Beach Volley

Beach volley. Bilanci: l’alfabeto del 2015

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Una lettera per ogni ricordo. Un anno indimenticabile, questo 2015, antipasto gustoso di un 2016 tutto da vivere ma, nel frattempo, ripercorriamo con il nostro alfabeto, la stagione che si è appena conclusa.
A COME ADRIAN CARAMBULA: Alzi la mano chi lo conosceva prima di marzo quando qualcuno ci avvertì che era sbarcato in Italia un uruguaiano dal passaporto tricolore che aveva già ottenuto un paio di podi in AVP. Non un gigante fisicamente ma un gatto in difesa e grande astuzia in attacco. Il compagno perfetto per Alex Ranghieri. Un amore sbocciato a prima vista dato che il primo podio è arrivato al secondo torneo assieme e non un torneo qualunque: le Major Series di Porec. Sorriso sulle labbra, si è fatto amare subito da tutti, tranne da quelli che hanno ricevuto un pallone in testa piovuto dall’alto, perché la “sky ball” fa tanto male agli avversari.


B COME BOCKERMANN/FLUGGEN: dodici volte hanno incrociato le armi con coppie italiane, i tedesconi di Kiel e ben otto volte le hanno suonate di brutto ai nostri portacolori, spesso e volentieri in sfide che valevano la qualificazione al turno successivo. Vere e proprie bestie nere degli azzurri, se si considera che nelle prime due sfide avevano sempre perso.

A e B COME ALISON/BRUNO E AGATHA/BARBARA: inondano l’Olanda di verde e oro. Una stagione meravigliosa con una ciliegina sulla torta grande come il Mondo. Si conquistano l’oro iridato, il posto per Rio2016 (giocare l’Olimpiade sulla sabbia di casa a Copacabana equivale al massimo per un brasiliano) e il primo posto nel ranking mondiale. Sono due armate pronte a sfidare il mondo fra otto mesi con tutta la pressione possibile sulle spalle. Perdere vorrebbe dire mandare in crisi un intero sistema. Hanno le qualità per portare a termine la missione a cinque cerchi e magari gli avversari più duri (specialmente in campo femminile) li troveranno in casa.

C COME CAMINATI: l’esordio più deflagrante del beach volley italiano, se non mondiale. Gioca il secondo torneo del World Tour della carriera, il primo (e unico) in coppia con Ranghieri e che fa? Lo vince. Poi, giusto per fare una ripassatina assieme, con il compagno di sempre Enrico Rossi vince la Coppa Italia sualla sabbia di casa, due tornei Wevza molto ben frequentati a Montpellier e Barcellona e ripete ad Antalya il nono posto della passata stagione a Mangaung. Accontenta sia chi vuole tutto subito, sia chi sa che i grandi risultati arrivano con pazienza.

D COME DALHAUSSER: a metà stagione rompe un sodalizio ormai logoro con Sean Rosenthal, accusato più o meno velatamente di scarso impegno, e si getta a capofitto nella nuova avventura con Lucena. E’ un fenomeno, atletico e tecnico. A Rio ci sarà da protagonista, non ci sono dubbi. Partecipa a 7 tornei con il nuovo compagno e porta a casa due ori e tre argenti. Mostruoso.

E COME EVANDRO. Se Carambula entra nella fantasia per la Skyball, il brasiliano, bronzo mondiale e vincitore assieme a Pedro, delle Major Series di Stavanger, si fa ricordare per la legnata in battuta che spesso e volentieri annichilisce l’avversario. Montagna di muscoli, tecnica che lascia un po’ a desiderare ma tra i protagonisti a Rio lui ci sarà.

F COME FOGLIA D’ACERO: quella che campeggia al centro della bandiera del Canada. Un movimento, quello canadese, che sembrava in difficoltà qualche tempo fa ma che nel giro di un anno è cresciuto a dismisura e, si chiudessero le qualificazioni oggi, il Canada sarebbe fra le poche nazionali ad avere ben quattro coppie al via del torneo olimpico. In stagione ben nove podi con quattro coppie: 2 argenti e 2 bronzi per Bansley/Pavan, un oro (Fuzhou) e un bronzo per Broder/Valijas, un argento per Binstock/Schackter e un argento e un bronzo per Schalk/Saxton. Niente male!

