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Biathlon, Dominik Windisch: “Mi sento più sicuro che in passato, abbiamo lavorato bene”

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Mancano una manciata di giorni all’inaugurazione della Coppa del mondo di biathlon. Domenica, infatti, andrà in scena l’ormai classica staffetta mista di Östersund, in Svezia, anticipata dalla staffetta mista a coppie. La nazionale italiana ha preparato l’appuntamento sulle nevi di Sjusjøen, in Norvegia, per rifinire la preparazione estiva. Abbiamo parlato con Dominik Windisch, atleta ormai 26enne cresciuto sportivamente e non solo a Rasun. Queste le parole dell’azzurro alla vigilia di una stagione che potrebbe ricoprire un ruolo di primaria importanza nello svolgimento della sua carriera.

Partiamo dall’estate. Com’è andata la preparazione? 
Quest’estate è andato tutto bene. Avevamo una bella squadra, quest’anno allargata con più uomini e più donne. È stato anche divertente e questo è molto importante negli allenamenti, che risultano meno pesanti. Sono stati allenamenti duri ma giusti. Abbiamo fatto più lavoro intenso come l’anno delle Olimpiadi, un programma abbastanza simile dato che aveva funzionato. Mi sento bene, va tutto come previsto e mi fido degli allenatori“.

Settimana scorsa siete andati a Sjusjøen per allenarvi su neve. Com’erano le condizioni?
All’inizio era un po’ così così, sufficienti per allenarsi. È bello poter sciare, un’altra cosa rispetto agli skiroll che usiamo durante l’estate”.

Negli scorsi anni ti è capitato di faticare al tiro. Come ti stai trovando con carabina e bersagli nell’ultimo periodo?
Ultimamente anche molto bene. Abbiamo cambiato piccole cose e penso che abbiamo intrapreso una buona strada. Ci sono alti e bassi come sempre ma ci stiamo lavorando e di testa quest’anno sono molto tranquillo“.

Sei un atleta alto e con una massa muscolare importante. L’impressione è che fatichi ad ingranare e hai bisogno di trovare il ritmo giusto nel corso dell’inverno
Sì. Sento sempre che ho bisogno di ritrovare il ritmo gara. Più gare faccio e meglio riesco ad esprimermi. Ho sentito di avere una buona base di velocità ma faccio ancora fatica ad andare a tutta. Andando avanti con l’inverno si perde anche un po’ di peso e si va più veloce. Anche per quello quest’anno ho iniziato a lavorare con un nutrizionista che mi aiuta e mi consiglia su cosa mangiare e quando farlo“.

La scorsa stagione sei riuscito a entrare 4 voltre tra i migliori 20. Puoi tracciare un piccolo bilancio?
“La scorsa stagione è andata molto bene perché ho fatto poche gare fuori dai migliori 40, sono entrato quasi sempre a punti ma mi mancavano risultati buoni, non son quasi mai riuscito a stare davanti. Il mio obiettivo era quello di migliorare la costanza al tiro e ci sono parzialmente riuscito ma comunque facevo troppi errori. Voglio ritrovare la costanza dello scorso anno e fare meglio specialmente al poligono, migliorando su quegli errori anche
stupidi
. Punto ad entrare tra i migliori venti, dieci e se capita anche sul podio. Voglio migliorare basandomi su un buon tiro”.

Sembra che il trend al poligono sia quello, un po’ per tutti, di rallentare i tempi di sparo. È vero? Cos’è cambiato rispetto a 2-3 anni fa in cui sembrava che tutti volessero sparare più velocemente possibile? 
“I tempi al tiro si sono alzati. Tutti gli atleti hanno rallentato i tempi di sparo, ma si lavora su altre cose come arrivare in posizione ed andare via prima ma il tiro in sé si è rallentato”
.

A 26 anni hai maturato una certa esperienza in Coppa del mondo. Come ti stai approcciando alla nuova stagione con questa maggiore consapevolezza? 
Mi sento molto più sicuro in me stesso, sento la tranquillità. Non vedo l’ora di tornare in Coppa perché la giornata di gara che trascorre mi rende felice. So quello che devo fare e non vedo l’ora di farlo ancora. A me piace molto preparare la gara sin dalla mattina, sono abituato a quel ritmo di giornata e non vedo l’ora di ricominciare. È una cosa che impari negli anni, per trovare un modo per viverla al meglio “.

Come hai detto, il gruppo di Coppa del mondo quest’estate si è allargato. Cosa è cambiato negli allenamenti e in ritiro?
“È un’ottima cosa perché ti diverti di più e se ci sono allenamenti tranquilli puoi parlare con gli altri, senza stare sempre con la solita persona ma confrontandoti con tutti i compagni. Potevamo fare più lavori di gruppo, come ad esempio staffette che sono molto utili in cui riesci a simulare meglio la situazioni di gara in cui devi lottare con qualcuno, c’è maggiore competitività per lavorare meglio. Ognuno ha un punto forte in cui tu vuoi batterlo, ti stimola”.

Se dovessi scegliere una pista in cui conquistare un risultato importante in Coppa del mondo sarebbe sempre queslla di Anterselva?
“Certo. Antherselva è sempre un posto speciale per noi. Siamo a casa, conosciamo la gente e la pista a memoria. Il tempo è sempre bello, lo stadio è bello e ti diverti a correre lì. Fare podio lì è il top. Quasi come vincere il Mondiale”.

Nel fine settimana si è aperta la stagione invernale con una sprint a Sjusjøen. Come è andato il primo contatto con le gare?
Sabato nella sprint è andata bene sugli sci, ero contento dopo aver visto i tempi ma al tiro è andata malissimo, forse a causa del vento. Non sono riuscito a trovare il modo di reagire, poi ho avuto problemi con un bastone durante i giri di penalità. Guardando il tempo, comunque, mi sono accorto che il tempo sugli sci era buono“.

La musica, però, è cambiata nella mass start di domenica….
Domenica sono partito nella seconda batteria dopo il risultato di sabato. Ho provato a riscattarmi, mi sentivo sicuro anche quando ero in prima posizione, a dimostrazione che di testa ci sono. Ero convinto di poter far bene e nonostante un po’ di vento ho commesso solo tre errori, tutti nelle serie in piedi. Sugli sci sono rimasto sorpreso, non pensavo di poter andare così forte anche perché ho fatto la gara sempre da solo per 4 giri e non avevo riferimenti. Quando sono arrivato all’arrivo lo speaker mi ha detto che ho fatto il miglior tempo di giornata. Non si possono paragonare le due batterie perché la situazione di gara era differente e non si può dire che sarebbe andata allo stesso modo. Ho visto che sugli sci se sto bene sono lì con i migliori e questo mi dà fiducia e mi dimostra che mi sono allenato bene. Sappiamo com’è il biathlon, conta la giornata giusta in cui si riesce a sparare e sciare bene. Dopo questa gara non mi aspetto nulla di speciale ma è stata a dimostrazione che il programma di allenamento funziona e siamo pronti per iniziare la stagione. L’unica perplessità è un piccolo raffreddamento da valutare come si evolve nei prossimi giorni“.

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gianluca.santo@oasport.it

Twitter: Santo_Gianluca

Foto Credit: Serge Schwan – FISI

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