Nuoto
Nuoto: Paltrinieri e Pellegrini le stelle, Detti e Sabbioni nuovi campioni. Le staffette per sognare
Siamo agli sgoccioli del 2015 ed è tempo di analisi per quanto riguarda l’anno del nuoto azzurro. Una stagione che ha avuto il proprio clou nei Mondiali di Kazan (Russia) in agosto per poi concludersi con l’appuntamento europeo di Netanya (Israele) in vasca corta a dicembre. I nostri colori nei due eventi citati hanno avuto un comportamento esemplare, specie per i risultati ottenuti nelle gare in cui era lecito aspettarsi e sperare in una medaglia.
MONDIALI DI KAZAN – Nei campionati iridati, sono arrivate 5 medaglie con lo storico successo sui 1500m stile libero di Gregorio Paltrinieri, gli argenti dell’inossidabile Federica Pellegrini sui 200m sl, della 4×200 sl femminile ed i bronzi e di Greg negli 800m stile libero ed il bronzo della 4×100 stile libero maschile. Traguardi importanti per una rappresentativa che, reduce dallo zero di Londra alla voce “metallo”, deve un po’ redimersi e trovare delle risposte differenti per i prossimi Giochi Olimpici di Rio 2016. Risultati che, come dicevamo, sono arrivati in primis da Paltrinieri, oro e argento sulle distanza classiche del mezzofondo in piscina, e primo italiano ad aggiudicarsi l’oro mondiale sui 1500m. Una vittoria storica che ha avuto nel suo darsi agonistico anche il mistero dell’assenza del co-favorito della vigilia, ovvero il cinese Sun Yang, vincitore degli 800m. Una mancanza mai del tutto motivata, tra problemi cardiaci e sedicenti risse pre-gara, che ha sconvolto la condotta di tutti i concorrenti, in particolar modo Greg, già pronto ad impostare il proprio ritmo su Yang, per batterlo. Un piano strategico andato in fumo che ha costretto il carpigiano a dover resettare in poco tempo, con Ryan Cochrane prima e Connor Jaeger poi ad insidiare la sua leadership. Aveva tutto da perdere il nostro Paltrinieri ma la classe del campione la si è vista anche in un momento di grande difficoltà, valso il successo con nuovo record europeo sulla distanza in 14’39″67.
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Ma l’edizione Kazan non ha avuto per protagonista il fenomeno Greg. E’ stata il palcoscenico ideale anche per un’atleta che sembra non finire mai e parliamo, ovviamente, di Federica Pellegrini. La ‘Divina” in Russia ha raggiunto il proprio obiettivo, conquistando l’ennesimo podio mondiale della sua carriera, il settimo in totale e secondo argento dopo quello di Barcellona 2013. Un 1’55″32 alle spalle del’extraterrestre Katie Ledecky, capace di vincere tutti i titoli dello stile libero dai 200 ai 1500 metri, e davanti all’altra americana Missy Franklin che rende il risultato di Federica ancor più degno di lode. A 28 anni un traguardo che sa di vittoria per una nuotatrice che riesce sempre a risorgere come un’araba fenice dalle proprie ceneri, trovando nel magico legame con i 200m una sorta di vocazione che da più di 10 anni non sembra abbandonarla mai.
Un feeling magico che, in qualche maniera, ha finito per contagiare anche le altre tre ragazze dello stile libero azzurro che nella 4×200 hanno raggiunto un secondo posto storico che non ha precedenti per il nostro movimento. Alice Mizzau (1’57″50), Erica Musso (1’58″66), Chiara Masini Luccetti (1’57″52) e la già citata Pellegrini (1’54″73) hanno fatto il numero, come si suol dire, nel quale tutte si sono espresse al loro livelli massimi e in cui la “Fede nazionale” ha griffato una chiusura da 1’54”, miglior frazione lanciata del lotto. Un argento che si unisce all’altra seconda posizione firmata da Paltrinieri negli 800m che dipinge di azzurro un Mondiale arricchito dal bronzo del 4×100 maschile stile libero composta da Luca Dotto, Marco Orsi, Michele Santucci e Filippo Magnini, dietro ai mostri francesi e russi.
