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Nuoto: le speranze di medaglia dell’Italia a Rio 2016

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Alle Olimpiadi di Londra 2012 l’Italia del nuoto toccò il punto più basso della sua storia recente. Federica Pellegrini, bicampionessa del mondo 200-400 stile libero solo un anno prima, fallì l’impegno inglese annunciando un periodo di pausa. Gregorio Paltrinieri era solo 18enne e si migliorò nei 1500 stile libero chiudendo quinto. Fabio Scozzoli, altro nome atteso, mancò il podio nei 100 rana e addirittura si tatuò l’attimo della delusione sul petto. Ilaria Bianchi e Luca Marin, finalisti rispettivamente nei 100 farfalla e nei 400 misti, furono le poche note liete di una spedizione oltremodo deludente, parzialmente riscattata soltanto dal bronzo di Martina Grimaldi nella 10 chilometri in acque libere.

Olimpiade Totale medagliere
Atene 1896 0
Parigi 1900 0 0 0 0 2
St Louis 1908 0
Londra 1908 0 0 0 0 4
Stoccolma 1912 0 0 0 0 2
Anversa 1920 0 0 0 0 4
Parigi 1924 0 0 0 0 6
Amsterdam 1928 0 0 0 0 6
Los Angeles 1932 0 0 0 0 2
Berlino 1936 0
Londra 1948 0
Helsinki 1952 0 0 0 0 12
Melbourne 1956 0 0 0 0 8
Roma 1960 0 0 0 0 24
Tokyo 1964 0 0 0 0 17
Città del Messico 1968 0 0 0 0 10
Monaco 1972 0 1 2 3 25
Montréal 1976 0 0 0 0 13
Mosca 1980 0 0 0 0 13
Los Angeles 1984 0 0 0 0 26
Seul 1988 0 0 1 1 21
Barcellona 1992 0 0 2 2 24
Atlanta 1996 0 0 1 1 14
Sydney 2000 3 1 2 6 21
Atene 2004 0 1 1 2 29
Pechino 2008 1 1 0 2 34
Londra 2012 0 0 0 0 33

Le medaglie olimpiche vinte dall’Italia nel nuoto in corsia (fonte Wikipedia)

Dall’estate di tre anni fa, tuttavia, molte cose sono cambiate. Il trend positivo innescato fin dai Mondiali di Barcellona 2013 è stato confermato agli Europei di Berlino 2014 e nella rassegna iridata di Kazan 2015, oltre che in tutte le altre manifestazioni di minor portata, vasca corta in primis. L’Italia, che ha recuperato a pieno ritmo la fuoriclasse Federica Pellegrini e che vanta in Gregorio Paltrineri un campione ormai consacrato da titoli e primati mondiali, è tornata a essere una potenza del nuoto internazionale. E a Rio 2016 proverà a ribadirlo.

Cosa aspettarsi dai Giochi brasiliani? Il confronto con il bottino dei Mondiali di Russia viene d’aiuto: ad agosto sono arrivati l’oro di Gregorio Paltrinieri nei 1500 sl, gli argenti dello stesso Greg (800 sl, che non sono però disciplina olimpica), di Federica Pellegrini (200 sl) e della staffetta 4×200 stile libero femminile e il bronzo nella staffetta 4×100 sl maschile. Cinque medaglie, dunque, di cui quattro potenzialmente ripetibili a Rio 2016. In Paltrinieri e Pellegrini la fiducia è massima e anche il quartetto in rosa – ancora non del tutto definito, perché la concorrenza dietro alla Divina e ad Alice Mizzau è tosta – sembra viaggiare verso un futuro ricco di gioie, e sarebbe storico. Meno semplice si preannuncia invece il compito dei velocisti, terzi dietro a Francia e Russia e davanti al Brasile – che sarà padrone di casa – sfruttando la clamorosa assenza di Usa e Australia. Difficilmente, però, avverrà nuovamente lo stesso.

Ma le speranze dell’Italia, fortunatamente, non si fermano ai protagonisti di Kazan 2015. Gli Europei in vasca corta di dicembre, disputati nella città israeliana di Netanya, hanno infatti messo in luce nuove possibili punte della nazionale azzurra. Parliamo soprattutto di Simone Sabbioni, dorsista in continua crescita, e di Gabriele Detti, talento del mezzofondo tornato (quasi) al top della forma dopo una stagione ricca di guai fisici. Ma anche del delfinista Matteo Rivolta e del velocista Marco Orsi, finalmente ‘sbloccati’ da medaglie importanti nei 25 metri. Adesso lo stesso bel lavoro andrà finalizzato in lunga, soprattutto per le ambizioni di una 4×100 mista maschile che, ritrovato il ranista Fabio Scozzoli, può seriamente ambire al podio ed è già stata sensibilizzata dall’intero staff tecnico federale, come dichiarato dal dt Cesare Butini.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: DeepBlueMedia

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