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Pallanuoto femminile: il Setterosa torna sul podio Europeo, obiettivo Olimpiadi

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Non può che essere archiviato come positivo, per la nazionale italiana di pallanuoto femminile, il Campionato Europeo che si è concluso venerdì a Belgrado, in Serbia.

Nelle 8 partite disputate alla Kombak Arena valide per la massima rassegna continentale il Setterosa ha raccolto 7 vittorie ed una sola sconfitta che però ha impedito alle azzurre di volare in finale e di giocarsi fino in titolo oltre che l’accesso diretto alle Olimpiadi di Rio. Una formalità le prime 4 partite del girone contro Croazia, Francia, Germania e Serbia. Importante, per il morale e non solo il successo contro la Spagna che ha consentito alla nazionale italiana di giocarsi l’accesso tra le migliori 4 d’Europa contro una Grecia attualmente lontana lontana dalle nazionali più competitive.

È mancata la semifinale. Netta la sconfitta con l’Ungheria, oltre che nel punteggio anche per la sensazione avuta durante la partita con le magiare che hanno aggredito le azzurre su ogni pallone mentre le ragazze del CT Fabio Conti sembravano quasi intimorite dal match. Un passaggio a vuoto che può capitare ma che adesso più che mai deve essere lasciato alle spalle. A soli sette mesi dalle Olimpiadi è vietato concedersi ulteriori distrazioni, in primis al fine di staccare il pass per i Giochi in Brasile.

Nella finale per il terzo e quarto posto Tania Di Mario e compagne sono tornate quelle che avevano fatto sognare nel primo match contro la Spagna e contro la Grecia. Nonostante qualche difficoltà, le azzurre hanno risposto presenti con il collettivo e con i singoli trovando anche delle buone percentuali in superiorità numerica, totalmente mancate nella partita contro l’Ungheria.

Per quanto riguarda le prestazioni individuali, ha impressionato Giulia Gorlero, autentica saracinesca davanti alla porta. Il valore in più di una squadra che ha trovato sicurezza nel proprio portiere, sempre precisa e puntuale. Difficile individuare anche solo una sbavatura in tutto il suo europeo. Eccezionale per gran parte dell’Europeo, non è riuscita a trovare la via del gol proprio contro l’Ungheria in semifinale. Questo dimostra come Tania Di Mario sia ancora, nonostante i quasi 37 anni, il termometro della squadra. È la valvola di sfogo nelle azioni più complesse, la colonna cui appoggiarsi nei momenti di maggiore difficoltà. Guida le compagne sia con la voce che con i fatti e anche nella finale per il bronzo ha trovato un paio di giocate superlative nei momennti chiave del match.

Sono andate a corrente alternata Giulia Emmolo, Roberta Bianconi e Arianna Garibotti. Sulla carta i loro gol dovrebbero sospingere l’Italia in attacco. Emmolo ha trovato sicurezza contro la Grecia ma è tornata a faticare contro Ungheria (un solo tiro preso) e Spagna. Il talento offensivo non è in discussione e con il mancino può far male in ogni occasione, ma probabilmente deve ancora trovare la sua dimensione in questa squadra. Bianconi ha alternato momenti di pura onnipotenza ad altri in cui ha faticato a trovare la rete, al pari di Garibotti, autentica spina nel fianco per tutte le difese.

Nota di merito per Teresa Frassinetti e Rosaria Aiello, due leoni davanti alla porta avversaria capaci anche di tocchi di fino. In particolare la seconda si è distinta per l’alto numero di soluzioni in faretra anche se, come giusto che sia, ha faticato a trovarle nelle partite più importanti.

Rio 2016, ora, dipende dal Preolimpico. Quattro posti a disposizione in quel di Gouda a fine marzo: un paio di mesi per lavorare sui punti deboli e sui punti di forza per continuare a coltivare un sogno, quello a Cinque Cerchi, che il Setterosa ha dimostrato di meritare anche ai Campionati Europei.

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gianluca.santo@oasport.it

Twitter: Santo_Gianluca

Foto: Pagina Facebook Roberta Bianconi

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