Formula 1
F1: i talenti italiani come Marciello e Ghiotto restano a guardare. Non c’è posto nel Circus odierno senza una ‘borsa’ sostanziosa…
Un’altra stagione di F1 senza piloti italiani. Il Bel Paese non schiera drivers “titolari” nel Mondiale dal 2011, allora furono Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi a tenere alto (per modo di dire, visti i risultati…) l’onore del tricolore. Lo scorso anno, tra GP2 e GP3 Series, i due naturali serbatoi da cui la massima categoria dovrebbe attingere i migliori profili emergenti, sono arrivate tante soddisfazioni made in Italy, eppure, ancora una volta, nessuno dei talenti azzurri è stato concretamente preso in considerazione per la guida di una monoposto ufficiale 2016.
Gli ammiccamenti non sono mancati, qualcuno si è avvicinato al dorato mondo del Circus in qualità di terzo pilota, qualcun altro ha potuto solo accarezzare il sogno di cimentarsi, nell’immediato, in un Gran Premio a bordo di una F1, tuttavia è mancato sempre quel quid, quell’ultimo step (gradini che portano agli sportelli di ricche banche internazionali…?!) utile per far sedere al tavolo delle massime firme un pilota nostrano.
La GP2 2015 ha visto guidare più che dignitosamente Raffaele Marciello, puledro ventunenne della Ferrari Driver Academy nato a Zurigo, ma con un cognome che tradisce origini radicate nel profondo Sud dello Stivale. Vincitore del Campionato FIA F3 nel 2013, Raffaele ha esordito già l’anno successivo in GP2 con il team spagnolo Racing Engineering; ad inizio 2015 è entrato a far parte della scuderia italiana Trident, venendo scelto anche dalla Sauber come terzo pilota. Nell’arco della scorsa stagione è riuscito ad ottenere quattro podi nei GP di Silverstone, Montecarlo, Sochi e Abu Dhabi, chiudendo il Campionato in settima posizione.
Nelle prime libere del Gran Premio della Malesia 2015 è sceso in pista con il mezzo ufficiale del Sauber F1 Team siglando il 13º tempo complessivo; si è ben disimpegnato anche nelle libere iniziali del Gran Premio di Spagna e, durante i successivi test in-season, Marciello ha guidato prima per la Ferrari, poi per la Sauber. Al servizio della scuderia svizzera, nel corso delle prime prove libere del Gran Premio del Regno Unito, ha fatto registrare il 15º crono e, nella stessa sessione del Gran Premio degli Stati Uniti, ha preceduto anche il suo compagno di squadra Marcus Ericsson (16º tempo generale). Ma, evidentemente, ha meno appeal automobilistico dello svedese…
In questa stagione, Raffaele Marciello correrà ancora nelle GP2 Series, per il team Russian Time.
CLICCA PAGINA 2 PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO
Hanno raggiunto quest’anno Marciello in GP2, il buon Luca Ghiotto (concedeteci il gioco di parole…), ventunenne di Arzignano che ha vissuto un 2015 da assoluto protagonista in GP3, ed il rookie Antonio Giovinazzi, che nella scorsa stagione ha conquistato nel FIA F.3 European Championship otto vittorie e ventidue podi complessivi, concludendo da vicecampione il Campionato continentale.
Nel 2015 il vicentino Ghiotto si è costantemente messo in mostra con la sua monoposto marchiata Trident Racing, riuscendo ad ottenere la pole position in cinque diversi Gran Premi (Spagna, Austria, Ungheria, Belgio e Italia) e siglando cinque vittorie su diciotto corse disputate: Spielberg, Budapest, Spa, Sochi e Bahrain. Nella graduatoria finale Luca è arrivato secondo, vedendosi soffiare il titolo di categoria per soli 8 punti dal francese Esteban Ocon – rientrante nel programma giovani piloti Mercedes e da quest’anno terzo pilota designato della Renault – con il quale ha lottato colpo su colpo fino all’ultima bandiera a scacchi.
Il talentuoso driver veneto è stato sondato la scorsa estate dalla Red Bull, che lo ha invitato a Milton Keynes per una intensa tre-giorni di test al simulatore. Purtroppo, al momento, Ghiotto non rientra nel programma Red Bull Junior Team, tuttavia, si aspettano grandi cose da lui nonostante il repentino salto di categoria.
Insieme a Ghiotto, hanno calcato le piste della GP3 2015 anche Antonio Fuoco e Kevin Ceccon, classificatisi rispettivamente sesto e settimo nella classifica finale. Ciò sta a testimoniare che la gioventù italiana delle quattro ruote veloci non pecca certo di qualità e prospettive, però appare altrettanto (se non di più) evidente come ormai lo sbarco nell’ambito porto della F1 sottostia a logiche extra-sportive, lontane dalle pure capacità di guida di quelli che dovrebbero pur sempre esserne i protagonisti principali: i piloti. E negli ultimi anni di personaggi “bizzarri” con valigette stracolme di denaro ne saranno entrati parecchi negli uffici di Bernie Ecclestone…
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
giuseppe.urbano@oasport.it
Foto: Pagina FB Luca Ghiotto