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Storia delle Olimpiadi: Gian Giorgio Trissino, il primo oro azzurro

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Si scrive “equitazione” e si legge “fratelli D’Inzeo”, plurimedagliati veterani della presenza azzurra alle Olimpiadi. E si rischia così di fare un torto a Gian Giorgio Trissino, primo oro italiano della storia, campione olimpico a Parigi 1900, quando conquistò anche un argento.

Il nome farà sobbalzare gli appassionati di letteratura e, in effetti, nelle sue vene scorreva il sangue dell’omonimo intellettuale vicentino del XVI secolo, mentore di Andrea Palladio e traduttore del dantesco De Vulgari Eloquentia. Ah, il cognome di questa famiglia le cui radici affondano in una storia nobile e millenaria non è semplicemente “Trìssino”, rigorosamente con l’accento sulla “i”: bensì “Trissino del Vello d’Oro“, con un notevole riferimento ad uno dei miti più affascinanti della tradizione classica, quello dell’ariete volante riconquistato da Giasone e dagli Argonauti.

E anche il Trissino nato a Vicenza il 22 luglio 1877 sa volare, seppur in sella ad un cavallo. La letteratura ci insegna che i cavalieri profumano di nobiltà, dunque non c’è nulla di strano nel vedere il conto veneto adempiere ai propri doveri militari nel reggimento Genova Cavalleria, di cui è sottotenente. Ai Giochi della II Olimpiade, però, Trissino non deve andarci: il posto spetta al capitano Federico Caprilli, un vero rivoluzionario del mondo dell’equitazione che gli deve l’invenzione del sistema naturale.

Ma il capitano, militare in carriera, viene bloccato in Italia da un telegramma del Ministero della Guerra: il governo del generale Pelloux, non proprio democratico nella gestione dei tumulti di piazza, entra in crisi e si ha lo scioglimento delle Camere, così agli alti vertici del Regio Esercito è negato l’espatrio. Tocca a Trissino, dunque, cavalcare Oreste, il cavallo prediletto da Caprilli: il sodalizio funziona, perché il 31 maggio arriva l’argento nel salto in lungo (5.70 metri) e il 2 giugno, che poi diventerà una data altamente simbolica della storia repubblicana, l’oro nel salto in alto (1.85 metri) a pari merito col padrone di casa Dominique Gardères.

7500 franchi di premio, una cifra non indifferente, accompagnano le medaglie: come in ogni storia lontana, tuttavia, non manca l’alone misterioso. Pare infatti che la sostituzione Caprilli-Trissino non fosse stata ottimamente comunicata ai giudici francesi, se è vero che in alcune cronache di gara dell’epoca compare il nome proprio del capitano e non del sottotenente: c’è chi assicura, con buona dose di fantasia, che Caprilli abbia raggiunto Parigi in incognito gareggiando effettivamente al posto di Trissino….

La storia ufficiale, però, è alquanto chiara: quell’oro e quell’argento hanno la firma di Gian Giorgio Trissino. Il primo campione olimpico italiano nella storia delle moderne Olimpiadi estive.

Storia delle Olimpiadi, prima puntata: Dorando Pietri
Storia delle Olimpiadi, seconda puntata: Ondina Valla

foto: Wikipedia

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marco.regazzoni@oasport.it

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