Atletica
Atletica: Wang Junxia squarcia il velo del doping cinese negli anni ’90. “Siamo uomini, non animali”
Wang Junxia, campionessa olimpica dei 5.000 m ad Atlanta ’96 ed argento sulla doppia distanza, esce allo scoperto attraverso una lettera, mai pubblicata, inviata al giornalista Zhao Yu e ripresa ora da Tencent Sports, piattaforma sportiva cinese. Nella missiva, la tuttora primatista mondiale dei 10.000m, accusa l’allora allenatore della nazionale Ma Junren di averla sottoposta a “massicce dosi di prodotti illeciti per diversi anni”, e con lei almeno altri 9 compagni di squadra, arrivando ad esclamare “noi siamo esseri umani, non animali”. L’atleta in questione fa parte dell'”armata di Ma Junren” che, nel solo anno 1993, migliorò 66 primati nazionali, entrando in scena a livello mondiale a suon di record clamorosi e sparendo nel giro di pochi anni, lasciando, ovviamente, molti dubbi alle proprie spalle. Ma Junren dichiarò che le performance delle sue “ragazze” erano dovute ad un fantomatico brodo di tartaruga e la stessa Wang Junxia, a più riprese, l’ultima nel 2008 in un’intervista alla Associated Press, ha negato l’uso di sostanze dopanti. Va sottolineato che nè lei nè alcuna sua compagna di nazionale sono mai risultate positive ai controlli anti-doping; Wang Junxia, inoltre, fa parte dell’Hall of Fame della IAAF dal 2012.
La speranza è che queste dichiarazioni aiutino a far luce sull’improvvisa esplosione delle mezzofondiste cinesi negli anni ’90 e sulla loro altrettanto repentina sparizione dalle scene.
Certamente tali parole rinfocoleranno ulteriormente il dibattito, molto forte negli ultimi tempi, tra chi vorrebbe la cancellazione di tutti i primati del mondo, onde evitare ogni possibile ricordo di record “inquinati” e chi preferirebbe un’analisi tecnica approfondita in modo da non “buttar via l’acqua sporca col bambino”, limitando l’operazione a tempi e misure francamente irraggiungibili senza aiuti esterni…
Foto: IAAF
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