Atletica
Atletica, doping: la WADA chiede la sospensione della Russia da tutte le competizioni, compresi i Giochi Olimpici
Un rapporto di 335 pagine è stato reso pubblico dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) circa il doping in Russia, in particolare nell’atletica. Il documento è stato redatto da una commissione indipendente presieduta da Richard “Dick” Pound, già presidente della stessa WADA dal 1999 al 2007.
Secondo quanto si legge nel rapporto, in Russia esiste attualmente una vera e propria cultura del doping, radicata fra gli atleti ma anche fra gli allenatori e i medici, nel nome della mentalità del vincere a tutti i costi. Sebbene molti sportivi aderiscano a queste pratiche volontariamente, alcuni atleti verrebbero addirittura costretti a partecipare a questi programmi dopanti, con la minaccia di non essere più convocati in nazionale in caso di rifiuto.
In base a queste considerazioni, la commissione ha chiesto la sospensione della Russia da tutte le competizioni internazionali di atletica, compresi i Giochi Olimpici di Rio 2016. Per ora solamente la IAAF, il massimo organismo dell’atletica mondiale, ha annunciato di voler applicare la penalità: il presidente Sebastian Coe ha infatti detto che presto verrà lanciata la procedura di sospensione. Per l’eventuale sospensione dalle Olimpiadi, invece, bisognerà attendere il parere del CIO, unico organo competente in materia. Viene inoltre richiesta dalla commissione la sospensione a vita di cinque medici e cinque atleti, tra i quali spicca il nome di Mariya Savinova, campionessa olimpica in carica degli 800 metri.
La commissione ha anche chiesto alla WADA di eliminare il laboratorio di Mosca dall’elenco di quelli accreditati, visto che gli stessi tecnici del laboratorio hanno collaborato per coprire molti atleti, distruggendo oltre 1.400 campioni che sarebbero altrimenti risultati molto probabilmente positivi ai controlli. In quest’ambito, sarebbe stato cruciale anche il ruolo del Ministero dello Sport di Mosca.
Infine, viene sottolineato come tutto ciò sia stato possibile anche grazie alla connivenza di molti membri della IAAF: non è un caso che il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) abbia chiesto proprio in queste ore la sospensione dell’ex presidente Lamine Diack.
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giulio.chinappi@oasport.it