Pallavolo

Volley, Francesca Piccinini attacca le giovani: “Non c’è più rispetto: lingua lunga e sempre al cellulare”

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Che frecciata di Francesca Piccinini tramite i social network! La veterana del volley italiano, che a 37 anni è ancora protagonista con la casacca di Casalmaggiore, ha attaccato duramente le giovani del movimento attraverso un messaggio pubblicato su Facebook.

Il post originario risale a 5 mesi fa (ed è stato ricondiviso ieri) e fa riferimento a delle dichiarazioni rilasciate durante un convegno in una scuola locale di Milano (come precisato oggi su Gazzetta dello Sport), ma la stessa atleta ha ribadito che il suo pensiero non è cambiato di una virgola e che la pensa così già da diverso tempo.

 

«In questi vent’anni di pallavolo ho attraversato quattro generazioni di atlete, ero la più piccola dello spogliatoio, e ora sono la senatrice del gruppo, e le ragazze sono cambiate tanto rispetto a quando ho iniziato io a giocare.Ho giocato con molte ragazze brave e umili. Ma spesso altre entrano in una squadra credendo che tutto gli sia dovuto, non hanno rispetto di chi è più esperto e ha una storia. Hanno la lingua lunga e il cellulare ultimo modello sempre sotto gli occhi. A 18 anni rispondono a muso duro a quelli di 40, io quando ne avevo 18 ascoltavo e sapevo stare al mio posto.Io capisco la voglia di essere giovani e sfrontati, ma bisogna avere rispetto. Soprattutto quando non hai ancora vinto niente nella vita. E comunque il rispetto serve anche se hai avuto successo».

 

Riportiamo anche delle precisazioni ulteriori rilasciate nell’intervista odierna uscita su Gazzetta. 

“Sono convinta che vi sia una crisi di valori, che poi si riflette nell’atteggiamento in campo”.

“Facciamo un esempio: a 18 anni non rispondevo mai, magari anche se avevo ragione me ne stavo zitta e imparavo, faceva parte del mio processo di crescita. Oggi le ragazzine più giovani non si accorgono spesso nemmeno dei doveri più banali: al termine dell’allenamento sono poche quelle che raccolgono i palloni e li mettono nella rete. Lo facciamo noi “vecchie”, magari: non è un peso, ma è una questione di umiltà. E probabilmente di maestri”.

“Beh, per esempio, da quando i ragazzini di 13-14 anni hanno il telefonino, hanno disimparato a parlare faccia a faccia: significa che poi pure in campo, anche in una squadra, si rischia di non conoscere davvero i propri compagni, i bisogni di un team, le gerarchie e il rispetto dei ruoli”.

“Ribadisco, mi riferivo a tutti e nessuno: se ho detto certe cose è perché ho notato alcuni particolari, negli spogliatoi dove sono stata, che non mi sono piaciute. Ma dubito che la colpa sia del club dove queste ragazze arrivano. E’ una questione di maturità del singolo e di educazione, dunque di come ti crescono la famiglia e magari anche il settore giovanile”.

Francesca Piccinini ha anche precisato che il suo sfogo non si riferisce a Casalmaggiore, club in cui milita attualmente: Casalmaggiore è una di quelle società dove ho trovato le ragazze più giovani pronte a imparare e a chiedere, diligenti, umili e rispettose. Mary (Marianna Ferrara, ndr), Carlotta (Cambi, ndr) e Giada (Cecchetto, ndr) sanno mettersi a disposizione e aiutano in questo modo a fare gruppo. Peraltro io stessa, a 36 anni, voglio ancora apprendere e crescere, sia chiaro. Lo ripeto: nessuno nasce imparato e nessuno smette di farlo. E’ un concetto che vale per la pallavolo, ma in generale dovrebbe emergere a 360 gradi nella vita di tutti i giorni”.

 

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