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Scherma, Rio 2016: la spada femminile si qualifica se…Tutte le possibili combinazioni

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Tutto in una gara. Dentro o fuori. Un intero quadriennio il cui esito, probabilmente, sarà deciso da una singola stoccata. E’ la dura legge della scherma, in particolare della spada. Le azzurre, che a febbraio dello scorso anno erano addirittura in testa al ranking mondiale, ora rischiano seriamente di non qualificarsi alle Olimpiadi di Rio 2016. Dall’inizio del periodo utile per conseguire il punteggio a cinque cerchi, le nostre portacolori non sono state più le stesse. Di certo può aver pesato sugli equilibri emotivi l’avvicendamento nel quartetto tra Francesca Quondamcarlo e Francesca Boscarelli, tuttavia l’impressione è che la responsabilità di dover necessariamente staccare il pass olimpico abbia rappresentato una zavorra mentale che le spadiste italiane non hanno saputo gestire in alcun modo, rimanendo distanti anni luce dai loro reali standard di rendimento. La situazione è in parte compromessa, ma c’è ancora una speranza costituita dall’ultima tappa di Coppa del Mondo a Buenos Aires. L’Italia è ancora padrona del proprio destino, a patto di ritrovare convinzione e grinta smarrite.

COME CI SI QUALIFICA ALLE OLIMPIADI?

Partiamo dal regolamento. Saranno otto le nazioni partecipanti di diritto, cui si aggiungerà il Brasile come Paese ospitante. Si qualificano le prime quattro squadre del ranking olimpico, a prescindere dalla loro provenienza continentale. A queste si aggiungono altri quattro team, ovvero i meglio piazzati di ciascun continente (l’Oceania in questo caso è ‘inglobata’ dall’Asia), a patto che rientrino nella top16 del ranking. Se ciò non dovesse accadere, la ‘quota continentale’ verrebbe ceduta alla nazione più in alto in classifica tra quelle escluse. Possiamo già dire, in questo senso, che la prima compagine del Continente Nero si trova al ventesimo posto (il Sud Africa), senza nessuna chance di rientrare nelle 16. Ecco, dunque, che si libera un posto in più che potrebbe rivelarsi determinante per l’Italia.

COME SI CALCOLA IL RANKING OLIMPICO?

Si possono accumulare punti in sette gare complessive. Il punteggio finale si ottiene sommando i risultati ottenuti ai Mondiali, nel torneo continentale (gli Europei, nel caso dell’Italia) ed in quattro tappe di Coppa del Mondo. Ecco un punto saliente: si scarta il peggior piazzamento conseguito in Coppa del Mondo. In quest’ultima competizione i punti vengono assegnati in questo modo:

1) 64

2) 52

3) 40

4) 36

5) 32

6) 30

7) 28

8) 26

9) 25

10) 24

11) 23

12) 22

13) 21

14) 20

15) 19

16) 18

Dal 17° posto in poi: 8

NB: tali punteggi vengono raddoppiati per i Mondiali.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Al netto degli scarti, la classifica ad una tappa dalla fine è la seguente.

1) Cina 316
2) Romania 300
3) Russia 268
4) Corea del Sud 226
5) Estonia 226
6) Usa 220
7) Francia 198
8) Ucraina 194
9) Italia 188
10) Svezia 164

Al momento Cina, Romania, Russia e Corea del Sud sarebbero qualificate di diritto. L’Estonia come migliore europea, gli Usa come miglior americana ed il Giappone (ampiamente nella top16) come miglior asiatica. La quota mancante dell’Africa verrebbe assegnata alla Francia. Perché al momento la Corea è davanti all’Estonia? A parità di punti, prevale la squadra che ha conseguito il maggior numero di primi posti, o di secondi, terzi e così a scalare. Al momento le baltiche, a parità di primi e secondi posti, vantano una terza piazza in meno delle asiatiche.
Il risultato dell’Estonia a Buenos Aires sarà fondamentale per l’Italia: se riuscisse a chiudere tra le prime quattro, ecco che automaticamente, classifica alla mano, la quota europea passerebbe alla Francia, mentre quella africana all’Ucraina, appena 6 lunghezze avanti all’Italia.

L’ITALIA SI QUALIFICA SE….

Ecco dunque tutte le possibilità in base al piazzamento finale delle azzurre a Buenos Aires. 

1) L’Italia vince: si qualifica sicuramente per Rio, senza dover attendere i risultati altrui.

2) L’Italia arriva seconda: si qualifica per Rio, a patto che non vincano Francia o Ucraina. Se Francia o Ucraina dovessero vincere, l’Italia dovrà sperare che l’Estonia finisca davanti alla Corea e non perda più di sei punti dagli Usa.

3) L’Italia arriva terza: si qualifica a Rio se l’Ucraina arriva quinta o peggio, la Francia sesta o peggio e la Svezia non vince. Se l’Estonia finisce davanti alla Corea e non perde più di sei punti dagli Usa, all’Italia basterà o che l’Ucraina arrivi quinta o che la Francia chiuda sesta, a patto che la Svezia non vinca.

4) L’Italia arriva quarta: si qualifica a Rio se l’Ucraina finisce sesta o peggio, la Francia ottava o peggio e la Svezia non vince. Se l’Estonia chiude davanti alla Corea e non perde più di sei punti dagli Usa, all’Italia basterà o che l’Ucraina arrivi sesta o che la Francia finisca ottava, a patto che la Svezia non vinca.

5) L’Italia arriva quinta: si qualifica a Rio se l’Ucraina arriva ottava o peggio, l’Estonia precede la Corea e non perde più di sei punti dagli Usa e la Svezia non vince.

6) L’Italia arriva sesta: si qualifica a Rio se l’Ucraina finisce decima o peggio, l’Estonia finisce davanti alla Corea e non perde più di sei punti dagli Usa e la Svezia non vince.

7) L’Italia arriva settima: si qualifica a Rio se l’Ucraina chiude dodicesima o peggio, l’Estonia finisce davanti alla Corea e non perde più di sei punti dagli Usa e la Svezia non arriva seconda o prima.

8) L’Italia arriva ottava: è matematicamente fuori dalle Olimpiadi.

RIASSUNTO

Faber est suae quisque fortunae“, diceva il console romano Appio Claudio Cieco. L’Italia è artefice del proprio futuro, a patto che riesca a vincere. Anche una finale dovrebbe garantire con ogni probabilità il pass olimpico. Dal terzo posto in giù sarà necessario munirsi di calcolatrice ed affidarsi alla sorte. La sensazione è che si possa sperare fino al quinto posto: andare oltre e qualificarsi a Rio rappresenterebbe un autentico miracolo.
Il trend recente non induce all’ottimismo, anzi. Le spadiste italiane, dai Mondiali in avanti, non sono mai andate oltre un sesto posto in quattro gare…Lo diciamo con franchezza: finora le azzurre non hanno fatto nulla per meritarsi la qualificazione, rendendo ben al di sotto di un potenziale smisurato. Servirà ora un colpo di teatro a Buenos Aires per ribaltare un Fato avverso, ma nel quale si intravede ancora un piccolo spiraglio di luce verso la redenzione.

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Foto: Bizzi Federscherma

federico.militello@oasport.it

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