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ESCLUSIVA | Judo, Fabio Basile: “Voglio arrivare a Rio. I giovani sono il presente dello sport”

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Campione Europeo Under 23 della categoria 66 kg, il ventunenne Fabio Basile è uno dei judoka italiani che più si è messo in luce sul finire dell’anno 2015. Lo abbiamo intervistato per riassumere la stagione appena conclusa e proiettarci verso il grande obiettivo di Rio 2016.

Quest’anno hai ottenuto diversi risultati importanti: il titolo europeo U23, la prima medaglia nel circuito mondiale, la prima partecipazione ad un Grand Slam… Qual è il tuo miglior ricordo di questo 2015 che sta per concludersi?

Quest’anno è stato un grande anno. Ho avuto la possibilità di inserirmi fra i migliori al mondo e penso di non aver deluso il grande tecnico giapponese Murakami. Sarà strano da dire, ma il miglior ricordo di quest’anno è il Grand Prix in Corea del Sud, dove sono arrivato quinto. Ho battuto i migliori al mondo, e atleti che fino a poco tempo fa erano “idoli”. Poi ovviamente c’è il titolo d’Europa a Bratislava. Ma il Grand Prix a Jeju mi ha fatto capire molte cose che stavo iniziando a lasciar perdere“.

Diverse volte hai sottolineato come ti siano state date poche possibilità per metterti in luce nei tornei più importanti, sopratutto nella prima parte dell’anno. Pensi di aver perso opportunità per fare esperienza, al di là dei punti nel ranking?

Assolutamente sì. Sono a fine quadriennio e non ho ancora partecipato ad un Campionato del Mondo senior. Normale? Non penso. Ma a Jeju ho battuto l’israeliano che ha fatto terzo al Campionato Mondiale (Golan Pollack, ndr). Ho dato prova a certe persone che ero in grado di partecipare al Mondiale di Astana e di fare anche bene! C’è ancora da lavorare però. Sto facendo una preparazione che non ho mai fatto adesso. Io voglio arrivare a Rio. Punto e basta“.

Cosa hai pensato quando hai visto un tuo coetaneo, il sudcoreano An Ba-Ul, conquistare il titolo mondiale nella tua categoria (66 kg)?

Che la Corea del Sud è più furba dell’Italia. Ma non c’è solo lui, anche An Chang-Rim è nato nel 1994, ha la stessa stessa età mia e vanta già medaglie mondiali, Grand Prix e Grand Slam. I giovani sono il futuro dello sport? Secondo me sono il presente“.

La qualificazione olimpica è, al momento, abbastanza distante. Per andare a Rio, infatti, non ti basterebbe entrare tra i qualificati virtuali, ma dovresti anche scavalcare Elio Verde. Quali saranno i tornei ai quali speri di prendere parte per provarci e qual è il tuo programma per il 2016?

Sono arrivate le convocazioni. Parteciperò all’atteso Grand Slam di Parigi, uno dei tornei più importanti al mondo, ed al Grand Prix di Düsseldorf. Ancora non ci credevo quando ho letto la convocazione. Non sono abituato a tanta fiducia!“.

Ai Campionati Italiani hai fatto notare di essere stato battuto in semifinale per via di uno shido molto dubbio. Subito dopo hai addirittura scritto che non farai più gli assoluti. Cosa ne pensi a mente più fredda?

A mente fredda la penso ugualmente. Davide Faraldo è un grande atleta e lo è sempre stato, oltre che un grande amico, ma la colpa non è sua, è del sistema e dell’arbitraggio di per sé. Non ero al top a Torino, venivo da diverse gare anche più importanti. L’ho voluta fare anche se tutti erano contrari. Ma sono contento alla fine fine che Faraldo si sia messo in luce anche lui. Grande atleta, su questo non c’è da discutere“.

Cosa è cambiato nella tua vita sportiva da quando sei entrato nel Gruppo Sportivo Esercito?

Ho una grande persona in più al mio fianco: il colonnello Giuseppe Minissale. Sono onorato di averlo al mio fianco, grande persona che sa fare il suo lavoro al meglio. E poi, va be’, lo stipendio!“.

Chi saranno secondo te i protagonisti dei prossimi Giochi Olimpici?

Il Giappone al numero uno, seguito dalla Corea del Sud. E spero in una grande Italia!“.

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Immagine: EJU

giulio.chinappi@oasport.it

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