MotoGP
Motomondiale 2016: Valentino Rossi e il sogno dell’immortale
Il prossimo Mondiale della MotoGP non sarà un Campionato come gli altri.
Checché se ne dica, o si faccia, in nome del quieto vivere travestito da interesse economico/logiche di mercato del Circus, le premesse della stagione 2016 riguardanti la classe regina non possono proprio farci parlare solo di team, piloti, nuovi regolamenti e test invernali.
Nonostante qualcuno – Carmelo Ezpeleta, il “Bernie Ecclestone del motociclismo” – stia provando in ogni modo ad apparecchiare al meglio la tavolata attorno alla quale si siederanno Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Marc Marquez e tutti gli altri centauri della MotoGP (clicca qui per saperne di più), osservati molto attentamente da milioni di spettatori paganti, è impossibile cancellare d’emblée certi asti, rancori, dubbi. A maggior ragione, se l’agonismo è la tua quotidianità, il tuo lavoro.
La parte lesa del complotto iberico 2015, Valentino Rossi, si affaccerà alla nuova stagione con stati d’animo dicotomici che probabilmente mai lo hanno accompagnato in vent’anni di onoratissima carriera: sdegno e delusione (deleteri) per l’accaduto, tutt’altro che digerito, e voglia, convinzione (stimolanti) di poter raggiungere l’ideale acme della sua personale scalata professionale. In modo da lasciare l’universo delle due ruote con indosso l’unico abito che gli calza, da sempre, a pennello. Quello da festa.
Stando alle recenti dichiarazioni del tavulliese, gli stimoli e la fiducia non sembrano essere scemati granché. Così, se l’integrità psico-fisica continuerà a prevalere sulla carta d’identità, la diciassettesima annata di Rossi nella massima cilindrata riserverà ancora tante soddisfazioni al diretto interessato e ai suoi tanti sostenitori.
L’ormai famigerata Decima si è caricata più di valori simbolici, onirici, cabalistici, quasi esoterici, che concreti, pratici. Perché, escludendo la mourinhana “prostituzione intellettuale”, l’unico Dottore amato da italiani e cittadini del mondo vari non avrà bisogno di aggiungere titoli alla sua sterminata bacheca né credibilità alla sua persona per entrare di diritto nell’elitario regno degli sportivi immortali.
I sogni, però, ti restano dentro, talvolta si mescolano beffardamente alla realtà, indirizzando a loro piacimento la quotidianità che, nel caso di Vale, fa rima con Mondiale 2016. L’ultimo anno in sella di Rossi? Da contratto sì ma, al cospetto dei grandi campioni, è sempre dura pronunciare la parola fine.
Quindi, il sogno dell’immortale continua…
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giuseppe.urbano@oasport.it
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