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Tuffi: l’Italia convince in Coppa del Mondo. Zero medaglie ma tanti pass per Rio 2016

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Per le medaglie ripassare tra qualche mese. Sempre a Rio, sempre al Maria Lenk Aquatic Center, sperando in altre condizioni meteo. L’Italia ha fatto il suo alla Coppa del Mondo di tuffi, ovvero: conquistare cinque pass su sette a disposizione e rimanere in corsa per il sesto, in attesa che vengano riassegnati eventuali posti liberi nei 136 complessivi (34 per gara). Un risultato in linea con le previsioni, ma tutt’altro che scontato. Perché la concorrenza era folta e perché i tuffi sono sempre imprevedibili. Tanta gente di livello rimarrà fuori dalle Olimpiadi, gli azzurri no: si erano preparati al meglio e ci hanno regalato sei giorni di emozioni.

Un anno fa, di questi tempi, Tania Cagnotto usciva due volte in semifinale alle World Series di Pechino e Dubai. Altre motivazioni, altra condizione. Adesso la bolzanina ha fatto 348.65 punti in eliminatoria, ha battuto le cinesi e poi è arrivata sesta, sfiancata dal tour de force semifinale+finale a poche ore di distanza una dall’altra. Jennifer Abel fa paura e ha ancora grossi margini di crescita nelle rotazioni indietro in cui rimane imprecisa, ma tutti ricordano Kazan e il suo rapporto con i momenti decisivi. La Cina è probabilmente imprendibile, ma ancora una volta la regina dei tuffi azzurri potrà dire la sua. Con il necessario riposo a Rio 2016 sarà tutta un’altra gara, in cui speriamo possa essere un fattore anche Maria Marconi, che con un’immensa forza di volontà ha superato la sfortuna dei malanni fisici e, adesso, si vuole prendere la rivincita anche contro quella dei quarti posti. Ha dimostrato di valere le migliori atlete del movimento con una potenza che a 31 anni non è da tutte. Anzi.

Il team Italia femminile che hanno preso il pass olimpico!!! BRAVISSIME….!

Pubblicato da Europa Center S.r.l. su Lunedì 22 febbraio 2016

 

Francesca Dallapè ha saputo immagazzinare e superare al meglio tutte le ‘batoste’ psicologiche di questi mesi: il quarto posto europeo, il mancato pass nel sincro ai Mondiali, il mancato pass individuale ai Mondiali, la mancata qualificazione per la Coppa del Mondo. Ad agosto poteva essere certa di due partecipazioni olimpiche e invece ha dovuto lottare fino all’ultimo tuffo, a febbraio, per provarci un’ultima volta nel sincro con l’amica di sempre, Tania Cagnotto. Dopo sette ori continentali di fila e due argenti iridati manca solo la medaglia più ambita. Noemi Batki ha lottato, sola, dalla piattaforma contro pioggia, vento e assenza di motivazioni. Il pass olimpico ce l’aveva dall’estate: si è testata, ha sbagliato ma la sua seconda finale mondiale consecutiva se l’è comunque portata a casa. A Londra 2012 fu ottava inseguendo a lungo il sogno del podio. Verso Rio c’è fiducia anche in lei: negli ultimi anni non ha mai fallito gli appuntamenti importanti. Se a volte sembra ‘distratta’, quando conta la triestina è una macchina da guerra.

E i maschi? Uno spettacolo dal trampolino, un incantesimo rotto – ma che si può riaggiustare almeno in parte – dalla piattaforma. Da 16 anni l’Italia non conquistava un pass olimpico nel sincro 3 metri: ci sono riusciti Andrea Chiarabini e Giovanni Tocci contro ogni pronostico, quinti contro i migliori della piazza. Da quattro un azzurro non si giocava una finale individuale dal trampolino olimpico contro il resto del mondo: Michele Benedetti, dopo il 12esimo posto della Copap del Mondo 2012, si è classificato ottavo sempre da 3 metri. L’esperienza del romano, la prima volta del cosentino e, soprattutto, la consacrazione di Chiarabini, addirittura terzo in eliminatoria, una condotta di gara che ormai vale quasi quella dei big. Finalmente il 20enne sta tornando a flirtare a pieno con il suo immenso talento.

Peccato solo per Francesco Dell’Uomo e Maicol Verzotto. Prima un problema fisico al romano che ha impedito il difficile assalto al pass sincro, poi una gara individuale che ha lasciato l’amaro in bocca. Al primo, decimo a metà gara prima di tre errori fatali, e ancor di più al secondo, che ancora non ha potuto festeggiare il primo pass olimpico della carriera. Dovrà tenere le dita incrociate fino a giugno e l’attesa non sarà leggera. Perché di treni così non ne passeranno probabilmente più. Ma l’Italia che si imbarcherà sul volo di ritorno sarà comunque un’Italia soddisfatta: senza medaglie, ma con una dimensione di totale fiducia nei propri mezzi. Il modo migliore per affrontare il resto dell’avvicinamento a Rio 2016 che, per alcuni, passerà adesso dalle World Series prima che dagli Europei di Londra a maggio. E una delle regole non scritte degli sport olimpici si conferma tale: il primo giorno è decisivo. L’iniezione di fiducia che deriva da una buona partenza è spaventosa. Tocci e Chiarabinithe future, l’hanno data eccome.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook Arena Rostock 2015

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