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Tuffi: Tania Cagnotto e la missione Rio 2016. Altro testa a testa con Jennifer Abel?

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E’ la gioia che ancora le manca, quella sfiorata ma sfumata per appena venti centesimi a Londra 2012. Furono lacrime amare nella capitale inglese, con anche una minaccia di ritiro per fortuna soltanto paventata. Per fortuna, sì, perché dopo la delusione britannica Tania Cagnotto è ripartita più forte che mai, vincendo 14 medaglie su 16 tra Europei e Mondiali, di cui ben otto d’oro.

A 31 anni, la fuoriclasse dei tuffi italiani ci proverà per l’ultima volta a Rio 2016, in Brasile, Olimpiade per cui al momento è già qualificata nell’individuale da 3 metri, mentre andrà a caccia del pass in sincro con Francesca Dallapè alla Coppa del Mondo di febbraio (19-24). Insieme alle cinesi, con cui è salita sul podio agli ultimi Mondiali, la bolzanina è tra le favorite per le medaglie insieme alle rivali degli ultimi anni: le canadesi Jennifer Abel e Pamela Ware e le australiane Esther Qin e Maddison Keeney.

Europei Rostock 2013 Oro 1 m Oro 3 m sincro Argento 3 m
Mondiali Barcellona 2013 Argento 1 m Argento 1 m sincro
Europei Berlino 2014 Oro 1 m Oro 1 m sincro Argento 3 m
Europei Rostock 2015 Oro 1 m Oro 1 m sincro Oro 3 m
Mondiali Kazan 2015 Oro 1 m Bronzo 3 m Bronzo 3 m sincro misto

I successi di Tania Cagnotto da Londra 2012 in poi: per l’en-plein mancano il quarto posto da 3 metri di Barcellona 2013 e il quinto in sincro di Kazan 2015

La missione brasiliana è iniziata a dicembre con il 4 Nazioni di Torino: Tania Cagnotto – ora in collegiale a Cuba – ha esaltato la folla della Monumentale, vincendo l’oro con 353.20 punti e una gara da podio mondiale. Segnale di come lo stato di forma fosse già buono verso un anno lungo e ricco di impegni, in cui dare tutto prima del possibile definitivo addio che, tuttavia, ancora non è stato annunciato ufficialmente. Anche al Trofeo di Natale di Bolzano la padrona di casa ha saltato ad alti livelli: 335.10 punti per il secondo titolo stagionale e ulteriori conferme positive verso Rio.

Ma, ovviamente, le Olimpiadi saranno un discorso a sé. Tania Cagnotto ha già detto che vorrà vivere l’evento – questo sì, di sicuro l’ultimo della sua carriera – senza pressioni, e forse è proprio qui che sta il trucco. Perché se è vero che la tensione è difficile da vincere, la regina dei tuffi azzurri sembra esserci riuscita benissimo dai Mondiali di Barcellona 2013 in poi. Ha accettato ogni verdetto – e spesso si trattava di esiti vincenti – con il sorriso sul volto, priva di eccessivo stress e con un unico grande motto: “Penso solo a divertirmi, prendo quello che viene“.

E cosa verrà? Impossibile dirlo con certezza, non abbiamo la sfera degli indovini. Tuttavia pare assai complicato che le cinesi Shi Tingmao ed He Zi, oro e argento a Kazan da 3 metri ma entrambe già battute da Tania Cagnotto da 1 metro, manchino l’ennesima doppietta. Nella specialità olimpica, più complicata ma anche più preparata fin dalle World Series invernali e primaverili, hanno indiscutibilmente una marcia in più per continuità più che per eleganza. Ma tanto basta, in cinque tuffi, per primeggiare spesso e volentieri.

Poi, in un’ipotetica scala gerarchica, mettiamo la più esperta delle canadesi – Jennifer Abel – proprio sul piano dell’azzurra. E non potrebbe essere altrimenti: la potente 24enne nordamericana ha fallito proprio in Russia la possibilità di prendersi il bronzo – e di lanciare la sfida verso Rio 2016 con un anno d’anticipo in una posizione di vantaggio – sbagliando clamorosamente l’ultimo tuffo della finale. Ma ha dalla sua il coefficiente (con il doppio e mezzo avanti con due avvitamenti vanta un dd 3.4 innovativo in campo femminile che le può fruttare anche 80 punti) e l’età, oltre che – per quanto vale – la miglior prestazione mondiale della nuova stagione (375.85!) all’esordio nei campionati nazionali di Saskatoon. I suoi limiti mentali, noti e stranoti, cadranno in Brasile? Una cosa è certa: se dovesse saltare al top, senza sbavature, sarebbe una rivale quasi impossibile da battere per Tania Cagnotto, che però fa della sua forza proprio i nervi saldi. E nei tuffi, si sa, la dote da garista è quasi tutto.

La finale dei 3 metri individuali dei Mondiali di Kazan 2015: quando tutto sembra finito, l’errore di Jennifer Abel regala a Tania Cagnotto il bronzo

In quello che si preannuncia fin da ora un emozionante duello, attenzione dunque alle possibili sorprese che, come successo a Londra 2012 con la messicana Laura Sanchez, neo mamma e quasi sicura assente a Rio, potrebbero sfruttare la solita imprevedibilità delle gare olimpiche per una giornata di gloria. Pamela Ware, canadese classe 1993, non è a dir la verità un’outsider: nel 2013 ha vinto il bronzo iridato a Barcellona, è rodata compagna di sincro di Jennifer Abel e, come la connazionale, presenta in serie già il tuffone da 3.4 di coefficiente. Un inizio di stagione da 372.65 punti fa già ben sperare dopo i tanti guai fisici del 2014-2015.

Quanto alle australiane, invece, l’esperienza e i risultati recenti le posizionano momentaneamente sotto le ambizioni di Tania Cagnotto. E proprio per questo potrebbero essere loro le grandi rivelazioni olimpiche: Esther Qin è stata quarta a Kazan, Maddison Keeney settima. Entrambe hanno già scavalcato i 350 punti in stagione: 350.10 per la prima e addirittura 357.80 per la seconda ai Trials per la Coppa del Mondo di inizio dicembre. E pure la Keeney, classe 1997, si può giocare la carta 5154b come le due canadesi.

Al momento la situazione è questa, difficile cambi qualcosa di influente da qui ad agosto. La russa Nadezhda Bazhina ancora deve qualificarsi, tedesche, britanniche e ucraine non fanno abbastanza paura. Tania Cagnotto sa che le sue principali rivali arriveranno da Cina, Canada e Australia e si prepara ad affrontarle nella miglior forma possibile. Un nome extra? Contro ogni scaramanzia – perché anche lei non ha ancora in mano il pass, ci proverà a febbraio in Coppa del Mondo – diciamo infine Maria Marconi. A 31 anni ha rimontato le selezioni nazionali dopo infiniti problemi fisici e il suo talento purissimo è ben noto tra gli addetti ai lavori. A Rio la gara della vita dopo tantissima sfortuna? Sarebbe una storia forse ancor più bella di quella di Tania Cagnotto. Speriamo comunque di raccontarle entrambe.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: DeepBlueMedia

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