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Nuoto: Federica Pellegrini sfoglia la margherita dei 200 stile libero verso Rio 2016

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L’anno appena cominciato ci porterà alle Olimpiadi di Rio 2016 e, tra le altre cose, anche all’assalto di Federica Pellegrini al podio nei 200 stile libero in cui va a medaglia mondiale ininterrottamente da Montreal 2005. Il 2015 è terminato in maniera “sorprendente” per la veneta, che dopo l’argento di Kazan ha bissato l’oro europeo in vasca corta – il quinto della carriera – registrando anche i suoi migliori tempi in tessuto sia nei 100 che nei 200 sl. La velocità, dunque, come arma extra verso il Brasile.

https://www.youtube.com/watch?v=xWz2hlIrjaQ

Federica Pellegrini agli Assoluti invernali di Riccione (dalla puntata 5 di Victory, Rotta su Rio 2016)

E proprio in Brasile, ad agosto, la Divina sarà chiamata ad affrontare l’ennesimo duello per le medaglie con le rivali di sempre. Intervistata da OA Sport agli ultimi Assoluti invernali di Riccione, manifestazione in cui per altro ha scavalcato quota 100 titoli nazionali dopo i 40 internazionali raggiunti a Netanya, Federica Pellegrini ha detto chiaramente di temere di più “statunitensi e svedesi”. Che, tradotto, significa Katie Ledecky, Sarah Sjoestroem e una tra Missy Franklin e Allison Schmitt, le quali daranno vita a un duello che profuma già di podio olimpico ai Trials a stelle e strisce di fine giugno/inizio luglio. Le ambizioni di Missy sembrano in discesa, quelle dell’oro di Londra 2012 salgono dopo la depressione. Entrambe, comunque, sarebbero avversarie temibili a Rio per l’azzurra, che nell’ultima stagione si è fermata all’1’55” netto dell’Open di Vichy.

Esperti, addetti ai lavori, appassionati e semplici amanti delle statistiche sono già al lavoro per pronosticare una delle finali più incerte dell’intero programma dei Giochi. Perché oltre alle atlete già citate ci sono anche l’olandese Femke Heemskerk, la russa Veronika Popova e l’ungherese Katinka Hosszu. I tempi del nuoto sono importanti, ma spesso non dicono tutto. Perché in una gara come i 200 stile libero conta, eccome, pure la testa. E le esperienze degli anni passati sembrano dare ragione a Federica Pellegrini.

La finale dei 200 stile libero ai Mondiali di Kazan 2015 vinta da Katie Ledecky (Usa) su Federica Pellegrini e Missy Franklin (Usa)

Domanda secca: è da podio o no? La risposta datata 2 gennaio 2016 è , per i risultati recenti e perché non dovrebbe comparire alcuna sorpresa – proprio in stile Pellegrini ad Atene 2004 – a scombussolare le carte in tavola. E, dunque, si conoscono pregi e difetti delle rivali. Katie Ledecky è una marziana, agli ultimi Mondiali è stata la prima di sempre a (stra)vincere 200, 400, 800 e 1500 sl. A Rio 2016 addirittura non ci sarà la distanza più lunga – lei si esalta soprattutto nel mezzofondo – e, in attesa di sapere quanto realmente potrà puntare anche sui 100 sl e sui 400 misti, rimane la favorita nei 200 in virtù del titolo iridato, l’unico vinto con una minima sofferenza.

 

I migliori dieci tempi del 2015 (via ranking Fina)

Sarah Sjoestroem, dal canto suo, ha finalmente deciso di nuotare anche in lunga quei 200 stile libero di cui spesso detiene i migliori tempi, e in cui vola in apertura di staffetta, senza voler però mai affrontare direttamente la concorrenza in un grande evento internazionale. Lo farà proprio in Brasile, a discapito dei 50 farfalla e (forse) dei 50 e 100 stile libero in cui è relativamente lontana da due jet come le sorelle Campbell, ma sarà tutto da scoprire il suo approccio e la sua tenuta fisica dopo batterie e semifinali.

Del testa a testa Franklin-Schmitt c’è da dire tutto e niente, anche perché l’altra rivale di Federica Pellegrini non si scoprirà prima di luglio. Ultimamente la più giovane delle americane è sembrata battibile, tanto nell’amato dorso (da un’altra australiana, Emily Seebohm) quanto soprattutto nelle quattro vasche crawl che non ha mai amato alla follia, mentre l’olimpionica ha sconfitto la paura di se stessa ma tornare ai più alti livelli non sarà semplice. Agli ultimi Campionati Americani, tuttavia, ha prevalso la Schmitt.

Dopo l’oro olimpico nei 200 stile libero a Londra 2012, Allison Schmitt è entrata in depressione e non è più riuscita a confermarsi. Solo la scorsa estate è tornata ad alti livelli. 

Infine, Katinka Hosszu è la solita cannibale (forse) esagerata: quante gare disputerà alle Olimpiadi? Tante, troppe. In quante potrà vincere davvero quella medaglia che ancora manca alla sua eclettica carriera? Probabilmente nei misti e nei 200 dorso. Difficilmente nello stile libero, dove le specialiste continuano a starle davanti quando conta realmente. Femke Heemskerk sembra un caso perso: veloce, ma debole di testa. Basterà la cura Philippe Lucas per l’ultimo (e più importante) salto di qualità? A Netanya gli effetti non si sono visti.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: DeepBlueMedia

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