G COME GIOVANI: il beach volley è uno sport per giovani, anche se le classifiche mondiali dicono che i grandi risultati si ottengono mediamente un po’ avanti con l’età (qualche eccezione c’è). Il beach volley va promosso tra i giovani e vanno dati ai giovani le opportunità per praticarlo, a volte a discapito della pallavolo indoor. I numeri dei campionati giovanili stanno ad indicare quanta passione ci sia. I grandi risultati vanno alimentati: non ci si deve fermare al presente. C’è chi al futuro ci sta pensando eccome. I progetti per un “simil Club Italia” sono sui tavoli federali da un po’ di tempo. Partiamo?

H COME HAGUE O HOLLAND: un Mondiale indimenticabile, spettacolare, per la prima volta itinerante che una volta di più ha mostrato al mondo intero quali siano le potenzialità di questo sport il cui movimento è in crescita costante. Passione, competenza, organizzazione: grazie Olanda, a molto presto!

I COME INGROSSO: sbattuti fuori dalla nazionale con una decisione che, alla luce dei fatti, si è dimostrata frettolosa, vivono da separati in casa rappresentando la nostra nazione con grande dignità e senza fare troppe polemiche. E’ la stagione che li rilancia a livello internazionale, nonostante il “solito” problema fisico che ne compromette la fase finale della stagione. Con Andrea Raffaelli in panchina, portano a casa un quarto posto fantastico nelle Major Series di Stavanger, un quinto a Yokohama e due trionfi nei Master europei di Jurmala e Biel. La corsa verso Rio è piena di ostacoli ma non ancora compromessa. Chissà se la porta azzurra si riaprirà per i gemelli pugliesi?

J COME JULIANA: il volto triste del Brasile in vista di Rio2016. A 32 anni poteva essere la “sua” Olimpiade, il sogno di una vita, invece non ci sarà, estromessa dalla sua ex compagna Larissa. Con le rassegne a Cinque Cerchi non ha mai avuto gran feeling: fuori per infortunio al massimo dello splendore a Pechino 2008, bronzo nonostante i favori del pronostico a Londra 2012. Con Antonelli ha ricostruito la carriera e nel 2014 sembrava lanciatissima verso Rio, poi un 2015 storto le ha tolto la speranza di rappresentare il suo paese sulla sabbia di casa. A Tokyo avrà 37 anni ma, se un po’ abbiamo imparato a conoscerla, ci proverà.

K come KERRI WALSH: una spalla che non vuole saperne di mettersi a posto nel corpo di una combattente come poche se ne sono viste nella storia del beach volley. Un anno da dimenticare, questo per la tre volte campionessa olimpica che, per la prima volta dal 2001, non riesce a conquistare neppure un successo nel World Tour. Colpa di una spalla logorata dalle mille battaglie, dagli attacchi, dai muri, dalle battute che hanno fatto piangere avversari su avversari. A Rio vuole esserci per prendersi la quarta medaglia e magari chiudere nel migliore dei modi una carriera leggendaria, questa volta con April Ross, compagna più che all’altezza. Se recupera in tempo il Brasile può tremare…

L COME LARISSA: 44 vittorie e 2 sconfitte. Si presenta con questo ruolino di marcia al Mondiale olandese dove cade sulla classica buccia di banana contro la sua compagna di mille battaglie, Juliana. Ce ne sarebbe a sufficienza per far entrare in depressione una tigre e invece, in coppia con Talita, vince in sequenza a Gstaad, Long Beach, Olsztyn, Rio de Janeiro e le finali del World Tour a Fort Lauderdale, con una tabella di marcia che parla di 39 vittorie e una sola sconfitta nell’Open di Yokohama con Ludwig/Walkenhorst. In totale in stagione: 56 vittorie e 4 sconfitte. E siamo ancora qui a chiederci chi sono le favorite per l’oro olimpico???

