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Sci di fondo
Tour de Ski 2016: De Fabiani una certezza, Salvadori la scoperta. De Martin può sorridere
Se non è la consacrazione poco ci manca. Il nono posto nel Tour de Ski 2016 appena concluso, del resto, è un segnale inequivocabile di come Francesco De Fabiani si stia ritagliando sempre di più un posticino tra i grandi dello sci di fondo. Ad impressionare, oltre al piazzamento in sé, è stato il modo in cui il valdostano ha (quasi) sempre saputo condurre le gare e la solidità dimostrata con il passare delle tappe, quasi da veterano nonostante la carta d’identità reciti 21 aprile 1993. L’ingresso nella Top 10 era nelle sue corde fin dalla vigilia, tra il dire e il fare non c’era magari un mare ma comunque degli ostacoli importanti, eppure l’atleta dell’Esercito non ha mai dato l’impressione di non poter raggiungere quell’obiettivo.
“Torno a casa con tutti gli obiettivi centrati – ha dichiarato ieri al termine della scalata al Cermis – dal podio conquistato nella 15 km di Oberstdorf, al podio sfiorato nella 15 km in Val di Fiemme, ai miglioramenti nelle sprint, fino al piazzamento conclusivo”. In un anno, passare da venticinquesimo a nono è un progresso evidentemente enorme, che contribuisce a sottolineare la bontà di una promessa ormai non più tale nel mondo degli sci stretti, quanto più una realtà sempre più solida. Insieme a Ustiugov e a Poltoranin, del resto, è l’unico non norvegese ad essere attualmente tra i primi dieci della classifica generale e, nelle sue gare preferite, è anche uno dei pochissimi a poter pensare di impensierire lo squadrone scandinavo per i posti sul podio. Un dato di fatto innegabile, così come lo sono i suoi ampi margini di miglioramento in tecnica libera e sulle lunghe distanze, in cui paga ancora dazio se non al massimo della forma. Il tempo non manca.
Mentre il 22enne di Gressoney teneva testa ai big del fondo mondiale, però, qualche posizione più indietro faceva capolino nel panorama internazionale della disciplina il nome che non ti aspetti, ovvero quello di Giandomenico Salvadori. Classe 1992, il trentino è arrivato senza grande pressione ai nastri di partenza del Tour dopo essersi qualificato quasi in extremis attraverso l’Alpen Cup, ma è riuscito a sorprendere tutto e tutti conquistando un insperato 27esimo posto. L’atleta di Mezzano si era ben distinto già nella 30km di Lenzerheide, ma ha compiuto dei sostanziali passi in avanti nelle due mass start di 15km ad Oberstdorf ed in Val di Fiemme, in cui ha strappato un 17esimo ed un 12esimo posto, impensabile alla vigilia. Il 23enne finanziere si è rivelato essere la seconda punta dell’Italia nelle gare distance e, se dovesse continuare su questa scia, potrebbe contendere anche il posto in staffetta a Clara sebbene abbia dimostrato di avere maggiore attitudine alla tecnica classica.
Come non mancare ricordare, poi, chi ha inaugurato il Tour de Ski? Federico Pellegrino ha aperto come meglio non avrebbe potuto il 2016, dominando per la seconda volta consecutiva una sprint a tecnica libera, format in cui per distacco il miglior interprete a livello mondiale. Il valdostano ha assunto una consapevolezza nei propri mezzi davvero notevole, compiendo quell’ultimo step che lo ha portato ad essere il fondista azzurro con più successi nella storia della Coppa del Mondo, alla pari con Pietro Piller Cottrer. La condivisione del record, però, potrebbe resistere davvero poco.
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Credit Pentaphoto