Editoriali
Pagellone sport italiano 2015: nuoto e tennis colmi d’alloro; atletica e rugby, disastro colossale
Rugby a sette, 0. La qualificazione a Rio 2016 era un’utopia già da diversi anni sia per gli uomini che per le donne e i Grand Prix estivi non hanno fatto altro che confermare delle proiezioni quantomai scontate. Le responsabilità, tuttavia, non possono essere evidentemente addossate ai giocatori delle due rappresentative, in quanto le Nazionali sono soltanto la punta dell’iceberg di un movimento di fatto inesistente. La FIR, in questi anni, non ha mai mosso un piede in direzione del seven in materia di sviluppo e formazione professionale, sia per quanto riguarda i giocatori che i tecnici. A mancare sono innanzitutto le idee, come testimonia l’assenza di un calendario dedicato ad una disciplina potenzialmente anche spettacolare ed appetibile mediaticamente. A nulla possono servire, in questo contesto, gli sporadici raduni organizzati convocando inoltre atleti che bazzicano soltanto uno sport diverso dal rugby a XV, ma – perché no – propedeutico all’Union in virtù delle skills necessarie per praticarlo a buoni livelli. La Federazione non solo non sembra avere risposte, ma non sembra porsi nemmeno le domande. E intanto nella Nazionale maschile continuano a giocare addirittura giocatori provenienti dalla Serie B…
Rugby, 2. Una delle peggiori annate degli ultimi quindici anni. L’unico ricordo positivo, di fatto, resta la vittoria in Scozia a febbraio nel Sei Nazioni, ma paragonato ai disastri sportivi e federali successivi quel successo finisce inevitabilmente nel dimenticatoio. Anche perché nelle due partite successive gli azzurri hanno riscritto due record negativi, ovvero non segnare nemmeno un punto in casa (contro la Francia) e la sconfitta più pesante nella storia del Sei Nazioni (sempre in casa, contro il Galles). Non proprio il biglietto da visita migliore per i Mondiali in Inghilterra, dove – tra polemiche per i premi, l’ammutinamento di Villabassa ed un Jacques Brunel quantomai enigmatico – il fallimento era di fatto nell’aria già prima di cominciare. E così è stato. Ma non solo, perché contro Canada e Romania l’Italrugby ha dimostrato ulteriormente di aver compiuto diversi passi all’indietro nell’ultimo quadriennio, allontanandosi dall’èlite europeo e facendosi rimontare pericolosamente da quelle nazioni con minori mezzi economici e con meno tradizioni rugbistiche. Il Giappone, la Romania, la Georgia, il Canada e gli USA, di fatto, non sono poi così lontani, anche perché in prospettiva non si intravede un futuro roseo per il movimento. Anzi. L’era dei senatori (Parisse, Castrogiovanni, Bergamasco, Bortolami, Masi, Zanni, Ghiraldini e Geldenhuys) ha lentamente cominciato il proprio declino, ma alle loro spalle il vuoto è sostanziale. Le Accademie non stanno ottenendo i risultati sperati (d’altronde l’intero sistema è rivedibile), la politica di Gavazzi in tema di sviluppo resta ancora piuttosto ambigua (e il mandato è ormai finito) e nelle franchigie e nei club il processo di crescita è oltremodo lento. Benetton Treviso e Zebre continuano a stentare in Pro12 (anche se i bianconeri stanno crescendo) ed in particolare i veneti stanno apparentemente buttando all’aria il lavoro fatto nel lustro precedenti con scelte dirigenziali e e tecniche discutibili. L’Eccellenza, poi, non offre ancora segni di redenzione e continua a navigare a vista, rimediando figuracce in Europa anche contro squadre tedesche, rumene e sfiorandole contro squadre portoghesi. Un segno tangibile di come tante cose (tutte) andrebbero profondamente riviste all’interno del movimento.
Rugby femminile, 9. Per degli uomini che piangono, ci sono invece delle donne che sorridono come non mai. Le ragazze di Andrea Di Giandomenico sono entrate nella storia nell’ultimo Sei Nazioni conquistando un incredibile terzo posto, nonché il primo podio nel torneo per una rappresentativa ovale italiana. Dopo aver perso – con punteggio fin troppo larghi – contro Irlanda e Inghilterra nelle prime due partite, le ragazze capitanate da Silvia Gaudino hanno inserito le marce più alte battendo nettamente la Scozia a domicilio, bruciando la Francia a Badie Polesine e dominando il Galles al Plebiscito di Padova. Un crescendo di prestazioni e di emozioni che ha sorpreso soltanto in parte, vista la costante ed esponenziale ascesa compiuta dalle ragazze in questi anni di Sei Nazioni. E con un risultato del genere, ora, la Coppa del Mondo 2017 è davvero vicina, in quanto i criteri di qualificazione considerano i risultati aggregati dell’ultimo e del prossimo torneo continentale (ed essendo Francia, Inghilterra ed Irlanda già qualificate). Per quanto riguarda il club, la Serie A resta ancora un campionato fortemente squilibrato visto lo strapotere delle venete e del Monza, ma il crescente numero di partecipanti e il continuo allargamento può far sperare in risultati positivi nei prossimi anni.
Foto: Valerio Origo
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