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Volley, Europei 2015 femminili – Italia sopravvalutata? Un fallimento e tanta delusione

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Un Europeo letteralmente fallimentare. L’Italia esce mestamente dalla rassegna continentale, eliminata ai quarti di finale di un torneo anonimo che non ci ha mai visto protagonista. Settimo posto finale che addirittura ci costringe ai tornei di qualificazione per l’edizione 2017 (non succedeva dal 2003).

Il massacro di Apeldoorn e la netta sconfitta contro l’Olanda hanno complicato un cammino che sembrava in discesa verso la Finale, traguardo che sembrava raggiungibile con estrema semplicità. Poi la Russia ha completato l’opera, rispedendoci a casa ben prima del minimo richiesto.

Per la seconda volta consecutiva l’Italia esce ai quarti di finale degli Europei, ancora una volta per opera di chi detiene il trofeo (due anni fa la Serbia, ieri Kosheleva e compagne). Un risultato ben al di sotto delle aspettative, una manifestazione che doveva essere l’unico obiettivo stagionale e che invece ci lascia con l’amaro in bocca e tanta delusione.

 

Inutile girarci intorno. La nostra Nazionale torna in Patria ridimensionata, senza aver offerto un gioco degno del nostro blasone e del talento delle ragazze che, non più di tardi di dodici mesi fa (anche se con qualche differenza di formazione), conquistavano il quarto posto ai Mondiali eliminando dal torneo proprio quella Russia che aveva vinto le ultime due rassegne iridate.

Abbiamo sopravvalutate le azzurre? Il campo direbbe di sì. Perché le ragazze di Bonitta si sono presentate fuori forma, con delle lacune nei vari fondamentali e soprattutto incapaci di dare una sterzata in positivo. Nelle cinque partite giocate la ricezione ha faticato in maniera importante, si è sofferto negli attacchi di banda e sovente anche al servizio, solo il muro ne è uscito abbastanza positivamente (ma è mancato totalmente contro le oranges).

La sensazione è quella del torneo nato male e finito peggio anche se è difficile capacitarsene visto che questo era l’obiettivo del 2015 che invece si concluderà con il quinto posto al Grand Prix e un piazzamento di rincalzo a questi Europei. Troppo poco per il nostro potenziale.

 

Valentina Diouf si è erta a stella solo contro la Croazia, la capitana Antonella Del Core è stata impresentabile, Leo Lo Bianco ha sofferto una brutta ricezione di squadra andando in difficoltà nello smistare il gioco, Lucia Bosetti troppo discontinua, al centro Cristina Chirichella e Martina Guiggi si sono salvate, Monica De Gennaro è crollata contro l’Olanda e dalla panchina non è stato pescato chissà cosa: si è provata Caterina Bosetti ma non ha rivoluzionato quasi nulla, Indre Sorokaite poco produttiva, Nadia Centoni utilizzata solo nel finale contro la Russia, Ofelia Malinov ancora da far crescere.

Non c’è da rifondare, da smantellare. Né la nostra formazione è, almeno sulla carta, scarsa. Anzi. Certo che ha sbagliato proprio l’approccio. Sicuramente andranno fatti degli innesti, già preventivati da Bonitta.

Non era l’Europeo della vita (questo lo avevamo detto più volte, anche quando si riteneva che questa squadra potesse lottare per l’oro). L’appuntamento cruciale sarà naturalmente il torneo di qualificazione alle Olimpiadi in programma a gennaio ma ora lo affronteremo con ben altro spirito.

 

6 Commenti

1 Commento

  1. Giorgio Brera

    2 Ottobre 2015 at 16:34

    In tutta onestà devo dire di aver storto un po’ il naso quando su queste pagine ci si era spinti a prevedere un possibile esito vittorioso o quantomeno positivo di questi europei. Ma ancor di più quando il nostro CT si era sbilanciato arrivando a dire, senza mezzi termini, che l’obbiettivo era la vittoria. Questo nulla toglie all’ottimo lavoro, secondo me insostituibile, che Olimpia Azzurra svolge nel panorama dell’informazione sportiva italiana. E vale anche la sostanziale e onestissima autocritica, pregevole Villa, di questo articolo.

    Nel merito credo che effettivamente la nostra squadra sia un po’ sopravvalutata. Intendiamoci, nelle giuste giornate le nostre possono battere chiunque, anche imponendo il proprio gioco e a tratti le caratteristiche individuali di qualche giocatrice. Quando conta però anche le altre squadre riescono a tirar fuori il meglio in tecnica, esperienza, approccio alla gara, ecc.

