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Pattinaggio artistico: Italia, finalmente gli uomini!

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Era il 2009 quando Samuel Contesti conquistava, sul ghiaccio finlandese di Helsinki, la medaglia d’argento europea alle spalle del francese Brian Joubert. Poi, dopo i Giochi Olimpici del 2012, Contesti ha deciso di appendere i pattini al chiodo, ed è così iniziato il calvario del pattinaggio azzurro al maschile. Il fondo fu raggiunto a Sochi 2014, con la prestazione disastrosa dell’italo-canadese Paul Bonifacio Parkinson.

La rinascita è iniziata lentamente con l’arrivo in squadra dalla Russia di Ivan Bariev, divenuto italiano con il nuovo nome di Ivan Righini. Con lui, il livello si è nuovamente innalzato, riportando quanto meno i colori azzurri nella top ten delle gerarchie continentali. In costante miglioramento nelle ultime stagioni, il ventiquattrenne ha spesso peccato di concretezza nei momenti più importanti, fino alla rassegna continentale di Bratislava, dove è finamente riuscito a completare due programmi di ottima caratura, migliorando tutti i suoi record e facendo segnare il primato italiano con 236.36 punti, sinonimo di sesta posizione finale.

Alle sue spalle, poi, si sta facendo strada anche Matteo Rizzo, romano di nascita e piemontese d’adozione classe 1998, che ha bagnato il suo esordio in una grande competizione senior con il tredicesimo posto complessivo. Atleta di grande prospettiva, Rizzo ha anche il merito di essere il miglior pattinatore di scuola italiana dell’ultimo decennio, visto che Contesti, Parkison e Righini sono stati tutti naturalizzati in provenienza rispettiva da Francia, Canada e Russia. Certo, è ancora difficile dire dove potrà arrivare Rizzo, ma l’inizio del diciassettenne è stato davvero promettente.

Non dimentichiamo, poi, neanche il campione in erba che l’Italia ha in fucina, il giovanissimo Daniel Grassl, tredicenne campione nazionale junior e già vincitore di numerose gare internazionali. Con Rizzo e Grassl, dunque, – oltre che con Righini – l’Italia può guardare con fiducia al futuro del proprio pattinaggio maschile, e magari sperare di tornare almeno su un podio europeo, dove nella storia sono saliti solamente Contesti ed il mitico Carlo Fassi, cinque volte medagliato con due titoli continentali negli anni ’50.

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Immagine: Luca Renoldi Photo

giulio.chinappi@oasport.it

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