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Editoriali

‘Italia, come stai?’: il momento magico degli sport invernali; Fed Cup, la fine di un ciclo

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L’orizzonte degli sport invernali è sempre più colorato d’azzurro. L’Italia sta vivendo una stagione assolutamente eccezionale, competitiva in svariate discipline con atleti ancora molto giovani e dunque nel pieno del proprio processo di maturazione.

Il biathlon ormai non stupisce più. Se Dorothea Wierer è entrata a buon diritto nel novero delle fuoriclasse, ha sorpreso nella tappa di Canmore il rendimento degli uomini, con Dominik Windisch straordinario nel cogliere una vittoria imponderabile nella mass start. Tra i più incisivi del circuito nel passo sugli sci, l’altoatesino necessita di accrescere le percentuali al poligono per poter ambire a piazzamenti di rilievo con costanza. Di certo il trionfo nord-americano potrebbe rappresentare in questo senso la svolta della carriera, soprattutto sotto il profilo mentale.
Nel complesso il Bel Paese può contare su una squadra di altissimo livello. Tra le donne, accanto alla locomotiva Wierer, Karin Oberhofer resta una garanzia, mentre continuano a progredire Federica Sanfilippo e Lisa Vittozzi: la staffetta in rosa, non a caso, gareggia ormai sempre con ambizioni da podio. Un buon quartetto, in prospettiva, si potrà costruire anche in campo maschile: Thomas Bormolini e Giuseppe Montello hanno le qualità per poter ricoprire un ruolo interessante in Coppa del Mondo e poter così affiancare Windisch e Lukas Hofer.

Sorride, eccome, anche lo short track. Non è un caso che il ritorno di Arianna Fontana sia coinciso con il trionfo della staffetta femminile. Stiamo parlando, d’altronde, di una campionessa in grado di spostare gli equilibri, la stella cometa che potrà fornire un ulteriore input di crescita ad un gruppo che finalmente sta scalando le gerarchie internazionali. Pensiamo ad esempio al quinto posto di Lucia Peretti nei 1500 metri o al quarto del giovane Tommaso Dotti nella medesima distanza. Sono i segnali attesi da tempo: l’Italia necessita come il pane di nuovi interpreti per poter avere un futuro anche dopo l’addio di Arianna Fontana.

Ottimo ed intrigante nel lungo periodo anche il fine settimana dello sci alpino. I velocisti italiani hanno mostrato di gradire la futura pista olimpica di Jeongseon, come testimoniano i secondi posti di Dominik Paris (discesa) e Christof Innferhofer (superG), con Peter Fill a ridosso del podio in entrambe le gare ed in piena corsa per la vittoria della coppetta di discesa. Da segnalare i primi punti in Coppa del Mondo di Emanuele Buzzi, 21enne che sta facendo benissimo in Coppa Europa e rappresenta con Mattia Casse il nuovo che avanza.
Continuano invece le difficoltà in campo femminile, con le azzurre ancora una volta tra le prime dieci nella velocità, senza tuttavia dare la sensazione di poter ambire ai primi tre posti.

Se nello slittino andrebbe eretta una statua ai veterani Oberstolz-Gruber per come hanno retto le sorti di un intero movimento nelle ultime settimane, a Sochi ha battuto finalmente un colpo Dominik Fischnaller, terzo nel singolo (con il cugino Kevin Fischnaller sesto). Un atleta dotato di un talento sconfinato, ma fin qui bloccato da limiti mentali e problemi di materiali. Eppure proprio i due Fischnaller costituiscono la base per garantire un futuro ad uno sport che sta vivendo la difficile transizione del dopo Armin Zoeggeler.

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1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    9 Febbraio 2016 at 19:03

    Tutto lascia presagire alla fine di un ciclo e l’inizio di un periodo buio. La cosa che più mi dispiace è la spaccatura tra Errani e Vinci che potevano essere una carta importante per il doppio azzurro a Rio come l’addio di Pennetta ha impedito la costruzione del doppio misto con Fognini. Proprio non si poteva fare un piccolo sforzo in più?

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