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Pallavolo
Volley femminile, l’Italia spreca e saluta gli Europei. Russia in semifinale
L’Italia si arrende 3-1 (28-30, 25-20, 23-25, 25-20) alla Russia nei quarti di finale degli Europei 2015 di volley femminile e saluta la competizione. Tantissimi i rimpianti per una selezione tricolore che ha gettato al vento diverse occasioni, pagando dazio ad una fase di contrattacco deficitaria. Una partita equilibratissima, decisa dagli episodi: nei momenti chiave le valchirie dell’Est Europa si sono dimostrate più ciniche, proseguendo il cammino verso il sogno del bis continentale.
L’Italia parte a fionda nel primo set. Le azzurre murano con facilità le avversarie, portandosi sul 16-11. Qui arriva uno dei tanti black-out che ha caratterizzato il nostro Europeo: parziale russo di 6-0 e sorpasso. Valentina Diouf fatica terribilmente in attacco e le avversarie si portano sul 24-22. L’Italia riagguanta la parità grazie ad un ace di Cristina Chirichella: si va ai vantaggi. La compagine del Bel Paese non sfrutta un set point sul 27-26. Sul 27-27 le azzurre si superano in difesa, ma per l’arbitro il pallone ha toccato terra (le immagini dimostrano il contrario): è un errore che in sostanza compromette il parziale delle ragazze del ct Marco Bonitta. Quest’ultimo si gioca il doppio cambio con l’innesto di Nadia Centoni ed Ofelia Malinov, ma non funziona: Tatiana Kosheleva mette giù il punto del 30-28.
Malgrado il colpo subito, l’Italia non demorde e, trascinata da Guiggi, vola sul 9-5 nella seconda frazione. Buonissimo anche l’innesto di Antonella Del Core al posto di una impalpabile Caterina Bosetti. Sul 12-7 va al servizio Lo Bianco, che fa impazzire la ricezione russa. L’Italia piazza un break di 3-0, poi una grande difesa di Del Core permette a Diouf di siglare il 18-8. Le azzurre calano la tensione, ma riescono con qualche patema a conservare un margine di tranquillità e chiudere sul 25-20.
Ad inizio terzo set salgono in cattedra Natalia Obmochaeva e Tatiana Kosheleva. L’Italia fatica e deve rincorrere fino al 10-13. Bonitta opta per il cambio definitivo: Centoni entra al posto di Diouf, completamente disinnescata dal muro dell’Est. Due attacchi di Lucia Bosetti e un muro di Chirichella riportano la selezione tricolore avanti di due (15-13). E qui arriva un momento chiave del match: Lucia Bosetti spedisce out un contrattacco e spreca una preziosissima occasione per salire a +3. La Russia ci castiga subito e impatta sul 15-15. Ancora un ace di Chirichella ci dà il 17-15, subito cancellato da un parziale di 3-0 delle russe, con tanto di muro perentorio su Lucia Bosetti. Finale punto a punto. Del Core, rinata dopo le scialbe precedenti apparizioni, inizia a lavorare sulle mani del muro avversario ed ottiene punti vitali. L’Italia è avanti 21-19, ma non affonda il colpo del ko. Anzi arriva un mortifero errore al servizio di Lucia Bosetti. Azzurre ancora in vantaggio 23-22 con un nuovo attacco di Del Core. Quest’ultima, sull’azione successiva, spedisce fuori il contrattacco del possibile +2. Sul 23-23 la Russia prima mura Chirichella, poi conquista il set con un ace: cinismo puro.
Nel quarto parziale si procede sul filo dell’equilibrio, con la Russia sempre avanti di un paio di lunghezze. Sul 12-14, con l’Italia che finalmente aveva trovato continuità in fase di cambio palla, inspiegabilmente Bonitta inserisce Malinov e Diouf per Lo Bianco e Centoni. Un azzardo pagato carissimo dal romagnolo, con la Russia scappata sul 16-12. Kosheleva e Obmochaeva picchiano sempre più forte e portano il vantaggio sul 19-14. L’Italia non si dà per vinta e con orgoglio prova a riportarsi sotto. Il massimo sforzo delle azzurre consente di tornare a -1 (21-20), ma ancora una volta le nostre portacolori si smarriscono nella fase cruciale e concedono 4 punti consecutivi alle russe.
Top-scorer Kosheleva con 24 punti. Per l’Italia 17 di Lucia Bosetti e Chirichella, quest’ultima autrice di 3 ace e ben 8 muri.
Purtroppo cala il sipario su un Europeo in cui l’Italia si è dimostrata imperfetta e lacunosa. Una squadra formidabile solo sulla carta, mai riuscita a trovare in campo l’amalgama giusta.
