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Tennis, Davide batte Golia. Roberta Vinci batte Serena Williams: l’impresa del millennio

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Il tennis è uno degli sport più vari. Durante una stagione si affrontano tennisti e tenniste che arrivano da diversi continenti, che hanno diversi stili, diverse storie, diversi obiettivi. E’ indubbiamente uno sport variegato. Inoltre il ranking è si un fattore che può fare la differenza, in quanto la maggior parte dei tornei vengono difatti vinti dalle cosiddette “teste di serie”, ovvero i giocatori meglio piazzati in classifica, ma di imprese da parte di “comprimari” e “carneadi” se ne vedono e come. Così il numero 150 delle classifiche mondiali può mettere in difficoltà un Top ten distratto o in giornata no, oppure la numero 80 WTA può insidiare una Maria Sharapova, una Simona Halep, tornata da un infortunio o da un periodo non fortunato.

La storia del tennis è piena di sconfitte shock e di partite sorprendenti. In questo 2015 appena trascorso l’evento che fa parte di questi racconti è sicuramente la vittoria di Roberta Vinci su Serena Williams nelle storiche semifinali degli US Open. L’americana, lanciatissima verso il leggendario Grande Slam, sembrava potesse fare un sol boccone della sua vittima di turno, piazzata oltre la 40esima posizione mondiale, e reduce da una stagione altalenante. Il primo set e mezzo, come la storia racconta, conferma tutte le previsioni. La numero uno del mondo domina, lanciando i suoi canonici missili a tutto braccio. Vincenti di rara potenza, che spesso lasciano ferma la povera Vinci. D’un tratto però l’aria su Flushing Meadows cambia. L’azzurra torna in corsa nel secondo parziale, inizia a giocare d’astuzia, a mettere in campo ciò che può essere l’arma in più contro le tenniste ed i tennisti dominanti: l’intelligenza e l’arguzia tattica. Roberta incanta, disegna il campo con slice, palle corte, variazioni. La pugliese fa correre Serena da una parte all’altra del campo. Si carica, esulta, ci crede. Ecco, uno degli ingredienti, forse il principale, per battere un numero uno del mondo, per far si che Davide sconfigga Golia, è crederci. Entrare in campo con la convinzione di essere battuti significherebbe beccare un 6-1 6-0 in 40 minuti.

Roberta ci ha creduto, e come spesso accade in questo magnifico sport, ci credono molti altri tennisti. Paradossalmente alcune delle più belle partite su un campo da tennis vengono fuori dalle sfide impossibili, da quelle segnate in partenza, e non dai match tra i primi 2-3 del ranking, spesso bloccati dalla tensione.

Parafrasando una frase legata al mondo del calcio “Il tennis è di chi lo ama”, è di chi crede in queste imprese impossibili, di chi credeva che Paolo Lorenzi avrebbe messo in difficoltà Rafael Nadal a Roma nel 2011 a suon di serve and volly, di chi credeva nella storica impresa di Roberta Vinci su Serena Williams, di chi crede che uno Slam può finire anche nelle mani di un tennista al di fuori della Top ten.

La stagione 2016 è alle porte, sicuri che di imprese come quella di Robertina ne vedremo tante altre, magari alle Olimpiadi di Rio.

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Fonte foto: Pagina Facebook Supertennis

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