    In molti commenti di questi giorni ho letto che il CT avrebbe potuto portare in Olanda questa o quella giocatrice meritevole. Certo, ma la verità è che nessuna di queste avrebbe realisticamente potuto aumentare il tasso di classe del sestetto o dare maggior profondità alla panchina. Il parco delle giocatrici che abbiamo è questo, di livello alto ma non altissimo. Non c’è all’orizzonte una Generazione di Fenomeni, c’è un bel gruppetto di giocatrici che a conti fatti potrebbero addirittura formare due nazionali di discreto livello contando anche quelle lasciate a casa, ma fenomeni insostituibili né punto e né poco.

    Abbiamo un serio problema di schiacciatrici, discrete in attacco, ma spesso non all’altezza in difesa, Il CT le continua a girare e rigirare da due anni e non sembra trovare una coppia inossidabile da proporre con costanza. E’ stato così anche al mondiale nonostante le cose siano andate direi benino. Il fatto che alla fine in sestetto sia stata messa Del Core, fuoriclasse indiscutibile ma non eterna, lo dimostra. Il fatto che continui a tornare il nome di Piccinini mi fa venire i brividi se penso che l’orizzonte deve essere Rio 2016. Per le centrali siamo messi benino, ma se le palleggiatrici non riescono mai a fare una fast decente ci rimangono solo per il muro. All’alzata si poteva portare qualche altra giocatrice, ma non è che le scelte fatte, Lo Bianco e Malinov, siano inferiori. Valentina Diouf è in fase di maturazione ormai da anni, ma io fatico veramente a ipotizzare che possa crescere al punto di diventare una fuoriclasse assoluta. Ha dei limiti evidenti, seppur picchi forte quando la servono bene. Come possa superarli mi rimane un mistero. Potenzialmente è fortissima, ma ha davvero aspetti in cui migliorare le sarà molto difficile, per struttura fisica e per attitudine.

    C’è una regola nel volley di vertice. Tutte o quasi le squadre che ambiscono a lottare per le medaglie hanno un opposto e almeno un martello che picchiano forte e sono in grado di metterla giù in ogni occasione. Quando le cose non vanno bene lo schema prevedibile è darla a loro e sperare che, almeno nel cambio palla, si faccia punto. E’ quello che ha fatto l’Italia in molte fasi dell’europeo. Palla a Diouf e botta forte. Ma Diouf non è ancora qual tipo di giocatore, non è Ivano Zaytsev, non è Gončarova, non è Atanasijević.

    Oltre agli evidenti e eterni problemi in ricezione, da cui una ricostruzione a volte comica, e l’assenza, in questa fase storica, di giocatrici veramente definibili come fuoriclasse, la nazionale femminile denota una sempre preoccupante tendenza a frequenti black-out, durante i quali l’intesità cala vistosamente, in totale controtendenza rispetto a momenti in cui la squadra si dimostra letale. Anche questa è storia vecchia, ma chissà perché sempre evidente anche con giocatrici in campo esperte e navigate. Vedere Del Core, Lo Bianco e Arrighetti con gli occhi persi, smarriti, mi ha fatto impressione.

    Queste sono in sistensi le tre tare che ci partiamo dietro e che si sono rese evinti in questo torneo (ma anche prima): ricezione, livello delle giocatrici e mentalità. Un problema tecnico, uno di gestione del vivaio e uno di gestione della squadra. Problemi da risolvere in fretta, ma che sono a mio avviso strutturali.

