Sci di fondo
Tour de Ski 2016: Sundby ha già ipotecato, Johaug insegue. Ma la rivoluzione nel format non convince
Con le tre tappe di Lenzerheide va in archivio il primo spezzone di un Tour de Ski 2016 anomalo rispetto alle precedenti otto edizioni, perlomeno nel format. Per la prima volta nella storia della competizione, infatti, gli organizzatori hanno optato per una sprint come ouverture dell’evento multistage per eccellenza (nel 2007 furono obbligati a causa della cancellazione delle tappe di Nove Mesto), seguita da un’altrettanto insolita mass start di ben 30 chilometri. Una mezza rivoluzione rispetto a quello a cui eravamo abituati, ovvero il duetto prologo di 3-4km più inseguimento di 10-15km. Ma si avvertiva davvero la necessità di questo cambiamento?
La risposta, considerando le gare di distanza avare di emozioni, pare essere no. La sprint e la lunghissima mass start avevano creato un divario già troppo ampio per poter assistere ad un inseguimento (quello odierno) degno di nota, che si è infatti tramutato in una rapida e (quasi) indolore processione per tutti gli uomini e le donne della Top 10, eccezion fatta per la lotta tra Oestberg e Johaug. E a rimetterci è stato – indovinate un po’ – lo spettacolo, ovvero quella componente che manca ormai da diversi anni in una disciplina in sostanziale calo da un lustro a questa parte. Non valorizzare uno dei pochi format capaci di garantire un certo pathos televisivo come l’inseguimento, di fatto, è stata una mossa alquanto discutibile, tanto più ora che la carovana del fondo è attesa a ben due mass start nelle prossime cinque tappe del Tour de Ski. Per il prossimo anno, insomma, la FIS dovrebbe quantomeno ripensare ad un ritorno sui propri passi, ripristinando la formula che aveva trovato stabilità in tutti questi anni.
Ciò non toglie, tuttavia, che Martin Johnsrud Sundby sia il miglior fondista del mondo per ampio distacco sul resto della concorrenza. Il norvegese dominerebbe il Tour de Ski con qualunque calendario visto il suo strapotere fisico e tecnico nella disciplina al momento, come dimostra il minuto e mezzo già rifilato al secondo classificato in tre tappe. Per la vittoria finale in cima al Cermis, insomma, il discorso sembra essere già chiuso, anche perché Petter Northug è tutt’altro che un drago sulla scalata del monte trentino. Il 29enne di Meraker resta comunque il favorito per la seconda posizione, anche perché i diretti inseguitori sono due che il Tour de Ski non lo hanno mai nemmeno concluso nella propria carriera, ovvero Finn Haagen Krogh e Sergey Ustiugov. Più pericolosi per il podio, invece, Sjur Røthe, Dario Cologna, Evgeniy Belov Alex Harvey, sebbene questi ultimi tre dovranno recuperare due minuti e venti secondi a Northug. Possono puntare alla Top 10 e a poco altro di più i vari Didrik Tønseth, Alexey Poltoranin, Niklas Dyrhaug e Maurice Manificat.
Il rendimento nella sprint di Therese Johaug e l’inaspettata sconfitta odierna nell’inseguimento tengono (e terranno) invece ancora aperto il Tour de Ski femminile. Il merito è tutto di Ingvild Flugstad Oestberg, fondista partita come sprinter ma diventata progressivamente sempre più completa in questi ultimi mesi. La 25enne norvegese ha trovato quest’oggi la prima vittoria in una gara distance (seppur di soli 5) battendo a sorpresa Johaug e riprendendosi la vetta del Tour, che terrà quasi sicuramente anche al termine della sprint di Oberstdorf. Difficilmente poi Oestberg manterrà il passo della connazionale nei successivi 34km, anche perché la nativa di Gjoevik non affronta il Cermis da ben quattro anni e Johaug avrà un passo decisamente migliore sulle rampe impossibili della Val di Fiemme. Per la seconda piazza, tuttavia, Oestberg è l’indiscussa favorita, visti i due minuti che potrà gestire su un’enigmatica Heidi Weng, che ci si attendeva più in palla. Charlotte Kalla può attaccarne la terza piazza e il podio, così come le due finlandesi Anne Kylloenen e Kerttu Niskanen.
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Foto: pagina Facebook FIS World Cup