Se nei giorni scorsi ci aveva messo una pezza Valentina Diouf, quest’oggi il contributo dell’opposta è venuto meno, quasi palesando ancora una mancanza di personalità a certi livelli. Non sempre lucidissima nelle scelte Lo Bianco, mentre le centrali, devastanti a muro, non hanno garantito continuità in attacco. Il problema principale, come detto, è stato poi quello delle fasi di contrattacco: è mancata la bocca da fuoco risolutrice (la stessa Centoni non ha fatto la differenza in questo senso). A corrente alternata anche Lucia Bosetti, mentre è apparso tardivo il risveglio di Del Core.
Lasciamo quest’Europeo con l’amaro in bocca di una grande occasione persa, con un potenziale forse non sfruttato a fondo. Non c’è tempo per deprimersi: serve già pianificare il cruciale preolimpico in programma in Turchia ad inizio gennaio, con un solo posto in palio per Rio 2016. Possibili i ritorni di Noemi Signorile e Francesca Piccinini. Probabilmente servirà anche la sfrontatezza ed il talento della giovanissima enfant prodige Paola Egonu.
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federico.militello@oasport.it
Foto: Cev
daigaz
1 Ottobre 2015 at 21:52
Rispetto a quanto mi aspettassi contro la Russia – e mi aspettavo nè più nè meno la disfatta dell’ultimo Grand Prix – dobbiamo solo fare un plauso a queste ragazze che, a mio modo di vedere, hanno perso a testa alta. La Russia aveva un collettivo dimostratosi non superiore al nostro ma 2 individualità che noi non abbiamo (anche perchè altre giocatrici di quel livello ce le ha solo il Brasile); e in questo gioco si gioca in 6, quindi 2 invidualità sono parecchie.
Mi sfugge dove fosse tutto questo potenziale non sfruttato. Anzi. L’astiosamente criticata Valentina Diouf (classe ’93, no ’83: ’93) ha giocato ottime partite con una frequenza molto superiore rispetto alla sua stagione con la Yamamay. Per non parlare di Cristina Chirichella: per la prima volta in carriera ha trovato 2 partite da 12 e 8 muri, e le ha trovate in un playoff-europeo. Pregi e difetti delle sorelle Bosetti sono stranoti: buoni fondamentali, ma la statura in questo gioco conta eccome, soprattutto in banda. La Centoni è questa: prendere o lasciare. L’unica che ha forse reso un po’ meno del preventivabile è stata la Sorokaite che, comunque, in attacco è un’altra Di Iulio: schiaccia sempre forte e in diagonale; lo so io e non lo sanno i CT all’Europeo?
Per il resto, Monica De Gennaro e Martina Guiggi hanno sciorinato le solite grandi prestazioni di sempre. La Lo Bianco, oggi abbastanza discutibile in diverse scelte, è il meglio che passa il convento di questa fase della Nazionale e chi ha la memoria lunga si ricorderà per tanti e quali motivi Bonitta ne avrebbe certamente scelta un’altra, ci fosse stata. Le altre non hanno praticamente mai giocato.
Infatti io vorrei nuovamente pungolare il nostro CT proprio su quelle che non hanno mai giocato. Stefania Sansonna è stata il miglior libero del campionato per rendimento, ma non era meglio lasciar fare esperienza a Imma Sirressi, che è stata la seconda per rendimento ed è una classe ’90? La rediviva Valentina Tirozzi è rinata a Casalmaggiore e tutto quanto, ma lo stesso ha fatto Alessia Gennari, una classe ’91 che ha dimostrato dei miglioramenti tecnici notevolissimi, sia in difesa sia in attacco. Facendo un discorso opposto – ma senza spostarsi dal fulcro della progettualità – non era un po’ prestino per la Malinov (classe ’96) ed era meglio portarsi Noemi Signorile (classe ’90), regista titolarissima per tutta la stagione nella super-Novara di un sergente di ferro come Pedullà?
Nella pallavolo – e stasera abbiamo visto come la Russia abbia vinto i punti decisivi – l’esperienza conta. Tanto. E per lasciar fare esperienza alle proprie giocatrici, senza fare figurette, serve progettualità. Secondo me, il CT non ne ha dimostrata molta perchè ha voluto portarsi solo quelle che giudicava più pronte. Ma allora bisognerebbe chiedergli: pensavi davvero di vincere? E ritorniamo al punto di partenza: al gigantesco potenziale che non avremmo sfruttato. Quello che io non ho visto.
Ciononostante, ribadisco i complimenti alle ragazze e anche al CT: al di là delle altalene nelle prestazioni (si giocava l’Europeo, no il torneo scolastico), non c’è nulla di tragico in un’eliminazione ai quarti di un Europeo da parte dalle campionesse in carica; segnatamente se lottando fino all’ultimo punto. Chi esagererà con le critiche e coi diti puntati – e ritorniamo al punto di partenza – o non sa perdere o non sa vincere.