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Storia delle Olimpiadi: Pino Maddaloni, lacrime napoletane di gioia sul podio di Sydney

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Le sue incontenibili lacrime di gioia durante la cerimonia di premiazione hanno commosso l’Italia intera e costituiscono a tutt’oggi uno dei fotogrammi sportivi più toccanti di sempre. Al suo ritorno in patria, viene anche nominato Commendatore della Repubblica dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Purtroppo, a causa di un grave infortunio muscolare alla coscia, salta i tornei che gli servono a guadagnare i punti necessari alla successiva qualificazione olimpica: addio Atene. Ma Pino non è tipo che molla e nel settembre 2007 strappa il pass per Pechino, classificandosi poi al quinto posto fra i -81 kg. Dopo i Giochi cinesi, Maddaloni non ha più combattuto, la sua storia romanzata è narrata nel film per la televisione “L’oro di Scampia”.

Sì, Scampia, proprio quel quartiere all’estrema periferia nord di Napoli arcinoto per i tassi record di disoccupazione, illegalità, degrado, criminalità. Qui il papà di Pino, Gianni, ha lanciato fin dai primi anni ’80 il progetto sociale e sportivo più importante della sua vita, la Star Judo Club Napoli. L’associazione, nata principalmente per distogliere i giovani dalle pericolose “disopportunità” del territorio, in nome della disciplina e del rispetto delle regole, degli altri e di se stessi – che poche pratiche al pari del judo garantiscono – è diventata un esempio eccezionale di legalità e di inclusione, elogiato a più riprese dalle Istituzioni.

Pino Maddaloni incarna, quindi, uno dei miracoli più strabilianti dello sport nonché della società partenopei e, di conseguenza, italiani. Se il suo amatissimo judo vuol dire “via della cedevolezza”, il suo nome rappresenterà per sempre una delle vie azzurre che portano alle emozioni sincere, indelebili legate ai cinque cerchi colorati di gloria.

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Storia delle Olimpiadi, prima puntata: Dorando Pietri
Storia delle Olimpiadi, seconda puntata: Ondina Valla
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giuseppe.urbano@oasport.it

 

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