Sci Alpino
Sci Alpino, Coppa del Mondo: Brignone la migliore, Fill torna sul podio e Razzoli c’è. Paris e gigantisti sottotono, slalom femminile buio totale
Discipline tecniche al femminile e subito si pensa a Federica Brignone. Inizio di stagione entusiasmante per la milanese, che a Soelden ha centrato la prima vittoria in carriera in Coppa del Mondo e nei due giganti successivi di Aspen e Are ha concluso al terzo posto. Piazzamenti che le hanno permesso di indossare il pettorale rosso di leader della classifica di specialità fino alla tappa di Courchevel. Sulle nevi francesi Federica è uscita nella seconda manche, subendo il sorpasso dell’austriaca Brem e della svizzera Gut. Una caduta che può davvero essere fatale in chiave futura. Sempre all’attacco, sempre a tutta su qualsiasi tracciato con il rischio di uscire dal tracciato sempre dietro l’angolo. Dal 2008 con Denise Karbon l’Italia non vince una sfera di cristallo (anche solo di specialità) e questa potrebbe essere la stagione buona, complici anche gli infortuni di Shiffrin e Fenninger. Un’occasione d’oro, che Federica deve assolutamente sfruttare.
Sempre in gigante si è messa in luce in quel di Courchevel Sofia Goggia, che ha chiuso al sesto posto, miglior risultato della carriera in questa specialità. La bergamasca è una sciatrice polivalente e rappresenta il futuro dell’Italia anche in chiave Coppa del Mondo generale. Restando sempre nel capitolo giovani ci si aspettava di più da Marta Bassino, ancora troppo discontinua nei suoi risultati. Fuori a Soelden e Courchevel, quattordicesima ad Aspen e nona ad Are, ci si aspetta sempre la definitiva consacrazione della bergamasca.
Due uscite consecutive hanno tolto un po’ di fiducia, invece, a Nadia Fanchini, che resta comunque la nostra seconda punta di diamante alle spalle della Brignone; mentre da Irene Curtoni, Francesca Marsaglia e Manuela Moelgg ci si attende il guizzo in qualche gara, come il quarto posto ottenuta da quest’ultima ad Aspen.
Linea piatta e speranze di vita ormai vicine allo zero per quanto riguarda lo slalom femminile. L’Italia è assolutamente anonima in questa specialità, dove un piazzamento tra le dieci per una delle nostre portacolori viene festeggiato quasi come un podio. Chiara Costazza non riesce mai ad unire due manche fatte bene, Irene Curtoni resta sempre nel limbo e qualche volta Manuela Moelgg riesce a dare un minimo spiraglio di luce tra i pali stretti. Le giovani non ci sono ed ormai la sensazione è quella che questa specialità in Italia al femminile sia ormai quasi abbandonata.
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Foto Marco Trovati/Pentaphoto