MotoGP
MotoGP, GP Valencia 2015, Jorge Lorenzo: la solitudine di un Campione del Mondo antieroe
La stagione 2015 del Mondiale di MotoGP è andata in archivio ed ha incoronato lo spagnolo Jorge Lorenzo Campione del Mondo per la terza volta in carriera nella top class, la quinta complessiva tenendo conto dei titoli vinti in 250cc nel 2006 e 2007 a bordo dell’Aprila RSW.
Un successo meritato quello del maiorchino perchè costruito su prestazioni di altissimo profilo nel corso di tutta l’annata: 7 vittorie, 12 podi e 5 pole position. Numeri significativi per un pilota che con il suo stile di guida “smooth” , come lo direbbero gli inglesi, ha saputo fare la differenza riuscendo a battere in volata il nostro Valentino Rossi. Un campionato tiratissimo in cui le polemiche non sono mancate, con la famosa penalizzazione di Rossi nell’immediato dopo gara di Sepang e le annesse dichiarazioni di Lorenzo: ” Non credo sia stata la decisione giusta, è successo perché il nome di Valentino pesa – tuonava Jorge – Marquez ha preso zero punti e lui 16. È incredibile, non ci voglio credere. Io credo che avrebbe dovuto avere lo stesso trattamento di Marquez: Marc ha preso zero punti e a lui doveva succedere lo stesso. Molte persone perderanno rispetto per lui: è uno degli sportivi più grandi della storia, ma credo che in tanti cambieranno idea”. Queste parole così nette e, probabilmente, esasperate da un clima di tensione vissuto in quel weekend sono state accompagnate da un gesto sul podio malese (un pollice verso) piaciuto a nessuno, ivi compresi i dirigenti della Yamaha.
https://www.youtube.com/watch?v=sLFU3Og69Yc
Le scuse che poi sono seguite, nell’appuntamento di Valencia, sono sembrate più indotte dal suggerimento di altri piuttosto che sincere. Un’idea rafforzata anche dalla volontà di Jorge e dei suoi avvocati di presentare una documentazione al Tas (Tribunale Arbitrale dello Sport) nell’appello chiesto dal suo team mate a seguito della sanzione combinatagli in Malesia (cliccare qui per saperne di più). Un sentirsi parte in causa poco gradito dalla Casa di Iwata che per bocca del direttore sportivo Massimo Meregalli, ai nastri di partenza del round di Valencia, dichiarava: “Non sapevamo nulla, avremmo preferito essere informati!”. Un clima pesante frutto anche di tanti episodi nei quali le lamentele di Lorenzo riguardo problematiche di vario genere (il casco, lo stato di salute, la sfortuna) non hanno reso l’immagine dell’iberico simpatica ai più.
Un Campione del Mondo solo e apprezzato da pochi. L’antieroe per eccellenza, colui che ha sconfitto il 46, il personaggio che tutti amano e che avrebbero desiderato veder incoronato per la decima volta al vertice. Un driver che, a detta di qualcuno, è in grado di vincere solo “scappando” (come se fosse facile) per non affrontare il suo compagno di squadra, così forte nel “corpo a corpo”. Sono tante le “teorie” dunque che descrivono il 28enne di Palma di Maiorca negativamente, reo di aver rotto il giocattolo che mediaticamente avrebbe ottenuto migliori riscontri, come i maxi schermi degli stadi di Milano e Roma dimostrano.
La figura del nemico quella di Jorge, contro cui tutti avremmo dovuto unirci con lo slogan #iostoconvale augurandoci il male possibile nei suoi riguardi. Un atteggiamento, appunto, da tifosi di Valentino che, da un certo punto di vista, costituisce anche il sale della competizione ma che, probabilmente, in taluni casi, ha superato anche il limite della decenza, come le minacce e gli insulti sulle pagine FB di Andrea Iannone prima e di Lorenzo/Marquez dopo testimoniano.
Si chiude pertanto un anno con un World Champion non così “simpatico”, in attesa però che il Tas si pronunci definitivamente sul ricorso di Rossi. Uno strascico che addetti ai lavori ed appassionati dovranno portarsi dietro pur respirando, martedì e mercoledì a Valencia, aria di 2016 con i test sulle moto per l’anno venturo.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
immagine: Yamaha
Twitter: @Giandomatrix