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Tuffi: Tocci-Chiarabini a Rio 2016. Cronaca di una strana coppia

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Una strana coppia. Strana perché nata quasi per caso, durante le pause d’allenamento degli Europei di Rostock 2015, con i presenti – noi compresi – che cercavano di capire dove finisse il limite dello scherzo e dove invece iniziasse quello della realtà. E’ diventato chiaro presto, qualche settimana dopo, al Grand Prix di Bolzano. Super programma, garone e medaglia d’argento. Giovanni Tocci e Andrea Chiarabini hanno iniziato così a preparare la propria scalata verso le Olimpiadi, conquistate ieri a Rio de Janeiro sotto la pioggia della giornata d’esordio della Coppa del Mondo.

L’estate procede e, agli Assoluti di Bergamo, i due azzurri sfoderano un’eliminatoria da 425 punti. Purtroppo ce la perdiamo, perché stiamo guidando proprio verso l’Italcementi, ma ci arriva un messaggio che recita: “Anche i giudici si sono alzati in piedi per applaudirli“. Alla finale, invece, ci siamo. Qualche punto in meno, ma abbastanza per convincere il ct Giorgio Cagnotto a cambiare in extremis le scelte per i Mondiali di Kazan. I titolari sono loro.

 

Bravissimi

Pubblicato da Europa Center S.r.l. su Venerdì 19 febbraio 2016

 

In Russia l’esordio è ottimo. Ancora benissimo in mattinata, poi un nono posto in finale con oltre 400 punti e, soprattutto, l’adrenalina che scorre ancora potente nelle vene. Perché è il 28 luglio 2015, e solo qualche ora prima Tania Cagnotto ha vinto il suo primo oro iridato della carriera battendo le cinesi dal metro. Sembra quasi un passaggio di consegne. La medaglia, per Tocci-Chiarabini, è impossibile. Ma fanno il loro ed escono a testa alta. Programmando il futuro.

La nuova stagione, tra selezioni individuali (Chiarabini ce la fa, Tocci invece no) e collegiali a Cuba, sembra limitare i progressi dei due italiani, già affiatati e super legati perché medaglia d’argento junior nel 2010 a Helsinki proprio in sincro. L’esperimento della strana coppia comunque continua anche se i risultati non sono eccellenti. E si arriva alla Coppa del Mondo, tra un’eliminatoria da dimenticare – anche qui siamo distanti dal pc e, in un aggiornamento che arriva via Facebook, ci dicono addirittura che è tutto finito, salvo poi assistere agli harakiri di Francia e Austria – e una finale, invece, da sogno. Perché è questa una delle regole non scritte dei tuffi: chi entra per il rotto della cuffia poi nel pomeriggio (o sera, come in Brasile) ha una marcia in più. Chissà perché.

Il resto è un qualcosa che ancora non riusciamo a rileggere con lucidità, tra cuore a mille e anche qualche lacrima di gioia. Perché conosciamo il lavoro che c’è dietro a tutto questo, a partire dai tecnici Fabrizio De Angelis eLyubov Barsukova fino ad arrivare allo staff federale, e perché più che delle considerazioni tecniche questo è il momento della festa. Per Giovanni Tocci, “uno con la testa” come direbbe Massimiliano Rosolino riferito a Simone Sabbioni, alla sua prima Olimpiade. E per Andrea Chiarabini, che invece c’era già a Londra 2012 ma dalla piattaforma, autore di una carriera talentuosissima ma piena di troppi alti e bassi. Ha toccato il fondo ed è risalito nell’unica maniera possibile: lavorando duramente.

E torniamo a Bergamo, lo scorso luglio, a quel pianto irrefrenabile per la mancata qualificazione mondiale individuale che forse in pochi hanno notato. “Sta cambiando mentalità“, ci ha detto un suo superiore. Gli abbiamo creduto. Ha avuto ragione.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Nella foto di Benedetta Molaioli (Facebook), Tocci e Chiarabini nel 2008

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