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Storia delle Olimpiadi: Giovanni Lombardi, l’acuto della volpe italiana a Barcellona 1992

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Per quanto riguarda il ciclismo olimpico, l’Italia è seconda solo alla Francia nel medagliere all time ed in particolare le specialità della pista hanno spesso e volentieri visto sventolare il tricolore, almeno in passato, sui podi a cinque cerchi. In occasione dei Giochi di Barcellona ’92, le due ruote fecero rima con due ori (furono 6 in totale), più un argento (5 complessivi): il trionfo dal tragico destino della prova in linea legato al nome del compianto Fabio Casartelli e la vittoria di scaltrezza firmata sulla pista del Velòdrom d’Horta da Giovanni Lombardi nella corsa a punti impreziosirono ancor di più il secondo posto del quartetto azzurro nella 100 chilometri a squadre.

Nell’individuale a punti, un carosello ad alta velocità di 50 chilometri percorsi a schiena curva caratterizzati da continui, asfissianti sprint, la destrezza del ventitreenne Giovanni Lombardi da Pavia (nomen omen…) ebbe la meglio nei confronti dei favoriti della vigilia. Il nostro atleta scese in pista certo di potersi giocare le sue carte in ottica top ten e prima del colpo di pistola raggiunse un malcelato accordo tattico con un collega australiano, nonché amico e ottimo pistard, tale Stephen McGlede: il meglio piazzato dei due dopo la prima parte di gara si sarebbe messo al servizio dell’altro, tirandogli le mini-volate o “coprendolo” in caso di tentativi avversari di guadagnare il giro completo rispetto al gruppo.

Fortunatamente per i nostri colori, le ipotesi pre-start si verificarono a beneficio di Lombardi…
All’ultimo dei 200 giri previsti, l’olandese Léon Van Bon era in testa alla gara con tre punti di vantaggio sull’italiano; lo sprint finale valeva doppio, il secondo posto di van Bon (quindi l’oro) pareva ormai certo, ma Lombardi s’infilò in modo spettacolare e spericolato, sfruttando un varco apertosi dinanzi a lui sorprendentemente, come il Mar Rosso davanti agli occhi Mosè… L’azzurro vinse lo sprint conclusivo e strappò in extremis l’alloro olimpico all’olandese furioso. Reclamo oranje per presunte scorrettezze: respinto. E respinte al mittente furono anche le accuse pesantissime di van Bon: “Lombardi ha chiaramente pagato alcuni corridori, come l’australiano McGlede, che poco prima del traguardo l’ha fatto passare”.

L’incredibile vittoria di Barcellona, oltre all’incancellabile, antico titolo di “olimpionico”, donò a Giovanni Lombardi il professionismo: dal 1992 al 2006, fu velocista di qualità e fedele gregario con Lampre, Polti, Deutsche Telekom, Acqua & Sapone, CSC, vincitore anche di quattro tappe al Giro d’Italia e due alla Vuelta a España. Una volta appesa la bicicletta al chiodo è stato Commissario Tecnico della nazionale argentina nonché manager, tra gli altri, dell’ex corridore varesino Ivan Basso e del formidabile slovacco Peter Sagan. Astuzia, competenza e carisma. Servono lezioni…?

Storia delle Olimpiadi, prima puntata: Dorando Pietri
Storia delle Olimpiadi, seconda puntata: Ondina Valla
Storia delle Olimpiadi, terza puntata: Gian Giorgio Trissino
Storia delle Olimpiadi, quarta puntata: Pietro Mennea
Storia delle Olimpiadi, quinta puntata: Abebe Bikila
Storia delle Olimpiadi, sesta puntata: il massacro di Monaco 1972
Storia delle Olimpiadi, settima puntata: Jesse Owens
Storia delle Olimpiadi, ottava puntata: Mauro Checcoli
Storia delle Olimpiadi, nona puntata: Antonella Bellutti
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Storia delle Olimpiadi, trentunesima puntata: l’Italia dell’hockey pista 1992
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Storia delle Olimpiadi, trentatreesima puntata: l’oro della nazionale italiana di calcio 1936
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