Editoriali
Pagellone sport italiano 2015: nuoto e tennis colmi d’alloro; atletica e rugby, disastro colossale
Ginnastica artistica femminile, 7,5. Missione compiuta. La qualificazione diretta alle Olimpiadi 2016 era l’obiettivo del triennio, quello per cui le ragazze di Enrico Casella hanno lavorato profondamente e duramente, sudando e rincorrendo un pass per Rio senza dover passare dalla tagliola del Test Event come invece successo nel ciclo olimpico precedente.
Ai Mondiali le azzurre si sono presentate incerottate e in difficoltà, complici l’infortunio di Martina Rizzelli e le precarie condizioni fisiche di Vanessa Ferrari ed Erika Fasana. Glasgow si è però rivelato tana di festeggiamenti per la nostra Nazionale: quinta nel turno di qualificazione, ripetuto il piazzamento di Nanning 2014, ancora una volta tra le migliori otto del Pianeta, abbondantemente qualificate a Rio 2016 con una prestazione da incorniciare e sostanzialmente esente da errori.
Negli ultimi 40 anni l’Italia si era qualificata alle Olimpiadi con l’intera squadra solo tre volte attraverso la rassegna iridata. Per Montreal 1976 (quando l’Universo conobbe Nadia Comaneci), per Sydney 2000 e per Pechino 2008 (quarte ai Mondiali 2007, miglior risultato della nostra storia contemporanea). Numeri che sottolineano l’impresa realizzata dal nostro sestetto, capace poi di concludere la Finale a Squadre al settimo posto (qui un paio di cadute hanno impedito di replicare la quinta posizione).
Un risultato non casuale ma frutto di ottima programmazione, di un lavoro costante, di tanti ritiri, collegiali. Un bacino da cui attingere che si è amplificato col tempo fino ad avere una decina di ragazze che possono vestire in maniera onorevole il body azzurro.
Ora tutte a Rio, ma non solo per ben figurare ma anche per provare a giocarsi qualcosina, come ha dichiarato il CT all’ultimo Grand Prix. Certo USA, Cina e Russia sembrano inarrivabili ma…
A livello individuale le migliori soddisfazioni sono arrivate da Erika Fasana che per un soffio non è salita sul podio all-around agli Europei di Montpellier ma che ci ha regalato una grandissima gioia conquistando la medaglia di bronzo all’American Cup, una delle gare più prestigiose dell’intero panorama ginnico, prima atleta a conquistare un alloro in terra statunitense, alle spalle delle padrone di casa Simone Biles e MyKayla Skinner. La comasca si è anche qualificata alla finale al corpo libero ai Mondiali (per la seconda volta consecutiva) ma purtroppo ha dovuto rinunciare alla partecipazione complice un infortunio al gomito patito durante l’atto conclusivo del team event.
Ginnastica artistica maschile, 2. Un disastro. Il 19esimo posto ai Mondiali è quanto di più umiliante potessimo aspettare. Bisognava almeno arrivare 16esimi per accedere al Test Event e giocarsi ancora le chance di qualificazione alle Olimpiadi e invece una prestazione inguardabile degli azzurri ha impedito di agguantare l’obiettivo minimo.
Errori su errori in una serata davvero no, ma che non è frutto del caso. Le sensazioni non erano positive, le opache prestazioni degli ultimi anni erano state un campanello d’allarme, una preparazione certamente non a puntino per una rassegna iridata, veterani lasciati a casa.
Una gestione problematica e che ha spedito il movimento all’anno zero, fuori da Rio con molto anticipo e che potrà portare alle Olimpiadi solo 1 uomo (tra l’altro il pass va ancora conquistato, anche se è veramente impossibile non prenderlo). Speriamo che almeno una “vecchia” gloria abbia l’ultima possibilità di una apparizione nel contesto più importante: che sia Busnari o che sia Morandi (o…e non diciamo altro) meritano questa chance anche perché sono gli uomini che hanno più possibilità di medaglie. Certo il pass dovrà andare a prenderlo un all-arounder…
Critiche meritate perché i numeri sono chiari ed evidenti, ma purtroppo non accettate. Una ricostruzione che sarebbe da lanciare ma che sembra molto difficile. I giovani ci sono ma c’è molto lavoro da fare. Soprattutto bisognerebbe anche farsi qualche esame di coscienza profonda.
Inutile trovare delle scuse, tra preparazioni sbagliate, serate storte e quant’altro perché nello sport parlano sempre e solo i risultati, di fronte ai quali non ci si può e non ci si deve nascondere. Non solo i pessimi Mondiali ma emblematici anche i piazzamenti nelle retrovie nei modesti contesti di World Challenge (esclusi naturalmente i veterani Morandi e Busnari andati a podio a Lubiana), deludenti anche gli European Games di Baku.
L’unico sussulto stagionale è arrivato per merito di Busnari (e ritorniamo sul discorso dei veterani), strepitoso bronzo al cavallo con maniglie agli Europei di Montpellier (ed è questo podio che salva il movimento dallo 0 spaccato in pagella).
Inevitabile il cambio di Direttore Tecnico che, dal 1° gennaio 2016, sarà Maurizio “Icio” Allievi, già leader in tre spedizioni olimpiche, coach della pluriscudettata Ginnastica Meda di Igor Cassina e Matteo Morandi (tra gli altri). Cambierà qualcosa o molto dipende dagli uomini in pedana? Staremo a vedere. Da gettare le basi per Tokyo 2020.
Ginnastica ritmica, 8. Le Farfalle (o Leonesse, che dir si voglia visto che i soprannomi sembrano poter cambiare da un momento all’altro) non deludono mai e hanno conquistato una limpida qualificazione alle Olimpiadi 2016 grazie al quarto posto ai Mondiali.
La medaglia iridata nel concorso generale è sfuggita per un soffio e sarebbe stata il giusto premio dopo un triennio durante il quale, nonostante l’importante ricambio post Londra 2012, l’Italia ha conquistato due argenti consecutivi ai Mondiali.
Emanuela Maccarani ha costruito nuovamente un gruppo eccezionale, capace ancora di dire la sua nelle più alte sfere della disciplina e conseguito a meraviglia l’obiettivo prefissato in un contesto competitivo sempre più allargato e ormai non più strettamente limitato a 4-5 Nazioni.
Marta Pagnini e compagne si sono poi laureate Campionesse del Mondo ai nastri, tornando a conquistare un oro iridato dopo 4 anni (il titolo all-around a Montpellier 2011 che sembrava essere viatico per un’apoteosi olimpica) e hanno poi conquistato anche l’argento con le clavette/cerchi, discipline entrambe non olimpiche (a Rio 2016 sarà in programma solo l’all-around) ma comunque rimarchevoli di nota. In Brasile si andrà per puntare dritte al podio.
Foto: Renzo Brico
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