MotoGP
MotoGP, la griglia di partenza dopo Phillip Island: Yamaha in pole, Honda vicina e Suzuki mina vagante
La tre giorni di test tenutisi sul tracciato di Phillip Island (Australia), in avvicinamento al Mondiale di MotoGP 2016, è andata in archivio. La pista australiana ha fornito spunti interessanti, dai quali si può partire, per stilare un’ipotetica griglia di partenza, come se il campionato iniziasse domani.
Ebbene i favoriti per la piazzola numero 1 sono Jorge Lorenzo e Valentino Rossi, i contendenti al titolo 2015 nonché compagni di squadra del team Yamaha factory. Nonostante i tanti cambiamenti regolamentari (gomme Michelin ed elettronica tra gli aspetti più importanti) nulla sembra cambiato rispetto all’anno scorso. Il prototipo dei tre diapason è quello che dà le maggiori garanzie in termini di costanza di rendimento, su qualunque tracciato. In Malesia il dominio del campione del mondo 2015 Lorenzo è stato assoluto: quasi un secondo inflitto al primo degli inseguitori, alias Rossi, con sequenze di giri spaventose ed inavvicinabili per tutti. Nella terra dei canguri invece è stato Valentino ad impressionare, sorprendendo lui stesso per il feeling trovato con l’anteriore. I long run simulati sul passo dei 1’30″/1’29” rappresentano una primizia e una iniezione di fiducia importante per le ambizioni del 46. Partendo da questi presupposti, possiamo ritenere i due alfieri di casa Yamaha in pole position per il Mondiale.
Un vantaggio che però, rispetto alle prime prove malesi, si è assottigliato guardando ai rivali numero 1: la Honda e Marc Marquez. A Sepang il rapporto tra il Cabroçito e la nuova belva di Tokyo era decisamente conflittuale: poco grip, elettronica decisamente da migliorare e stile di guida di Marquez poco redditizio con le nuove coperture francesi. Tanti punti a sfavore che al freddo di Phillip Island si sono tramutati, quasi nella totalità, in aspetti positivi. Di fatto, Marc ha recuperato molto in termini di competitività chiudendo con il miglior tempo del day 3 ed avendo buone sensazioni dalla propria moto. Honda in progresso però non ancora all’altezza dei principale competitor nipponico (Yamaha). L’essere veloce su qualunque circuito sembra essere ancora una prerogativa di Iwata e pertanto riteniamo che il 93 parta alle spalle del duo menzionato in precedenza seppur a pochi decimi di secondo.
La seconda fila del nostro schieramento annovera l’altro driver di casa Honda Dani Pedrosa che, pur non facendo i “fuochi d’artificio”, è un pilota da non sottovalutare. L’album dei ricordi dell’iberico ha in sè scatti di un’alchimia vincente tra il suo modo di andare in moto e le mescole Michelin. Storie di successi nella categorie inferiori che potrebbero riverberarsi anche in un’annata 2016 non annoverandolo, attualmente, nella lista dei super favoriti. Chi, invece, ha sorpreso e colpito è stata la Suzuki GSX-RR di Maverick Viñales. Il rider “top gun” lungo i curvoni veloci e le discese australiane ha stupito per le prestazioni sia sul giro singolo che sulla durata. Una gestione del mezzo magistrale, coadiuvata dal nuovo cambio seamless, ha portato lo spagnolo nella top3 di tutti i giorni di prova. Una mina vagante per essere della partita in alcuni arrivi di tappa.
Condizione di Viñales che si riteneva, alla vigilia di questi test, potesse essere della Ducati. Il prototipo di Borgo Panigale, invece, non è stato all’altezza delle aspettative, non consentendo ad Andrea Iannone ed Andrea Dovizioso di essere veloci come si auspicavano. I problemi di adattamento alle nuove coperture francesi nonchè quelli relativi al nuovo cambio stentano ad essere risolti ed annotare i tempi della GP14.2 di Hector Barbera costantemente davanti fa riflettere Gigi Dall’Igna è soci. In più, da un punto di vista mediatico, la figura di Casey Stoner, collaudatore dalle qualità velocistiche fuori dal comune, ha alimentato voci di future apparizioni, magari in sostituzione dell’infortunato Danilo Petrucci. Tante chiacchiere che possono destabilizzare un ambiente bisognoso di serenità e nel quale i piloti ufficiali debbono sentirsi il vero riferimento della squadra. Per quanto affermato da Dall’Igna il ruolo di Stoner è essenzialmente quello di dare un valido supporto nel momento in cui Iannone e Dovizioso non potranno scendere in pista e provare nuovi componenti nel corso della stagione. Un driver, pertanto, capace di “stimolare” la moto su livelli prestativi altissimi, fornendo altresì dati utili al team. Al di là di tutto, la Ducati, dopo Phillip Island, ha perso qualche posizione ed in vista dei prossimi test, programmati dal 2 al 4 marzo a Losail (Qatar), è lecito aspettarsi una reazione.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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