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Mondiali che hanno offerto grandi soddisfazioni, dunque, e lanciato nomi nuovi come Simone Sabbioni e Arianna Castiglioni, entrambi ai loro massimi livelli in questa competizione e capaci di conquistare, nel caso della ranista lombarda, una finale nei 100m rana, cosa non certo da poco. Un atteggiamento positivo che, in un certo qual modo, ha fatto da contraltare alle tante controprestazioni degli atleti di livello medio. Probabilmente l’aver preso parte a tante gare prima dei campionati iridati, finalizzando la preparazione, ha comportato un logorio che non ha consentito ad alcuni nuotatori di mettere in acqua tutte quelle energie necessarie per competere in un contesto altamente qualificato. Ebbene, se vogliamo la lezione di Kazan ha avuto dei benefici importanti nell’altro evento importante della stagione è cioè Netanya 2015 in vasca corta.
NETANYA 2015 – Nei campionati continentali in Israele, l’Italia ha risposto presente mettendo in mostra un parco nuotatori invidiabile che ha però conservato le stelle lucenti di Paltrinieri e Pellegrini, anche in questo evento primi attori. Le medaglie sono state 17 ( 7 ori 5 argenti 5 bronzi), i primati italiani altrettanti, quelli personali 61 ed è arrivato, come ciliegina sulla torta, uno storico limite mondiale sui 1500m, firmato da Greg, che ha messo in soffitta il primato di Grant Hackett del 2001 in 14’10″10, che aveva resistito anche all’era della gomma , timbrando un 14’08″06 che solo a pronunciarlo mette i brividi. Per quanto concerne l’oro della Pellegrini, assume un contorno atteso anche per l’assenza di Katinka Hosszu che ai Mondiali di Dubai le arrivò davanti, tuttavia il riscontro di 1’51″89 è la riprova che il lavoro sulla velocità sta sortendo i risultati sperati. Tuttavia, parlavamo di movimento coeso, ebbene l’Italia si è dimostrata una squadra come dicevamo, ponendo alla ribalta altri nuotatori importanti, facendo due nomi su tutti: Gabriele Detti, Simone Sabbioni e Matteo Rivolta.
Il livornese, compagno di allenamento di Paltrinieri, è stato autore di prestazioni incredibili, visto il periodo senza gare per problematiche fisiche che gli hanno fatto perdere il pass per i Mondiali di Kazan. Il 14:18.00 nuotato dal 21enne toscano, valso l’argento alle spalle di Gregorio, è attualmente il quarto miglior tempo nella graduatoria all time. Un miglioramento incredibile di oltre 10 secondi dal suo personale sulla distanza (14:29.94 nuotato ai Mondiali di corta a Doha con quinto posto finale) che, cronometro alla mano, sarebbe stato sufficiente per giungere 2° ai campionati del mondo 2014, visto il tempo di Osama Mellouli di 14:18.79. Un riscatto importante per Gabriele, come detto, dopo le tante noie fisiche della primavera 2015. Un motivo in più che ci porta ci piace definire Detti e Paltrinieri “i nuovi gemelli diversi del nuoto azzurro” per il loro rapporto di amicizia, l’avere lo stesso allenatore/mentore Morini e costruirsi insieme un obiettivo olimpico che per entrambi potrebbe valere traguardi estremamente prestigiosi. Se per Greg quest’ambizione ormai è realtà, visti i risultati ottenuti nelle recenti competizioni internazionali (campione del mondo ed europeo in carica in vasca lunga, recordman sui 1500m sl in corta), per Gabriele il salto di qualità sono stati proprio i campionati continentali in Israele. Citato il secondo posto e il crono dei 1500m anche il 3.37.22 sui 400m, bronzo europeo sulla distanza, ha battuto un altro record storico che apparteneva ad Emiliano Brembilla (3:37.57 del 2009 “gommato”) confermando lo step in avanti compiuto dal nuotatore azzurro. Riscontri positivi che poi si sono riflessi anche nei campionati assoluti invernali di Riccione dove su 200, 400, 800 e 1500 metri sono arrivati 4 vittorie con primati personali nelle distanze più breve (200/400 rispettivamente in 1’48″76 e 3’46″46).