M COME MARTA MENEGATTI: a livello personale forse una delle stagioni migliori della carriera. In coppia con Orsi Toth e con il ritorno di Lissandro in panchina, inizia alla grande con il bronzo di Mosca (la più alta qualità del gioco espressa quest’anno) poi sembra non decollare, chiude al nono posto i Mondiali, si fa male alla spalla, salta gli Europei, si riprende e torna ad alta quota, conquistando a Sochi quella vittoria nel World Tour che le grandi del passato non erano mai riuscite ad ottenere. Qualificazione a Rio 2016 quasi al sicuro e tanto lavoro ancora da fare per farsi trovare pronta al momento giusto.

N COME NICOLAI E LUPO: è la coppia che ha cambiato il beach volley italiano. Vincitori del primo World Tour per il beach azzurro, campioni d’Europa lo scorso anno a Cagliari. Il destino, però, non sempre dietro l’angolo riserva solo gloria e gioie. La stagione inizia con la battaglia di Daniele Lupo con un tumore scoperto dopo un intervento ad un ginocchio. Battaglia vinta (con tempestività) ma che ha bloccato gli allenamenti per due mesi e si è conclusa con l’intervento al menisco per Paolo Nicolai. Nonostante tutto, nonostante i risultati sfavillanti dei rivali (in Italia e fuori) restano sempre i numeri uno azzurri e disputano una stagione senza particolari squilli ma di grande continuità con un podio (terzo posto) a Sochi, due quinti (Gstaad e St. Petersburgh) e tanti noni posti. Stavolta dietro l’angolo c’è Rio e si spera che le brutte sorprese siano finite.

O COME ORSI TOTH: stagione difficile da gestire. Nove avversarie su dieci impostano su di lei la partita perché hanno paura di Marta e in più nel circuito si rivede una certa Cicolari di cui ha preso il posto due anni prima nella coppia numero uno azzurra. Parte bene a Mosca ma dopo il Mondiale va in difficoltà, sembra addirittura in pericolo il futuro della coppia con Menegatti dopo il 25mo di Olsztyn e paradossalmente a Sochi proprio la vittoria con Cicolari e Momoli sembra liberarla di un peso. Vittoria in Russia, bronzo a Puerto Vallarta, argento ad Antalya. Non è ancora tra le grandi del beach mondiale ma ha 25 anni, di strada ne ha fatta tanta e i margini di miglioramento non mancano.

P COME POLEMICHE: quelle nel mondo del beach non mancano mai, sembrano quasi affiorare dalla sabbia di mezzo mondo ma soprattutto da quella italiana. Spariscono quelle legate all’affaire Cicolari che aveva tenuto banco fino a dicembre 2014. Greta si chiude in un silenzio tombale, gioca, in Italia vince, all’estero un po’ meno, cambia compagne con la stessa frequenza con cui Zamparini cambia allenatori ma ha un comportamento integerrimo. Un po’ meno gli azzurri del beach ai tricolori di Catania: una rinuncia con tentativo di manipolare il tabellone che non va a buon fine ma che provoca più di qualche prurito. La ormai consueta cancellazione di tappe del campionato italiano (ormai ridotto a un mese, poco più, di sfide dopo annunci di circuiti ben più ricchi), la ridda di voci che ha accompagnato le modalità di iscrizione alla coppa Italia di Cesenatico. Tutta roba di cui si farebbe volentieri a meno…

Q COME QUARANTA E QUARANTADUE gli anni di Ricardo ed Emanuel, due monumenti del beach volley mondiale, che si sono ritrovati a fine della scorsa stagione con in testa un sogno olimpico sulla sabbia di casa. Non sempre i sogni si trasformano in realtà per una coppia che, non fosse stata brasiliana, avrebbe sicuramente partecipato a Rio2016. Non si sa se è stata la loro ultima stagione. In ogni caso grazie per quello che hanno dato a questo sport!

