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Tennis, Malagò pressa Flavia Pennetta, ma Rio 2016 è lontana
12 settembre 2015: Flavia Pennetta e Roberta Vinci si apprestano a riscrivere la storia del tennis italiano. Due amiche, due corregionali, dopo una vita a sudare sui campi da tennis di tutto il mondo, si ritrovano lì, nell’Arthur Ashe Stadium, a contendersi il titolo degli US Open. Quel giorno, al pari del dì delle storiche semifinali, verrà ricordato per sempre dagli appassionati tricolori. La finale è ormai storia, ma l’epilogo è di quelli un pizzico amari. Flavia abbraccia Roberta e le confessa l’intenzione di smettere a fine stagione, dichiarazione poi resa pubblica durante la cerimonia di premiazione.
Un duro colpo da digerire per i fan e per il movimento italiano tennistico, a meno di un anno dall’appuntamento chiamato Giochi Olimpici di Rio 2016. La nostra migliore atleta, possibile candidata al ruolo di portabandiera, lascia il tennis professionistico. Lascia dopo aver vinto il suo primo Slam.
La stima, i riconoscimenti, le cerimonie a cui la brindisina ha partecipato fino ad oggi, hanno avuto una caratteristica comune: i tentativi di svariate personalità del mondo sportivo italiano di far cambiare idea alla campionessa degli US Open. Approcci finora cestinati elegantemente dalla nostra Flavia. La Pennetta sente il bisogno di “cambiare vita”, creare una famiglia con Fabio Fognini, suo futuro sposo. Per far ciò ha bisogno di punti fermi, di stabilità, e della serenità acquisita dopo la vittoria di uno Slam, vittoria che rappresenta il sogno da bambino di ogni futuro tennista.
“Perchè mi ritiro? Spesso trovo troppo dura la competizione. Inoltre bisogna lottare nel Tour 24 settimane all’anno, se non lo fai lo trovo brutto, ed a volte non ho questa forza”, dichiarava Flavia qualche mese fa.
Giovanni Malagò, Presidente del CONI, più volte ha provato a convincere Flavia ad andare avanti sino all’appuntamento Olimpico. E’ sceso in campo anche il Premier Matteo Renzi, senza portare a casa risultati.
“Faremo di tutto per convincere Flavia Pennetta ad andare alle Olimpiadi. Si tratterebbe di chiudere in modo ancor più clamoroso una carriera già fin qui straordinaria”, dichiarava Malagò pochi giorni dopo la conclusione dello Slam americano.
Un mese dopo, a fine ottobre, il Presidente del Comitato Olimpico lasciava sentori di una porta aperta. “Non sono così sicuro del ritiro a fine stagione. Vedremo ad inizio prossimo anno, quando decideremo anche il nome del portabandiera”.
Personaggi come Malagò, Binaghi (Presidente FIT), Barazzutti (capitano squadre Davis e Fed Cup), hanno tutto il diritto ed il dovere di provare ogni loro carta a disposizione per far si che Flavia giochi le Olimpiadi. Ma fino a che punto vale la pena forzare un’atleta che ha ormai già deciso cosa fare della sua vita futura?
Salvo rare eccezioni, la stagione della Pennetta post-annuncio non ha regalato gioie, anzi. A Pechino, due settimane dopo aver vinto gli US Open, Flavia ha faticato nei primi due turni contro la cinese Han (numero 159 WTA), e contro la brasiliana Pereira, non certo a suo agio sul veloce, prima di arrendersi alla russa Pavlyuchenkova. Qualche giorno dopo, a Tianjin,la qualificata Kichenok, numero 414 delle classifiche mondiali, rifila una clamorosa sconfitta al primo turno alla pugliese, che poteva mettere in discussione la partecipazione alle WTA Finals della Pennetta. Pass per Singapore poi conquistato a Mosca con i quarti di finale ed il contemporaneo concatenarsi di risultati favorevoli.
Nelle Finals, probabile ultimo capitolo della sua carriera, Flavia ha subito una perentoria battuta d’arresto da Simona Halep, prima di disputare un match fenomenale contro Agnieszka Radwanska, futura campionessa, e di arrendersi a Maria Sharapova nell’incontro decisivo.
E’ palese dunque come la mini-stagione post-ritiro sia stata ricca di alti e bassi. Inoltre, come detto anche dalla diretta interessata, una sua eventuale partecipazione ai Giochi non significherebbe certezza di vittoria di una medaglia. A Rio l’Italia dovrà portare le giocatrici che durante la stagione hanno destato le maggiori impressioni positive, mediante risultati e continuità di rendimento. Un ripensamento di Flavia vorrebbe dire un ritorno appieno nel circuito almeno fino al momento dello start delle Olimpiadi di Rio. Ipotesi suggestiva ed intrigante, ma fin quanto realizzabile?
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Fonte foto: pagina Facebook Supertennis