Formula 1
F1, Test Barcellona 2016: Mercedes calerà gli assi, Ferrari lavorerà sull’affidabilità
Test Barcellona 2016, il ritorno. E’ con un titolo da opera filmica che vogliamo presentarvi la seconda sessione di prove dedicate alle monoposto di F1 sul circuito di Montmelò (Spagna), dal 1 al 4 marzo, in vista del Mondiale 2016. Lungo i 4655 m del circuito catalano il Circus tornerà a farsi sentire e le osservate speciali saranno la Mercedes e la Ferrari. Le frecce d’argento sono reduci dalla prima quattro giorni di test in cui hanno esclusivamente lavorato con gomme medie in cerca dell’affidabilità. La W07 si è dimostrata un vero e proprio caterpillar coprendo più di 3000 chilometri e totalizzando ben 675 giri. Una superiorità imbarazzante rispetto agli altri, capaci di raggiungere poco meno della metà delle tornate delle vetture di Stoccarda.
Team di Brackley che ha giocato a carte coperte, senza mai cercare la prestazione pura avendo, quasi certamente, la sicurezza di essere già pronta. Il nuovo modello 2016, infatti, è un’evoluzione del precedente con la variante del muso, ispirato ad una soluzione del 2008 della Ferrari, per cercare ulteriore carico aerodinamico sull’avantreno. Migliorie che, a quanto pare, hanno lasciato decisamente soddisfatti i due piloti Lewis Hamilton e Nico Rosberg ed, in particolare, il tedesco si è detto desideroso di provare la nuova nata in configurazione da qualifica, già per tracciare una linea di demarcazione netta rispetto alla concorrenza. E’ prevedibile, pertanto, che la Mercedes affronterà questa seconda tornata di prove per testare le proprie qualità nel giro secco venendo anche incontro ai piccoli problemi di usura gomme emersi nei precedenti test.
In casa Ferrari il programma, verosimilmente, sarà diametralmente opposto. La SF16-H ha mostrato grandi passi avanti rispetto al progetto precedente in termini di velocità e costanza ma parlando di una macchina completamente nuova in tutte le aree ha bisogno di tempo per trovare le soluzioni opportune (353 giri e 1643 km percorsi). Le problematiche relative al sistema di pescaggio della benzina ed ai radiatori sono quasi fisiologici per una monoposto rivoluzionaria rispetto agli standard di Maranello e completamente discontinua alla SF15-T. Un territorio inesplorato questo nuovo bolide rosso che i tecnici del Cavallino Rampante si aspettano di conoscere e comprendere nel più breve tempo possibile. Per questo è auspicabile che la Scuderia lavorerà molto sulla durata per acquisire dati e prevenire le eventuali criticità delle componenti. Di certo c’è che sia Sebastian Vettel che Kimi Raikkonen sono stati decisamente soddisfatti dal lavoro condotto dai progettisti, notando un notevole passo avanti nella parte anteriore della monoposto, molto ben bilanciata. Inoltre, la bontà del modello è testimoniata dalla potenza della nuova power unit di circa 930 cv. (secondo indiscrezioni della BBC) contro i 950 cv. delle Mercedes.
Per quanto riguarda il resto del gruppo sembra che sia la Red Bull la terza forza del campionato. Il restringimento del retrotreno della nuova vettura disegnata da Adrian Newey è il fiore all’occhiello di una monoposto che vuol inserirsi nella lotta tra le due squadre citate precedentemente ma a cui manca ancora un po’ di potenza dal motore Renault. Propulsore che si avvicina ai 900 cv ed è ancora distante dai più qualificati rivali. Tuttavia, per le caratteristiche del telaio, la nuova creatura di Milton Keynes potrebbe essere della partita in alcune gare nelle quali il carico aerodinamico conterà maggiormente: Monaco, Ungheria e Singapore. Chiosando su Mclaren, la squadra di Woking resta ancora una grande incognita. Tanti giri fatti da Jenson Button nel primo giorno di prova ma poi pochissimi con Fernando Alonso nei restanti. L’allontanamento dal progetto F1 di Yusihisa Arai da parte della Honda, sostituito da Yusuke Hasegawa e Yoshiyuki Matsumoto, direttore dell’intero gruppo di lavoro Honda F1, testimoniano ancora tanti problemi nel connubio anglo-nipponico.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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