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Venendo a Sabbioni gli Europei menzionati sono stati una competizione “coi fiocchi” colma di soddisfazioni e prestazioni notevolissime: 5 primati tricolore distribuiti su 50, 100 e 200 metri dorso, mettendo in soffitta i record con “costumoni” di Damiano Lestingi (23.09 nei 50m, 50.57 nei 100m e 1:50.75 nei 200m). Crono accompagnati da un argento sulla distanza più breve, un bronzo su quella più lunga e un quinto posto nei 100 dove il livello era a dir poco stellare. Una crescita esponenziale per l’allievo di Luca Corsetti andando solo a valutare i tempi di iscrizione poco prima di Netanya:
Specialità | Tempo pre-Europeo | Tempo post-Europeo |
50 metri dorso | 23″58 | 23″09 record italiano |
100 metri dorso | 51″01 | 50″57 record italiano |
200 metri dorso | 1’53″62 | 1’50″75 record italiano |
Ora la domanda è: che cosa potrà fare il giovane nuotatore dell’Esercito ai Giochi Olimpici? Difficile rispondere a tale quesito. Di sicuro, i riscontri della vasca corta fanno capire che un’evoluzione nel ragazzo c’è, verso standard ancora più qualitativi di quelli raggiunti in primavera e quest’estate.ai Mondiali di Kazan 2015. Il romagnolo, infatti, si era conquistato la partecipazione ai campionati iridati grazie record italiano sui 100m dorso, nuotati in 53″49 (abbassato negli assoluti invernali a 53’37”), e le semifinali dei 100 metri e 50 metri in Russia, con tempi vicini ai suoi personali. Qualità che vanno in controtendenza rispetto alle abitudine italiche sull’incapacità confermare nell’appuntamento clou della stagione i propri limiti. Simone, infatti, sembra essere fatto un’altra pasta, approcciando ai grandi eventi internazionali con la giusta carica emotiva senza lasciarsi schiacciare dall’importanza della gara. Vero è che attualmente il livello nella specialità del dorso è altissimo: Mitchell Larkin e il suo record del mondo nei 200m in vasca corta in 1’45″63 e 49″04 sui 100m, gli americani Matt Grevers e Ryan Murphy e i francesi Camille Lacourt e Jeremy Stravius. Tutti grandi campioni che non renderanno di certo agevole la vita a Sabbioni ma forse, continuando su questa strada, nessun traguardo può essere impossibile ed in Brasile potremmo avere una lieta novella che, allo stato attuale delle cose, prefigurerebbe una finale olimpica come massimo risultato.
Rassegna continentale che come dicevamo ha rilanciato le quotazioni di altri atleti. Uno tra questi è senza dubbio Matteo Rivolta. Il farfallista varesino, infatti, reduce da un pessimo 2014, era riuscito a ricostruirsi già nell’estate del 2015 a Kazan un ottimo 100m nuotato in 51.64, replicando al centesimo il suo record italiano, risalente ai Mondiali di Barcellona di 2 anni fa. Un tempo che, nell’immediato post gara, non soddisfaceva Rivolta convinto di poter siglare un tempo di almeno un mezzo secondo più veloce. Prospettive e ambizioni che poi, qualche settimana dopo, l’hanno portato a prendere una decisione radicale: interrompere la collaborazione con il suo allenatore Gianni Leoni e trasferirsi a Roma alla corte di Mirko Nozzolillo. Un passaggio che, cronometro alla mano, sembra aver premiato e la piscina da 25m, sempre avara di soddisfazioni per l’atleta di Arconate, è diventata improvvisamente amica, ricca di metalli e tempi ragguardevoli.
