Editoriali
Pagellone sport italiano 2015: nuoto e tennis colmi d’alloro; atletica e rugby, disastro colossale
Ciclismo su strada, 8. L’Italia del ciclismo su strada si esalta grazie a Fabio Aru, vera e propria stella nell’arco di tutta la stagione. Secondo al Giro d’Italia e vincitore alla Vuelta a España, il sardo si è presentato nel migliore dei modi nel ciclismo che conta dopo aver risolto anche i problemi alimentari che lo affliggevano in passato. Meno soddisfacente il 2015 di Vincenzo Nibali, quarto al Tour con una vittoria di tappa e tanti successi nella seconda parte di stagione, coronata con il Lombardia e il tabù spezzato nelle Classiche Monumento. Continua, invece, il momento di buio nelle Classiche di Primavera. Salvo qualche raro lampo (come il quinto posto di Niccolò Bonifazio alla Sanremo) gli atleti del Bel Paese faticano sulle Ardenne e nella Settimana Santa di Fiandre e Roubaix, dove non bastano un paio di piazzamenti nei 10 per rendere il bilancio positivo. Resterà nella storia il successo di Luca Paolini alla Gand-Wevelgem in una delle gare più belle probabilmente degli ultimi 15 anni anche se nel mese di luglio la positività del Gerva pesa e non poco. Male, e senza mezzi termini, il Campionato del mondo, quantomeno nella prova in linea. Ruoli mai chiari e tanta confusione che hanno condotto Nizzolo oltre la 20esima posizione come migliore dei nostri, mentre i vari Nibali, Trentin e Ulissi affondano uno dopo l’altro sugli strappi del circuito di Richmond. Da rimarcare, invece, il prestigiosissimo argento di Adriano Malori nella cronometro, disciplina dove finalmente l’Italia ha iniziato ad investire con decisione, anche con i giovani. Nota di merito per Elia Viviani, atleta esemplare che dopo tante difficoltà è riuscito a vincere una tappa al Giro d’Italia e ad imporsi come uno degli atleti di punta del movimento, senza tralasciare l’attività su pista con il grande Obiettivo di Rio de Janeiro 2016. Brillante anche il rendimento dell’Italia in campo femminile, con svariati successi in Coppa del Mondo ed una Elisa Longo Borghini pronta per un ruolo da protagonista alle prossime Olimpiadi.
Ciclismo su pista, 6.5. Elia Viviani, bronzo ai Mondiali e oro agli Europei, resta la punta di diamante del movimento. Cresce anche l’inseguimento femminile, in ottima posizione per staccare il pass per Rio 2016. Per il Brasile sono in lizza anche Simona Frapporti nell’omnium e Francesco Ceci nel keirin. E’ ancora troppo poco, tuttavia, per un movimento come quello italiano che vanta una gloriosa tradizione in questo sport. Il Bel Paese continua ad essere assente non giustificato nelle specialità della velocità pura. Restano i problemi di sempre: carenza di impianti e mancato investimento sulla pista da parte delle squadre di club. La Federazione, encomiabile per impegno e volontà, non può fare tutto da sola.
Mountain bike, 6. Una stagione senza infamia e senza lode. L’apice si è toccato con l’argento europeo di Eva Lechner, anche se l’altoatesina ha mostrato nell’arco dell’anno un rendimento troppo altalenante. In campo maschile si è visto con costanza tra i primi 10 in Coppa del Mondo il giovane Andrea Tiberi, mentre ha deluso Marco Aurelio Fontana, bronzo a Londra 2012. Praticamente dispersa l’ormai ex grande speranza Gerhard Kerschbaumer, il cui unico squillo è stato il quarto posto ai Giochi Europei di Baku in un contesto qualitativo piuttosto scadente.
Bmx, 3. Nessun segnale di crescita per l’Italia rispetto alle stagioni precedenti. Permane l’anonimato in questa disciplina.
Foto: Valerio Origo
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