Ciclismo
Ciclismo: Vinokourov vuole ancora Nibali, ma a Vincenzo ora serve l’Astana
Se il rapporto tra Vincenzo Nibali e l’Astana sembrava essersi definitivamente incrinato nel corso della scorsa stagione, lo Squalo dello Stretto potrebbe ora rinnovare con la formazione kazaka in vista del 2017 e del 2018.
Dopo aver faticato nei primi mesi del 2015, l’ambiente attorno all’azzurro sembrava teso. Piccole discordie sui compagni di squadra selezionati per scortarlo nelle varie corse ad una vera e propria mancanza di risultati fino al patatrac combinato alla Vuelta assieme all’ammiraglia. Tutti sintomi di poca fiducia reciproca dato anche un Tour de France per lunghi tratti negativo e salvato solamente dalla roboante vittoria di La Toussuire.
Il mese di settembre, però, ha dato nuova linfa al campione italiano che ha fatto il bello e cattivo tempo nelle semiclassiche italiane, confermandosi poi al Lombardia regalando a se stesso la prima Classica Monumento della carriera e riportando così l’Italia sul gradino più alto del podio in una delle cinque corse di un giorno più importanti 7 anni dopo la vittoria di Damiano Cunego conquistata proprio al Giro di Lombardia.
Una vittoria che ha dato morale a lui, importantissimo in vista dell’inverno, e alla squadra, rappresentata da Alexander Vinokourov. Il campione olimpico di Londra 2012, ora manager nella formazione con cui ha chiuso la carriera, è parso molto più tranquillo in un’intervista rilasciata negli scorsi giorni a La Gazzetta dello Sport in cui, per forza di cose, si è parlato di Nibali.
“Rimarrà al 99%“, queste le sue parole. Incoraggianti alla vigilia di una stagione che potrebbe risultare fondamentale nella carriera del siciliano. Non più giovanissimo, e con la scomoda presenza dell’arrembante connazionale Fabio Aru, Enzo non può più permettersi di programmare la stagione senza tenere conto delle dinamiche del team.
Giro, Tour e Olimpiadi. Questo il magico tris che aspetta NIbali tra maggio e luglio. In Italia per vincere e riprendersi la maglia rosa conquistata nel 2013, in Francia per aiutare Aru nel suo primo Tour e ritrovare il giusto colpo di pedale in vista di Rio e in Brasile per una medaglia olimpica, riconoscimento che lo spedirebbe di diritto nella leggenda del ciclismo come uno degli atleti più vincenti di sempre. Fondamentale, già dai primi mesi di corse, che la squadra lo supporti anche nei momenti di maggiore difficoltà, che necessariamente ci saranno dato un periodo d’attività così intenso tra maggio e luglio. Tre mesi che possono cambiare una carriera e una vita che Nibali non può affrontare da solo per la quantità di pressione che sarà chiamato a fronteggiare. Ecco perché, con la squadra a completa disposizione e ricca di fiducia, questo calvario, che nelle speranze del pubblico italiano dovrebbe essere solo l’anticamera del paradiso, può risultare meno impervio.
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Foto: Ufficio Stampa RCS