    Da ultimo anche il nostro CT ha fatto qualche errore, qui sì di scelta delle giocatrici. Questo europeo arriva un anno prima delle Olimpiadi. Il vero obbiettivo è il girone di qualificazione a gennaio per poi andare a Rio a giocarci il premio grosso. In questo europeo il CT avrebbe dovuto mettere in campo la squadra per Rio, mettere qui un tassello fondamentale nella preparazione per l’anno prossimo, definire cioè su chi puntare, anche tra quelle che magari non sono ancora pronte, ma che lo dovranno essere nel 2016. Non si capisce quindi la scelta di portare le senatrici Lo Bianco e Del Core, onestamente in fase calante (lo si era già visto l’anno scorso), e metterle titolari. Non era meglio, forse, giocarsi la squadra giovane, e proporre prospetti su cui costruire tecnicamente il prossimo futuro. L’aveva fatto l’anno scorso con Chirichella e Diouf, perché interrompere il percorso quest’anno? Malinov titolare e le due Bosetti o qualunque altra coppia di martelli, ma senza cambi continui, non era meglio? Ora abbiamo un anno davanti, un pass da conquistare, e una squadra ancora tutta da costruire, con poche certezze. A gennaio cambiamo di nuovo tutto? Ripeschiamo dal mucchiatto di giocatrici lasciate a casa come Signorile, Costagrande e altre? All’europeo si doveva arrivare con la squadra titolare per Rio già pronta, sperando di ottenere la qualificazione è ovvio, da far crescere in termini di gruppo, mentalità e gioco. In realtà ci si sarebbe dovuti arrivare anche prima, magari centrando l’obbiettivo di giocarci il pass alla Coppa del Mondo, dove mancavamo, ma questo è un discorso arcinoto, per cui lasciamo perdere, inutile recriminare. Il nostro CT ha, come detto, un parco vastissimo di ottimo livello (pensiamo ai nomi che ha lasciato a casa), tra senatrici prluridecorate e giovanisimi talenti, ma sembra non riuscire a far crescere quelle giocatrici che non sono ancora sentarici, ma non sono più esordienti di primo pelo. Facciamo in modo che gente come Malinov, Caterina Bosetti, Chirichella e Diouf non diventin anche loro eterne promesse.

    • Nany74

      2 Ottobre 2015 at 19:48

      Sono sostanzialmente d’accordo con quanto ho letto. Una buona analisi. L’ultima frase è quella che più corrisponde alle mie sensazioni: le eterne promesse. Non sono 2 giorni che sentiamo gli stessi nomi e le stesse presunte capacità che devono esplodere, ma siamo ancora al palo. La mancanza di una vera score-leader (lo Zaytsev al maschile come dicevi tu) è evidente e questo ci penalizza, ma può essere il punto di partenza per lavorare sul gruppo. Il nostro livello è questo, senza fenomeni, sono d’accordo, ma questo non significa che non si possa vincere. Se guardiamo, ad esempio, l’Olanda: il gioco che esprime è divertente e vincente (Guidetti docet, mitico il suo “Enjoy more” durante un time out), ma non ci sono dei fenomeni di potenza devastante. Sloetjes è forte, ma non irresistibile. Sono un bel GRUPPO e questo è molto importante. L’Italia dei maschietti ha dimostrato cosa significa fare squadra: chi avrebbe scommesso sulla qualificazione a Rio dopo la World League? Eppure…
      La Russia potevamo batterla: se noi abbiamo evidenti problemi di ricezione, non è che loro siano messe tanto meglio a quanto ho visto…..e il nostro servizio ha funzionato a tratti….se solo avessimo regalato meno palloni dai 9 metri. C’è da lavorare (e neanche tanto poco…), ma deve rimanere in testa che possiamo vincere, magari contro il Brasile o gli USA sarà duretta, ma con le europee possiamo dire la nostra, ne sono convinto…..per cui, al lavoro e cerchiamo di andare alle Olimpiadi va……… 😉

  2. MARIO82

    2 Ottobre 2015 at 15:47

    Il problema non e’ stato la ricezione se mai la scarsissima incisività delle attaccanti di banda dovuto a una loro oggettiva difficoltà o alla scarsa qualità e lucidità in certi momenti (soprattutto nei finali di set) delle scelte di Leo Lo Bianco che per esempio nel terzo si è dimenticata della Centoni che appena entrata aveva messo a terra un pallone e poi non l’ha più servita insistendo troppo con Del Core e Bosetti.
    Aggiungerei una Diouf in difficoltà quando trova un muro compatto e all’ altezza come quello russo dimostrando di non essere ancora capace di variare un po’ di più i sui colpi e poi troppi errori al servizio nei momenti decisivi in cui tenerlo avrebbe fatto la differenza mantenendo sotto pressione la ricezione russa decisamente imprecisa , probabilmenter sarebbe bastato questo per vincere almeno il terzo set (10 errori contro 4 !!! ) contro una Russia secondo me non imbattibile e che non vincerà il torneo (pronto ad essere smentito nei fatti).
    Poi nel quarto l’ incomprensibile decisione di Bonitta di cambiare la diagonale (c’erano LoBianco e Centoni) mandando al servizio la Malinov in un momento delicatissimo che infatti ha sbagliato e ha poi mandato in confusione tutta la squadra regalando un break decisivo alla Russia che ha potuto gestire con più tranquillità la fase finale nonostante un generoso tentitivo di rientro finale delle azzurre.
    Insomma Bonitta ha fatto delle scelte discutibili per esempio tenendo fuori da questa squadra Alessia Gennari che ha dimostrato di essere pronta a giocare titolare essendo una schiacciatrice decisamente completa che difende quasi come un libero e in attacco avrebbe potuto certamente essere più incisiva di quelle che abbiamo visto in questi europei anche considerando il fatto che è più giovane e avrebbe potuto portare maggiore energia.
    Infine altra decisione incomprensibile quella di lasciare fuori Signorile preferendole una Malinov ancora inesperta. Io sono il primo a dire che bisogna inserire le giovani ma non esagerando all’opposto soprattutto in un ruolo chiave come il palleggiatore.

