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Judo, Grand Slam Parigi 2016: antipasto olimpico, per l’Italia non bastano due settimi posti

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Con la partecipazione di 557 provenienti da 91 Paesi, e buona parte delle teste di serie delle varie categorie di peso presenti, il Grand Slam di Parigi ha offerto una splendida vetrina per il judo internazionale nell’anno olimpico, oltre ad offrire preziosi punti utili per partecipare allo stesso appuntamento a cinque cerchi (500 per i vincitori di ciascuna categoria, 300 ai medagliati d’argento, 200 ai terzi classificati).

A dominare la scena, anche in questo caso, sono stati i judoka del Giappone, che sono saliti sul podio in nove occasioni con ben cinque medaglie d’oro all’attivo. Medaglie che, però, non sempre servono a facilitare la via della qualificazione verso Rio 2016, ma a volte complicano addirittura il compito dei tecnici nipponici. Hisayoshi Harasawa, ad esempio, sta inscenando una serie di ottime prestazioni nella categoria +100 kg, e con questa nuova medaglia d’oro potrebbe aver segnato un punto decisivo a proprio favore nei confronti del vicecampione mondiale Ryu Shichinohe, solamente quinto. Toru Shishime (60 kg), ha approfittato dell’assenza di Naohisa Takato per imporsi, mentre Masashi Ebinuma è tornato a dominare la categoria 66 kg, prendendosi la rivincita sul sudcoreano An Ba-Ul, che gli aveva strappato il titolo mondiale ad Astana. Nella categoria 73 kg, invece, il veterano Hriroyuki Akimoto ha vinto un importante bronzo nei confronti di un Riki Nakaya che ha terminato ai piedi del podio (Shohei Ono, come Takato, parteciperà invece al Grand Prix di Düsseldorf). Nella categoria 90 kg, la vittoria di Daiki Nishiyama potrebbe mettere in crisi la leadership di Mashu Baker, mentre al femminile l’unica vincitrice è stata Megumi Tachimoto (+78 kg). Delusione nella categoria 48 kg, dove Haruna Asami ha chiuso quinta, mentre Ami Kondo è stata subito eliminata.

La seconda posizione del medagliere è occupata dalla Corea del Sud, che dall’anno scorso è tornata a recitare un ruolo di grande protagonista nel judo internazionale. I sudcoreani hanno chiuso con tre medaglie d’oro e quattro di bronzo, vincendo tutte le finali alle quali hanno partecipato. Nella categoria 73 kg, storicamente dominata dai giapponesi, An Chang-Rim ha trovato una medaglia d’oro che conferma la sua grande ascesa iniziata con il bronzo Mondiale di Astana. I due campioni iridati, il già citato An Ba-Ul (66 kg) e Gwak Dong-Han (90 kg), si sono dovuti accontentare del terzo posto, mentre le sorprese sono arrivate dal settore femminile, dove sono arrivate due medaglie, entrambe d’oro. Kim Jan-Di (57 kg) e Kim Seong-Yeon (70 kg) hanno dimostrato che il judo coreano sta crescendo fortemente anche tra le donne, dopo i grandi risultati degli uomini nel 2015: a Rio ci sarà da fare i conti anche con loro.

Completa questo podio delle superpotenze del Grand Slam di Parigi la Francia padrona di casa, che ha piazzato sul podio nove judoka come il Giappone, anche se con due medaglie d’oro contro le cinque dei nipponici. Nel confronto degli ori si è certamente fatto sentire il forfait di Teddy Riner, che sulla carta avrebbe potuto battere Harasawa per portare la situazione su un più equilibrato 4-3, ma i Bleus hanno avuto comunque ottime ragioni per festeggiare. Cyrille Maret ha conquistato l’oro per la terza volta consecutiva nel torneo di casa, mentre Clarisse Agbegnenou sta tornando quella che ha dominato la stagione 2014, dopo aver affrontato diversi problemi fisici l’anno scorso. Interessante il confronto della categoria 52 kg, con Annabelle Euranie e Priscilla Gneto, entrambe pretendenti ai Giochi Olimpici, che hanno ottenuto i due bronzi a disposizione, mentre Automne Pavia, pur delusa del suo quinto posto, ha segnato punti importanti nella categoria 57 kg contro un’impalpabile Hélène Receveaux. Ottimo, infine, il torneo di Alexandre Iddir (argento nei 90 kg) e del giovane Walide Khyar, campione europeo junior che ha trovato i bronzo dei 60 kg alla sua prima partecipazione parigina.

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