Scherma
Scherma, Coppa del Mondo: il fioretto per ritrovare certezze
Donne a Saint Maur (Francia), uomini fino a Tokyo (Giappone): nell’imminente fine settimana la Coppa del Mondo di scherma vede scendere in pedana il fioretto, per la seconda tappa stagionale.
L’Italia sta vivendo un momento difficile nello sport in cui, da sempre, raccoglie le migliori gioie olimpiche? I numeri parlano chiaro: di certo la situazione non rispecchia l’abitudine azzurra, con le tre armi che finora hanno raccolto solo sei podi in sedici gare. Poco, onestamente, rispetto al passato. Tuttavia, un trend in linea con quanto visto agli ultimi Mondiali di Mosca, in cui prima di dominare nelle gare a squadre con ben tre ori il Bel Paese non era andato oltre due sole medaglie individuali.
Ma se la spada femminile fatica (e per ora sarebbe fuori da Rio 2016) e nella sciabola maschile la concorrenza per i soli due posti olimpici sembra “spaventare” anche fuoriclasse del calibro di Aldo Montano e Diego Occhiuzzi, i campanelli d’allarme di certo non valgono per il fioretto, che continua a navigare nei pressi della sua isola felice con una squadra femminile in grado di vincere anche con due cambi in quartetto – come tre settimane fa a Cancun – e di portare sempre un folto numero di atlete nelle fasi finali dei tabelloni individuali.
Anche qui, per inciso, ci si gioca l’Olimpiade: al momento Elisa Di Francisca e Arianna Errigo sono in pole position e, per costanza di risultati, sono le due che meriterebbero maggiormente il Brasile. Certo, con l’eliminazione al primo turno in Messico la lombarda ha perso terreno, ma il vantaggio accumulato su Martina Batini e Valentina Vezzali resta importante. E tutto sembra portare verso dei Giochi senza la 41enne jesina, tra i pilastri dello sport italiano.
Dal canto loro, invece, gli uomini hanno vissuto nella passata stagione un notevole ricambio generazionale che si è concretizzato in fretta, prima di qualsiasi previsione. Daniele Garozzo ed Edoardo Luperi sono ormai delle certezze, nonostante la giovane età, e Andrea Cassarà è il punto di riferimento di un gruppo che, dopo l’oro di Londra 2012 e il trionfo degli ultimi mondiali, punta a bissare il titolo anche a Rio 2016 (la qualificazione sembra in cassaforte). A San Josè fu Giorgio Avola il migliore degli azzurri, che non riuscirono tuttavia a centrare il podio. Riabituarsi subito a certe sensazioni, in ottica futura, è fondamentale.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma