nessuno ricorda più cosa abbia portato l’Italia a questa repentina rinascita dopo lo sfacelo dell’ultima stagione e di un movimento finito sulla bocca dei più per i problemi di spogliatoio e per le vicende extra-campo.

 

Un gruppo solidissimo, unito più che mai, emblema del motto dei 4 moschettieri. Chi l’avrebbe mai detto a fine luglio. Un gioco perfetto dalla A alla Z, una tecnica impeccabile (i margini di miglioramento sono notevoli, soprattutto in un fondamentali) e una visione tattica di elevatissimo respiro ci hanno permesso di annientare i Campioni d’Europa in carica, di volare a Sòfia e di lottare per le medaglie incontrando uno dei grandi uomini del nostro passato giocato e di panchina: Andrea Giani che fu vice di Berruto e che poi fu cacciato/allontanato/dimesso/convinto a dimettersi dopo la spedizione in Polonia.

Si temeva che le gambe degli azzurri potessero cedere ma non è stato così. La tenuta fisica era un grosso punto di domanda dopo la tirata in Coppa del Mondo, dopo la partita di ieri contro la Finlandia, dopo la sconfitta contro la Francia. Freschissimi e lucidi più che mai.

Quella di ieri è stata una vittoria di gruppo, meritata, voluta, desiderata fino in fondo. Non solo per se stessi e per le semifinali in sé, ma quasi per riprendersi quello che si erano tolti qualche mese fa.

Una prova corale, non aggrappata al singolo giocatore come era spesso accaduto in passato. Perché sarà pur vero che Zaytsev è stato indubbiamente il migliore in campo ma il successo è passato per la regia di Giannelli, per le battute di Juantorena, per la prova sottorete di Piano e Buti, per le difese di Colaci, per la ricezione e l’attacco di Lanza. Per la bravura di Blengini che inizia a fare sempre più sua questa Nazionale, non solo psicologicamente (la sterzata è indubbiamente merito del cambio di coach) ma anche tecnicamente.

 

Non abbiamo ancora fatto nulla, sia chiaro. Ieri sono state eliminate Russia, Serbia e Polonia. Tra le superfavorite siamo rimasti noi e la Francia, ma guai a sottovalutare la semifinale contro la Slovenia. Urnaut e compagni hanno eliminato i Campioni del Mondo, hanno surclassato l’Olanda ai playoff e ora non vogliono smettere di sognare: la migliore Italia è tecnicamente superiore ma non bisogna dare per scontata la terza finale consecutiva, l’undicesima della nostra storia.

 

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