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Rio 2016, Taekwondo: l’Italia si aggrappa alla wild card

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ERRATA CORRIGE: L’ITALIA NON HA DIRITTO ALLA WILD-CARD

Dopo aver fallito la qualificazione attraverso il ranking olimpico, l’Italia del taekwondo non è riuscita ad ottenere pass neanche nel torneo Preolimpico europeo di Istanbul, dove sono state messe in palio due quote per categoria. In attesa che gli altri continenti organizzino i propri tornei per completare il novero dei qualificati, una sola prospettiva si presenta all’Italia per non dover recitare il ruolo di spettatori in questa disciplina: quella delle wild card.

Al termine delle qualificazioni, infatti, quattro posti (due maschili e due femminili) verranno assegnati a Paesi che non hanno qualificato nessun atleta. I posti a disposizione sono quelli delle categorie non scelte dal Brasile per ottenere i quattro pass che gli spettano di diritto come Paese organizzatore, dunque 67 kg e +67 kg al femminile e 68 kg ed 80 kg al maschile.

Se consideriamo i quattro azzurri che hanno preso parte al torneo di Istanbul, solamente Roberto Botta può dunque aspirare ad una wild card, visto che la sua categoria (80 kg) è stata lasciata “libera” dal Brasile. Per poter concorrere all’ottenimento di un pass, l’Italia dovrà innanzi tutto presentare la propria domanda. Gli atleti che aspirano ad un posto devono rispondere ad almeno uno di questi criteri:

  • Aver vinto una medaglia in una competizione del calendario WTF tra il maggio 2014 e l’aprile 2016;
  • Essere entrato tra i migliori venti del ranking mondiale almeno una volta tra il maggio 2014 e l’aprile 2016;
  • Aver raggiunto almeno gli ottavi di finale ai Campionati Mondiali 2015;
  • Aver raggiunto almeno i quarti di finale nelle rassegne continentali organizzate tra il maggio 2014 e l’aprile 2016, oppure aver raggiunto i quarti nel torneo continentale di qualificazione olimpica;
  • Essersi laureato campione nazionale tra il maggio 2014 e l’aprile 2016.

Come si può intuire, l’ultimo criterio lascia aperta una porta per molti atleti, visto che basta aver vinto il titolo nazionale in un qualsiasi Paese per essere candidato a questo “ripescaggio”. Va anche detto che, in genere, questi posti vengono assegnati a nazioni “piccole”: nel 2012, ad esempio, le quattro wild card del taekwondo andarono a Yemen, Mali, Panama e Cambogia, mentre nel 2008 furono assegnate a Belize, Afghanistan, Niger ed Emirati Arabi Uniti. È altrettanto vero, però, che nelle edizioni passate non c’erano state esclusioni così “pesanti” come quella dell’Italia.

Presente nel programma olimpico dal 2000, il taekwondo aveva sempre visto, fino a Londra 2012, la partecipazione di almeno due azzurri. In tutto, l’Italia del taekwondo ha conquistato ai Giochi tre medaglie, una di ogni colore.

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Immagine: Federazione Italiana Taekwondo

giulio.chinappi@oasport.it

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