MotoGP
MotoGP: cosa ha cambiato il nuovo regolamento? Yamaha missile, Ducati evolve ed Honda indietro
La tre giorni di test sulla pista di Sepang, primo assaggio del Mondiale di MotoGP 2016, aveva una valenza particolare non solo per le prime apparizioni di piloti e prototipi ma anche per i cambiamenti regolamentari caratterizzanti l’annata corrente: il ritorno delle gomme Michelin, la configurazione elettronica Open (centralina elettronica unica uguale per tutti) e la capacità dei serbatoi tra gli aspetti principali. Ebbene che riflessi hanno avuto nelle prestazioni in pista?
Guardando ai tempi della Yamaha si potrebbe dire che: “la novità è che non ci sono novità”. La Casa di Iwata, reduce dal dominio assoluto del 2015 con titolo piloti e costruttori conquistati in carrozza, sembra aver trovato già da ora una base solida su cui lavorare. Le coperture francesi da 17″, differenti dai 16.5 pollici delle Bridgestone, sembrano in perfetta simbiosi con il prototipo dei tre diapason. In particolare, il connubio tra gli pneumatici francesi e la guida smooth di Jorge Lorenzo ha fornito risultati eccellenti in pista. Il maiorchino è stato l’unico nei turni di prova malesi a scendere sotto il muro dei 2′, siglando un sensazionale 1’59″580 e girando sul passo costante di 2’00”. A testimonianza della bontà della M1 ci sono anche le prestazioni di Valentino Rossi, secondo nella graduatoria del day 3 e quarto nel ‘combinato’ delle tre giornate con il crono di 2’00″556. Un Rossi che di, tornata in tornata, ha migliorato i suoi riscontri, avendo un approccio più problematico con le novità dell’annata ma trovando però al termine dei test più certezze di quante ne potesse avere in precedenza. Di sicuro, avere il compagno di squadra distante quasi 1″ è una bella gatta da pelare per il 46, motivato a riscattarsi dopo l’epilogo negativo della scorsa stagione.
Andamento simile è quello di Marc Marquez e della Honda, da cui, alla vigilia visto quanto era emerso a Valencia, poco dopo l’ultimo round mondiale, ci si sarebbe aspettati di più. La messa a punto della nuova ‘belva’ di Tokyo richiede tempo e la giusta chimica tra la nuova elettronica, la guida dei piloti e le coperture transalpine è ancora da trovare. A detta del Team Principal Livio Suppo gran parte del programma si è incentrato nello sviluppo del motore per migliorare l’erogazione della potenza e rendere la guida meno “estrema”. Al momento il distacco dal missile con il 99 sul cupolino è +1″303 e di tempo per provare nuovi componenti non ce n’è molto. In tal senso, di particolare importanza il fatto che i team, da quest’anno, avranno a disposizione 7 motori a stagione (nel 2015 erano 5 per le Factory e 12 per le Open), con serbatoi da 22 litri di carburante(nel 2015 erano 20 litri per le Factory e 24 per le Open) e pertanto anche l’aspetto legato all’affidabilità sarà una discriminante importante.
Chi da questi mutamenti potrebbe, invece, giovarne è la Ducati. La Casa di Borgo Panigale è stata la prima, tra le squadre top, ad investire sulla tecnologica Open, lavorando sulla centralina Magneti Marelli. Una modifica comportante una standardizzazione nel numero dei canali, uguali per tutti, tranne uno per lasciare un minimo di diversità nei progetti dei team. Rossa che dunque dispone di una mole di dati importante, da poter sfruttare lungo il nastro d’asfalto ed essere ancor più vicina alle rivali giapponesi. A Sepang la velocità della GP15/GP16 è stata notevole come i tempi di Danilo Petrucci nel secondo giorno dimostrano al pari della consistenza mostrata sia da Andrea Iannone che soprattutto da Casey Stoner. L’australiano ha impressionato per il suo feeling con il prototipo 2015, sconosciuto alla vigilia. Nonostante il periodo di inattività, Stoner ha mostrato la solita grande capacità di adattamento, ottenendo il miglior riscontro cronometrico dei piloti Ducati nel day 3 in 2’01″070. Temi che faranno piacere a Gigi Dall’Igna e soci ma, forse, un po’ meno ai due driver ufficiali Andrea Iannone ed Andrea Dovizioso infatti, vedendo un “collaudatore” andare così’ forte, hanno di che pensare. Le aperture ad un ritorno in alcune gare dell’aussie non sono mancate e chissà se questo 2016 continuerà a riservarci ulteriori sorprese al di là delle nuove regole. Non ci resta che attendere il ritorno dei bolidi in occasione dei prossimi test in Australia a Philipp Island dal 17 al 19 febbraio.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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