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Atletica
Atletica: dall’infermeria a Rio 2016, la giovane Italia all’anno di svolta con Trost e Del Buono
L’estate disastrosa dell’atletica azzurra nel 2015 si può, parzialmente, imputare anche all’elevatissimo numero di infortuni che ha colpito molte punte della nostra nazionale; non avendo alle spalle un movimento numericamente folto di atleti al top mondiale, va da sé che l’incidenza delle varie assenze ha avuto un peso specifico enorme nei risultati dei mondiali di Pechino, non solo a livello di medaglie possibili, già difficili da prevedere, ma anche in ottica prestazioni-classifica a punti.
Nello specifico, concentrandoci nel campo femminile, oltre a Valeria Straneo, unica medaglia ai mondiali di Mosca 2013 e assente a Pechino per una fascite plantare, la scorsa rassegna iridata ha visto l’assenza di tre giovani, non solo in grado di far sperare per il futuro dell’atletica azzurra, ma già realtà affermate: Alessia Trost, Federica Del Buono e Giulia Alessandra Viola. Il 2016, anno olimpico, può essere per loro l’anno della definitiva consacrazione a livello internazionale, attraverso i Campionati europei e, verosimilmente, i Giochi Olimpici di Rio; appuntamenti preceduti dai Mondiali indoor di Portland, ma non è detto che siano alla portata delle atlete di cui sopra, come vedremo nell’analisi della situazione attuale.
Alessia Trost, dopo aver fatto incetta di medaglie a livello giovanile, è stata definita dallo stesso Presidente del Coni Malagò “il simbolo dello sport azzurro verso Rio”. Non ancora ventitreenne è da tre anni nello stretto cerchio delle “duemetriste” (terza azzurra di sempre) misura varcata a livello indoor a Trinec nel 2003.
Dopo un 2014 di assestamento, ha iniziato alla grande il 2015 con lo splendido argento agli Europei indoor. L’estate non è stata a livello delle attese, alcune incertezze tecniche l’hanno tenuta ferma alla misura massima di m. 1,94, dopodichè il problema al tendine d’Achille le ha fatto mancare i Mondiali di Pechino. Ora ha ripreso regolarmente a saltare e il suo obiettivo sono ovviamente Europei di Amsterdam e Olimpiadi di Rio, mentre parteciperà ai Mondiali indoor di Portland solo se in grado di arrivare a misure significative.
Stiamo parlando di un talento cristallino che negli ultimi due anni non è forse progredita come era lecito attendersi, ma qualche problema tecnico e qualche infortunio di troppo non possono cancellare il fatto che si tratta di una saltatrice di livello assoluto che può essere competitiva ai vertici mondiali, in un panorama che, tra l’altro, non mostra al momento livelli altissimi. Per lei il 2016 può rappresentare veramente lo spartiacque della carriera.
Federica Del Buono è, senza dubbio, la giovane mezzofondista veloce più in crescita nel panorama italiano. Le ultime due stagioni l’hanno vista migliorarsi in continuazione, fino a sfiorare i -2 minuti negli 800 nel 2014, oltre a polverizzare i propri primati indoor nel 2015. Praticamente al debutto a livello internazionale, a nemmeno 20 anni, è stata protagonista agli Europei per Nazioni e poi splendida quinta agli Europei di Zurigo nel 2014 nei 1500m, mentre nel 2015 è arrivato il magnifico bronzo indoor, sempre a livello europeo, nella stessa disciplina. Poi la frattura al piede nel momento meno opportuno…Pur essendo giovanissima, dimostra strategia di gara da veterana ed è dotata di grandissima personalità, questo ci fa ben sperare per un 2016 che può vederla competere per un posto tra le grandi agli Europei di Luglio e sognare, magari, una finale olimpica che per un/una mezzofondista azzurro sarebbe un grandissimo risultato; ha già ripreso a correre nei cross, anche se si è fermata prima del Campaccio ed attualmente è in dubbio la sua partecipazione ai Mondiali indoor di Portland.
Giulia Viola ha forse ottenuto risultati meno eclatanti, ma la finanziera trevigiana ha a sua volta mostrato una caratteristica da campionessa: la capacità di dare il meglio di sé nei momenti importanti, prova ne siano il terzo posto agli Europei a squadre e l’ottavo agli Europei assoluti nei 5000m due anni fa. Anche per lei lo scorso anno è iniziato con i migliori auspici con il settimo posto agli Euroindoor di Praga nei 3000m. purtroppo ha dovuto, in seguito, fermarsi ai box per una doppia operazione ai tendini d’Achille che le ha imposto un lungo stop. Attualmente è impegnata nel recupero atletico per essere di nuovo sui campi di gara in primavera, auspicando la partecipazione ad Amsterdam agli Europei e, ovviamente, la caccia al minimo olimpico per Rio nei 5000m., dove potrebbe senza dubbio ben figurare.
Oltre alle tre figure sulle quali ci siamo soffermati e che rappresentano “la meglio gioventù” dell’atletica azzurra femminile, accomunate da infortuni seri nel 2015, vi sono comunque altre atlete per le quali lo scorso anno è stato tempestato da stop vari e che attendiamo di nuovo nell’anno corrente. Abbiamo già citato Valeria Straneo, ma possiamo aggiungere Marzia Caravelli, Audrey Alloh, Veronica Borsi, Giulia Martinelli, solo per ricordarne alcune. A tutto ciò va aggiunto il settore maschile, qui non analizzato, sul quale gravano gli stessi problemi, tanto da far riflettere su un numero così elevato di infortuni. Purtroppo il 2016 è iniziato con l’operazione di Yadis Pedroso, primatista italiana dei 400hs, per la quale le Olimpiadi sono in dubbio già da ora.
Certamente si tratta di “incidenti” di entità e tipologia diverse tra loro e non paragonabili, ma speriamo sia stata fatta un’analisi esauriente sulle metodologie di allenamento e si siano trovati, ove possibili, adeguati rimedi. Siamo in un anno che fa da “redde rationem” per l’atletica italiana, la regina degli sport, dobbiamo essere in condizione di onorarlo con le nostre migliori carte da giocare.
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Foto: Pagina Facebook Alessia Trost