Ciclismo
Oscar 2015 – La Donna Italiana dell’anno è… Tra leggenda, prime volte, record: da Pennetta a Wierer
ROBERTA VINCI:
Un’Arena emblema del tennis. Un Leone Condottiero, una belva, una fiera, un mostro che ha segnato la storia della disciplina ed è a due passi dall’impresa memorabile che farebbe sussultare il Mondo intero. Un Gladiatore che si presenta come vittima sacrificale ma in cuor suo sa di poter uscire dallo Stadio con la testa dell’Invincibile tra le sue mani, tra le urla incredule del pubblico che, dettaglio non da poco, è tutto dalla parte del più forte, eroina della Patria nota a tutti gli angoli dell’Impero.
La seconda semifinale degli US Open sembra essere senza storia. Serena Williams, già dominatrice delle precedenti tre prove del Grande Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon), è a un passo da infilare il poker che la renderebbe la quarta tennista capace di conquistare i quattro tornei più importanti nella stessa stagione, 27 anni dopo Steffi Graf.
La statunitense è la più forte, sembra inscalfibile e imbattibile, anche se a Flashing Meadows ha dimostrato qualche piccola crepa durante il suo cammino. La pressione è tutta sulle sue spalle, tra lei e il sogno di tutta una vita c’è solo l’Italia: in Finale la aspetta Flavia Pennetta, ma per arrivarci deve battere un’altra pugliese.
Sembra un gioco da ragazzi, il primo set vola via con un comodo 6-2, la Venere Nera del tennis è in totale controllo dell’incontro ma non ha fatto i conti col cuore gigante di una ragazza che sembra uno scricciolo in confronto al colosso tutto muscoli e potenza. È lì, spalle al muro e quando non c’è davvero più nulla da perdere, che Robertina capisce di dover sfruttare l’occasione di tutta una vita, quel treno che davvero passa solo su quei binari, quelli che hanno come destinazione l’immortalità sportiva.
Crederci sempre nello sport, ma quello che succederà nella successiva ora di gioco andrà contro qualsiasi logica, previsione, azzardo. La Dea del tennis non è più a stelle e strisce ma è tutta azzurra, sale in cattedra, aumenta il livello di gioco in una maniera impressionante, colpo su colpo mete in crisi le certezze dell’automa bionico e la seppellirà con la sua classe inaudita.
Epico lo scambio infinito vinto con un colpo da maestra e quel “applaudite anche me, cazzo” che ha fatto il giro del Mondo. Doppio 6-4, responso netto e chiaro. Roberta Vinci ha realizzato l’impresa del millennio, ha detronizzato la Regina, ha catapultato l’Italia sul piedistallo del tennis. La Finale tutta italiana, prima volta assoluta in un Grande Slam, sarà l’epilogo incredibile di un torneo che rimarrà a lungo come l’apice dello sport italiano.
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