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F1, Arrivabene insiste: si deve battere la Mercedes nel 2016. Ma è concretamente possibile?

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Il salto qualitativo e quantitativo della Ferrari fra la stagione agonistica 2014 e quella appena conclusa obbliga i tifosi della Rossa a credere nel Mondiale 2016 e il Team – principal Arrivabene portavoce – a dichiararsi pronto per giocarsela alla pari con la Mercedes, da subito. I numeri comparati, in effetti, non concedono margini di dubbio: la crescita prestazionale della scuderia di Maranello è stata oggettiva, costante, entusiasmante.

Campionato 2014: 0 vittorie, 2 podi, 216 punti, 1 giro veloce, 0 pole position, 0 prime file.
Campionato 2015: 3 vittorie, 16 podi, 428 punti, 3 giri veloci, 1 pole position, 4 prime file.

La Ferrari è giunta ad un passo (non possiamo sapere ancora quanto lungo, ma è pur sempre un passo) dalle Frecce d’Argento e, se i prossimi tre mesi saranno miracolosi in fase di sviluppo come o più degli stessi di un anno fa, allora nel 2016 sarà davvero una sfida alla pari. Ovviamente, molto dipenderà anche da quanto riusciranno a migliorarsi in casa Mercedes.
Sebastian Vettel è stato il simbolo della rinascita Rossa perché è un purosangue, un leader carismatico, perché è salito tre volte sul gradino più alto del podio, collezionando 13 podi (record per un pilota Ferrari al primo anno) e rendendo tangibile il grande salto tecnico compiuto dalla nuova gestione. Il suo entusiasmo, poi, è stato trascinante.

A Maranello si è cominciato da un po’ a pensare e parlare in grande. Fonte: Maurizio Arrivabene. Intervistato da “La Gazzetta dello Sport” a Campionato 2015 archiviato, il manager bresciano ha ripercorso le tappe del suo avvento in Emilia. “Conoscevo la Ferrari, la frequentavo da sponsor, ma quando mi hanno mostrato la mia scrivania, dove si erano sedute persone importanti, è stata un’emozione. Grande orgoglio, grande paura”, ha principiato. “Non ho licenziato, ma non ho rinnovato tanti contratti in scadenza. Mi era accaduto anche in Philip Morris, perché nelle aziende quando non raggiungi gli obiettivi prefissati ti trovi di fronte a un problema. E va risolto”, ha continuato.

Arrivabene non ha negato le iniziali difficoltà, ma con una buona dose di umiltà è riuscito a cambiare il corso degli eventi: “Quando arrivi da un grande gruppo hai la voglia e l’arroganza di voler cambiare le cose. Dopo di che, come è successo a me, trovi qualcuno che ti spiega che stai correndo troppo e allora ti devi fermare un attimo e ripartire con più umiltà, in un ambiente in cui c’è una tradizione enorme e tu sei una formica. All’inizio ho dovuto chiarire delle cose anche con Sebastian, lui voleva cambiare, fare, eccetera. Io l’ho invitato a visitare tutti i reparti dell’azienda e da quel giorno è diventato uno dei più grandi tifosi del Cavallino”, ha concluso.

Maurizio Arrivabene resterà legato alla Rossa fino alla fine del 2018, “sempre che non mi mandino via prima”, ma ora è tempo di pensare alla prossima stagione e puntare in alto. Il gap tra le due contendenti annunciate c’è ancora e si è visto fino all’ultimo GP di Abu Dhabi; occorrerà dunque intervenire in maniera capillare su quei particolari (competitività in qualifica, ad esempio) che porterebbero all’azzeramento totale del divario.

Ad ottobre, lo stesso Hamilton si era augurato “di avere rivali più importanti” nel 2016, perché “una battaglia con la Ferrari sarebbe un bene per la Formula 1”. E non era nemmeno la prima volta che il britannico invocava un duello serrato in pista con Sebastian Vettel, evidentemente le corse in solitaria non lo divertono più di tanto. La Ferrari ha lanciato ufficialmente il guanto di sfida, il Campione del Mondo in carica lo ha già raccolto, quindi, non ci resta che aspettare la fine di questo lungo inverno, unirci idealmente ai meccanici di Maranello nel duro lavoro che li aspetta e sperare che Mister Arrivabene, ancora una volta, non abbia sbagliato le sue stime.

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giuseppe.urbano@oasport.it

Foto: Pier Colombo

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