Rugby
Sei Nazioni 2016, Italia: i dubbi e le possibili convocazioni di Brunel. Volti nuovi in prima linea
Le ultime scelte di Jacques Brunel. Il 6 febbraio, da Parigi, inizierà l’ultimo Sei Nazioni alla guida dell’Italia per il baffuto tecnico transalpino, che nelle prossime ore diramerà la lista dei convocati per i primi due incontri degli azzurri nel torneo continentale. E tra infortuni (tanti, troppi) vari, le sorprese potrebbero non mancare, così come diversi nomi nuovi.
Piloni – Rizzo è ai box, Aguero si è tirato fuori (per ‘riconoscenza’ nei confronti dei Tigers a cui si è legato contrattualmente) e De Marchi sta vivendo una fase di profonda involuzione? Eppure, l’Italia sembra quasi cadere in piedi grazie alle scoperte di Andrea Lovotti e Matteo Zanusso, entrambi uncapped. Il primo, piacentino, è un classe 1989 ormai titolare fisso alle Zebre, nonché pilastro della mischia bianconera, mentre il secondo, sandonatese e classe 1993, è uno dei pochi a salvarsi costantemente nella disastrosa stagione del Benetton Treviso. La maglia numero uno, insomma, sarà un affare per due. A destra la competizione è più chiusa e gerarchica, visto che il titolare sarà senza ombra di dubbio Lorenzo Cittadini, mentre Dario Chistolini sarà chiamato a rilevare il pilone dei Wasps a partita in corso. Difficile che venga richiamato Martin Castrogiovanni, ancora lontano dalla forma migliore.
Tallonatori – Il grave infortunio occorso ad Andrea Manici ha privato Leonardo Ghiraldini della sua riserva migliore nel panorama nazionale. Dietro al giocatore dei Tigers potrebbe inserirsi Tommaso D’Apice, tornato su buoni livelli nell’ultimo periodo, mentre è improbabile una convocazione di Davide Giazzon. Difficilmente, inoltre, verrà chiamato un terzo uomo, a meno di ripensamenti da parte di Brunel sulla questione legata a Carlo Festuccia, sempre escluso fin qui.
Seconda linea – George Biagi è la certezza, nonché uno degli italiani dal rendimento più elevato in assoluto in giro per l’Europa. Al suo fianco dovrebbe trovare posto Joshua Furno, che completerebbe una coppia senz’altro interessante e di sostanza. Alle loro spalle la coperta non è lunghissima: Valerio Bernabò e Marco Fuser (Quintin Geldenhuys, lo ricordiamo, è infortunato) sono le scelte più probabili, ma non è da escludere la chiamata di Leandro Cedaro, attualmente a La Rochelle.
Terza linea – Non è lo stesso reparto che strabiliava nel 2013, anzi. A parte un immortale Sergio Parisse, leader indiscusso della squadra, i vari Alessandro Zanni e Francesco Minto hanno vissuto fin qui una stagione negativa e senza sussulti, in linea con quella del Benetton Treviso. Ad aggravare la situazione è arrivato anche il forfait di Simone Favaro, che ha preferito tirarsi fuori dal Sei Nazioni viste le condizioni fisiche non eccezionali. Anche qui, insomma, i dubbi non mancano, ma una soluzione potrebbe essere Dries Van Schalkwyk. Il terza linea di origine sudafricana ha già assaggiato l’atmosfera azzurra nei raduni disputati fin qui e ha tutte le carte in regola per potersi giocare una maglia da titolare come flanker. Per il quinto spot sembrano destinati a giocarsi il posto Marco Barbini e Jacopo Sarto, quest’ultimo vera rivelazione della stagione. Da non escludere nemmeno Samuela Vunisa.
Mediani di mischia – Ugo Gori e Guglielmo Palazzani. Stop. L’Italia, al momento, non offre nessun’altra alternativa. La riserva di Gori, con tutta probabilità, avrebbe dovuto essere il giovane talento Marcello Violi, ma un grave infortunio lo ha tagliato fuori.
Mediani d’apertura – Sembrerebbe strano, ma Brunel può stare quasi tranquillo per quanto riguarda il numero dieci. Il ‘quasi’ è dovuto alle condizioni fisiche non eccelse di Tommaso Allan, il titolare nel ruolo dopo i più che positivi Mondiali disputati. A contendergli il posto ci sarà Carlo Canna, protagonista di un ottimo inizio di stagione con le Zebre. Nelle ultime settimane, complice qualche infortunio, si è visto meno, ma le qualità sono indiscusse.
Centri – Senza Masi e Morisi, il probabile quartetto che formerà la cerniera in mezzo al campo potrebbe vedere il ritorno di una pedina importante come Alberto Sgarbi. Il numero dodici di Treviso, tuttavia, potrebbe non essere sicuro del posto. Lo è invece Michele Campagnaro, nonostante il poco spazio trovato finora a Exeter, e lo è anche Gonzalo Garcia, che se in condizioni accettabili può ancora garantire un contributo importante in difesa a livello internazionale. Chi, invece, è un vero e proprio enigma è Enrico Bacchin: il sandonatese, mai convocato da Brunel per gli stage di un giorno, potrebbe tranquillamente entrare nella lista ma le chance di vederlo non sembrano altissime. Hanno più possibilità, invece, sia Giulio Bisegni che Tommaso Boni, mentre appare più defilato Kelly Haimona, da poco rientrato da un lungo stop.
Ali/Estremi – Quello del triangolo allargato sarà il reparto più complicato da gestire per Brunel, vuoi per la moria di giocatori, vuoi per la poca qualità a disposizione. La maglia da estremo sarà di un Luke McLean sensibilmente lontano dalla forma migliore fin qui, mentre alle ali l’assenza di Leonardo Sarto si farà sentire in fase propositiva. Giovanbattista Venditti, in questo senso, sarà ancora più importante, mentre il favorito per l’altro slot all’ala pare essere Simone Ragusi. Alle loro spalle, tuttavia, c’è il nulla o quasi. Tra gli altri celtici, infatti, Andrea Pratichetti non sta facendo faville, Tommaso Iannone sta vivendo una stagione estremamente difficile e negativa e Michele Visentin non sta trovando spazio. Se Brunel dovesse ricorrere a qualche pedina dell’Eccellenza, i nomi più caldi sarebbero quelli di Mattia Bellini (ala classe 1994 del Petrarca) e di David Odiete (ala/estremo classe 1993 del Mogliano).
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Credit FotosportIT/FIR