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MotoGP: spettacolo vergognoso e una Dorna/Fim che non tengono le fila. Servono cambiamenti!

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Siamo all’11 Settembre dell’asset del Motomondiale? Potrebbe essere. Di sicuro lo show degli ultimi due appuntamenti del Mondiale di MotoGP rappresenta un’eccezione nella storia dei motori per dichiarazioni, atteggiamenti e valutazioni che non hanno nulla a che vedere con la bellezza di questo sport.

Non ci nascondiamo dietro troppi giri di parola. Il GP della Malesia e di Valencia sono parte dello stesso film dell’orrore la cui origine sono le dichiarazioni di Valentino Rossi, nella famosa conferenza stampa del giovedì, ma che poi in pista ha un attuatore diverso in Marc Marquez. E’ tutto colpa di Valentino? Se non avesse parlato ciò non sarebbe successo? Probabile però come è giusto criticare il 46 per una condotta “comunicativa” discutibile è altrettanto lapalissiano che un atteggiamento reiterato di Marc e chiaramente contro il 46, per una disputa personale, ha finito per rovinare uno dei campionati più belli che si ricordino. Le cause potrebbero essere diverse? Gli episodi in Argentina e di Assen a partire dai quali il buon 93 ha attuato il suo piano? Difficile provare tutto questo, anche attraverso l’interpretazione di cronologici che ha partorito idee opposte.

Che cosa rimane dunque dietro il grottesco fenomeno massmediatico che si è scatenato? Una sconfitta per tutti gli appassionati di motociclismo e gli sportivi, sentendosi quasi defraudati da un contesto farsesco in cui ogni componente dell’asset ha delle responsabilità. In particolare la Dorna e la Fim assolutamente latitanti nelle decisioni che contano. L’essere stati assenti nel momento in cui il caso è esploso in Malesia è un colpa grave che, probabilmente, avrebbe evitato la bomba mediatica in corsa e fuori.

La decisione di Rossi di ricorrere al Tas per la famosa penalizzazione è un ulteriore schiaffo morale sia all’organizzazione di Ezpeleta ma anche della stessa Fim (Federazione Internazionale del Motomondiale) il cui Presidente Vito Ippolito è sembrato quasi imbarazzato nel non essere riuscito a prevenire una condizione così particolare. La penalità postuma da scontare in Spagna si è rivelato un malriuscito tentativo di “salvare capra e cavoli” ma che ha reso ancor più una farsa l’ultimo atto.  Si è assistito, pertanto, ad un’autogestione dei piloti in cui da un lato Valentino ha pensato di poter lanciare un messaggio deciso a Marquez, sui sedicenti giochi contro di lui in Australia, nello stesso tempo il Cabronçito si è fatto giustizia da solo in pista applicando la cosiddetta “legge del taglione 2.0” che ai detrattori del 46 sarà piaciuta moltissimo (oppure mai esistita) ma ai veri appassionati meno. Tra i pareri autorevoli possiamo citare un ex campione del mondo di una certa importanza, un tal Troy Bayliss che senza troppi giri di parole ha parlato di “Mafia”, poco prima della gara, e di un Valentino che qualora riuscisse a provare ciò che dice sarebbe un grande.

 

Una brutta immagine per il Motomondiale che dovrà riflettere sui propri errori rivedendo, prima di tutto, il modo in cui i regolamenti vengono applicati, senza fare differenziazioni di sorta tra i piloti. Non è ammissibile che in Moto2 e Moto3 vengono combinate dure penalizzazioni per rallentamenti o incroci in qualifica e poi si parla di un 93 che viene dichiarato “antisportivo” dal direttore di gara di Sepang ma si fa intendere che l’ha fatto “con classe”. Il 2016, quindi, con le gomme e l’elettronica nuove dovrà tener conto delle negatività che da troppo tempo vengono ignorate. Ci saranno davvero questi cambiamenti? Lo si spera anche se, al momento, lo scetticismo regna sovrano.

 

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immagine: Wikipedia

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