R COME RANGHIERI: qualcuno lo avrebbe messo addirittura fuori dalla nazionale lo scorso anno, dopo il flop della stagione con Tomatis e la rottura di un sodalizio che pareva poter assicurare una seconda coppia di livello all’Italia. Nel beach volley, a volte, bisogna saper aspettare, soprattutto i giocatori che arrivano dall’indoor. E’ vero, Carambula si guadagna il titolo di Rookie dell’anno ma lui è sicuramente fra i primissimi del circuito a muro e in attacco. Il sodalizio con l’ex uruguagio ne ha migliorato anche il carattere, meno vulnerabile rispetto agli scorsi anni.

S COME SAMOILOVS E SMEDINS: maestri di caparbietà e interpreti superbi di questo sport. Nella prima parte di stagione fanno fatica ad ingranare, i lettoni. Sembra un’annata meno sfavillante rispetto alla passata. Poi da luglio, dopo un Mondiale deludentissimo, cambiano marcia: secondi a Gstaad, campioni d’Europa a Klagenfurt, quinti a Olsztyn e primi a Rio e Sochi. Mai dire mai con questi due campioni veri che sono uomini copertina di questo sport.

T COME TV. Quanto ci è mancata la Televisione quest’anno? Noi, malati di beach, siamo stati costretti a veri e propri safari sul web alla ricerca di siti più o meno legali che ci mostrassero le gesta dei nostri campioni in riquadri da togliere la vista anche a una lince. Televisioni di tutta Italia unitevi: è ora di acquistare i diritti di uno degli sport più visti al mondo e dall’altra parte facciamo in modo che le richieste non siano esagerate. Non tutti i paesi si chiamano Polonia dove c’è un magnate che per pallavolo e affini sarebbe pronto a restare sul lastrico… I parametri sono altri. In questa pochezza di immagini la nota positiva è la tv della Federvolley che ha permesso di vivere live tutto il campionato italiano.

U COME USA. Al momento è la marcia di avvicinamento più problematica ad un’Olimpiade per la nazionale a stelle e strisce. In campo femminile oggi sarebbe qualificata per un pelo giusto una coppia, Kessy/Ross ma Ross/Walsh sono chiaramente in arrivo. Tra gli uomini non fosse stato per la nuova coppia Lucena/Dalhausser gli Usa non avrebbero vinto nemmeno un torneo quest’anno con zero presenze nel podio mondiale. Si sa che l’avvicinamento al torneo a Cinque Cerchi riaccende gli statunitensi ma stavolta serve un cambio di marcia sensibile per essere protagonisti come al solito.

V COME VANUATU: Da Wikipedia: “Vanuatu è uno stato insulare situato nell’Oceano Pacifico meridionale. L’arcipelago, che ha origine vulcanica, si trova circa a 1 750 km ad est dell’Australia, 500 km a nord est della Nuova Caledonia, ad ovest di Figi ed a sud delle Isole Salomone. La popolazione al censimento del 2009 ammonta a 234 023 persone”. Due delle quali sono veri e propri fenomeni del beach volley aggiungiamo noi. Si chiamano Pata Miller e Linline Matauatu. A Long Beach hanno battuto le nostre Menegatti/Orsi Toth e le campionesse del mondo Agatha/Barbara e hanno chiuso quinte, così come a Fuzhou e Puerto Vallarta. Sanno dare spettacolo ed attirarsi le simpatie del pubblico. Possono essere la variabile impazzita di qualsiasi torneo.

Z COME ZUCCARELLI E LESTINI: si sono trovate assieme a stagione iniziata e hanno chiuso la stagione con una tappa del campionato italiano e con la Coppa Italia sulla bacheca. Niente male come esordio. A livello internazionale devono ancora fare passi da gigante per poter dire la loro ma hanno la gioventù dalla loro parte e con il lavoro giornaliero i risultati potranno arrivare.

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