    • Giorgio Brera

      2 Ottobre 2015 at 16:41

      @MARIO82 Non sono daccordo. O meglio, lo sono se si analizza la partita con la Russia. Ma se si guarda tutto il torneo si nota che il problema è la ricezione, soprattutto delle schiacciatrici. Nei set che abbiamo perso nel girone Lo Bianco e Malinov dovevano sempre andare a prendersi la palla in fondo la campo. Poi è vero che soprattutto in posto 4 tutte le nostre non la mettevano mai giù…

    • daigaz

      6 Ottobre 2015 at 16:55

      Sono perfettamente d’accordo con te. Sottoscrivo ogni singola parola, soprattutto in riferimento alle mancate convocazioni della Gennari e la Signorile, esattamente per le motivazioni che hai citato tu e che io già scrissi nei commenti all’articolo della sconfitta. E, contento di quest’articolo “Italia sopravvalutata?”, scusate ma ribadisco quanto già scrissi: sì. Italia sopravvalutata. Chi sosteneva che potevamo vincere, si sbagliava dall’inizio e non ci voleva Velasco per prevedere che avremmo registrato notevoli limiti strutturali (tante brave ragazze e buone giocatrici, nemmeno un fenomeno) e quindi il risultato sarebbe stato in linea con questi limiti; dunque il CT doveva pensare più alla progettualità che al risultato nel breve termine. Come, mi sembra, abbiamo scritto tutti. Peccato che l’unico in disaccordo, evidentemente, fosse il CT… che ora si sente in discussione e a giusta ragione, per quanto io non lo esonererei: gli ricorderei che gli allenatori si mettono in discussione PRIMA delle competizioni, no dopo; il DOPO è il mestiere dei giornalisti o degli umili (parlo per me) tifosi.

  3. Nany74

    2 Ottobre 2015 at 14:16

    Sicuramente poteva andare meglio, poco, ma sicuro. I problemi di forma erano apparsi evidenti già dalle prime partite contro squadre di livello dichiaratamente più basso. E’ una cosa che trovo quanto meno strana. Con la Russia ce la siamo giocata e, perdonatemi, mal digerisco aver perso 2 set all’ultima palla con diverse contestazioni arbitrali. Non sto scaricando la colpa di una prestazione migliorabile, ma credo sia giusto dire tutto quanto. Se vedi un arbitro agli europei che interrompe il gioco (CON PALLA VIVA!!) per un’infrazione sbugiardata dalla verifica video, non ti aspetti di dover discutere 5 minuti se la palla va rigiocata o meno…roba da oratorio! Per quanto l’episodio specifico fosse a nostro favore, ha comunque costretto tutti a discutere e la sensazione che ti resta è che sei in pessime mani per quanto riguarda le valutazioni di gioco. Non è una giustificazione, lo ripeto. Ho le mie idee sulla qualità delle giocatrici e sul nostro cosiddetto potenziale e, secondo me, la differenza tra Italia e Russia c’è ed è evidente, soprattutto a livello di esperienza….per questo mi da più fastidio il 3a0 contro l’Olanda. Toccando poi il singolo tasto delle giocatrici, beh, se parliamo di direzioni di attacco e manualità, la stessa Diouf ha sempre quel colpo, sempre dalla stessa parte, sempre con la stessa foga….infatti, un muro ben composto come quello Russo ha insegnato che forse essere alti e basta non è sufficiente. A questo punto, anche una Ortolani poteva dire la sua. Ha 30 anni, mica 300….e come manualità in attacco, difesa e anche ricezione (se serve) non è che faccia proprio schifo…..e l’esperienza a questi livelli non le manca. L’elenco potrebbe essere lungo, ma credo che più che di giocatrici, si dovrebbe parlare di stato di forma e di approccio mentale. Questi tornei vanno giocati con un po’ più di sana cattiveria….

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