Specialità | Tempo pre-Europeo | Tempo post-Europeo |
50 metri farfalla | 23″11 | 22″83 record italiano |
100 metri farfalla | 50″10 | 49″55 record italiano |
In questo senso l’argento della finale dei 100 delfino con leggero peggioramento per Rivolta, alle spalle dell’inarrivabile Laszlo Cseh può essere da ulteriore stimolo per Matteo per continuare a lavorare soprattutto dal punto di vista mentale. L’abitudine a lottare con i migliori del mondo la si costruisce gareggiando ed il primo podio in vasca corta può essere un buon viatico per un nuotatore che nella piscina olimpica ha sempre espresso il suo meglio. Per Rio cosa possiamo aspettarci? Vale lo stesso discorso di Sabbioni. Il 24enne lombardo ha iniziato un percorso nuovo con Nozzolillo e quindi è lecito pensare che la continuità del progetto appena avviato possa dare gli sperati frutti. Indubbiamente la distanza comprende avversari fortissimi come il citato Cseh ma anche il fenomeno di Baltimora Michael Phelps, tornato alle competizioni e sempre in grande evidenza nel delfino, nonché il campione del mondo Chad Le Clos. Avversari fortissimi che però rappresentano uno stimolo per superare i limiti appena raggiunti.
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Un movimento, dunque in grande fermento, che ha anche nell’inserimento di Silvia Di Pietro un’altra freccia nella faretra azzurra. La delfinista romana classe ’93, anch’essa allenata dal citato Nozzolillo, sembra aver ritrovato quello smalto che tanto aveva impressionato in età giovanile. Silvia, infatti, dopo i 2 ori, 6 argenti e 1 bronzo degli eurojunior era una di quelle ragazze sulle quali da tempo si puntava. Sfortunatamente, problemi fisici e psicologici, hanno spesso ostacolato il definitivo lancio di una nuotatrice a cui il talento non è mai mancato. Nonostante infatti non sia un’atleta potentissima, la Di Pietro ha sempre avuto nella sua “acquaticità” il proprio punto di forza che a Netanya ha espresso in tutto suo splendore.
Specialità | Tempo pre-Europeo | Tempo post-Europeo |
50 metri farfalla | 25″38 | 25″22 record italiano |
100 metri farfalla | 57″40 | 56″63 |
50 metri stile libero | 24″30 | 24″03 record italiano |
Due primati tricolore e uno personale abbassato di quasi un secondo parlano chiaro sulla crescita notevole avuta dall’azzurra che anche in termini di medaglie non se l’è cavata affatto male: 3 ori (4x50m stile libero, 4x50m stile libero mista, 4×50 mista mista) e 2 bronzi (50m farfalla, 4×50 mista). Scores da ricordare e sottolineare, specie il bronzo sui 50m farfalla storico per la nostra tradizione che mai aveva visto alcun atleta andare in medaglia in questa specialità nella piscina da 25m, in un contesto molto competitivo per la presenza di campionesse quali Sarah Sjöström e Jeanette Ottesen. Di Pietro che, in tal senso, potrebbe rientrare tra le altre sorprese in chiave olimpica, confidando ovviamente che i suoi progressi possano ulteriormente continuare e precisando che, in questo momento, la massima prospettiva sarebbe quella di rientrare nelle otto di una finale a Rio o sui 50m stile libero o sui 100 farfalla.
Un contesto, dunque, estremamente positivo che è ancora in attesa del miglior Fabio Scozzoli. La stagione 2015 non è stata proprio da incorniciare per il campione parmigiano, non in grado di ottenere il pass per Kazan e lontano dalle sue migliori prestazioni nella distanza prediletta dei 100m rana. Gli Europei di corta, in questo senso, hanno rappresentato uno sprazzo di luce, come il 57″14 e il quarto posto finale dei 100m dimostra, però è chiaro che i riscontri che ci si aspetta da Fabio sono ancora molto distanti, confermati dai recenti campionati assoluti invernali in cui crono da 27″89 e 1’01″41 non sono così incoraggianti. Ci si augura pertanto che, come avvenuto per atleti come Luca Dotto e Flavio Bizzarri tornati in auge grazie a tempi notevoli sui 100 stile libero (48″34) e 200 rana (2’10″64), anche Scozzoli sappia tornare al meglio in vista delle qualificazioni olimpiche di Aprile dove ci attendiamo grandi riscontri dai nostri portacolori.
giandomenico.tiseo@oasport.it
Foto da: LaPresse/Gian Mattia D’Alberto/ricevuta da ufficio stampa Arena Italia