Atletica
Atletica, Mondiali indoor: il bilancio della manifestazione di Portland in chiave azzurra
A poche ore dalla conclusione dei Campionati del Mondo indoor di atletica leggera svoltisi a Portland, mentre la pista montata per l’occasione porta ancora i segni delle scarpette degli atleti in gara, è opportuno tracciare il quadro della rassegna iridata.
Partendo da casa Italia è chiaro che Portland per gli appassionati di atletica sarà sempre associata a Gianmarco Tamberi (voto 10) protagonista della meravigliosa cavalcata verso l’oro mondiale. Una vittoria, col senno di poi, venuta nel migliore dei modi possibili; se, durante la gara, le coronarie dei tifosi sono state messe a dura prova, in proiezione futura le incertezze palesate e poi superate a 2,29 e 2,33, entrambi passati al terzo tentativo, sono un bagaglio di esperienze e sensazioni che il saltatore marchigiano porterà con sé coniugate in senso positivo.
In atletica, normalmente, i valori dei più forti vengono fuori, ma uno stop a quote basse avrebbe potuto insinuare qualche dubbio nella mente del Campione del Mondo; così invece potrà programmare Europei e, soprattutto, Olimpiadi con la serenità necessaria, unita ad un talento e ad una tecnica a livello dei migliori in assoluto.
Per Alessia Trost (voto 5.5) permane il senso di un’occasione perduta, come da lei stessa dichiarato, va sottolineato, però, che tutte sono state un paio di centimetri sotto il loro stagionale, quindi siamo più o meno in linea con la media di gara, certamente molto è stato dovuto alle assurde progressioni IAAF (voto 3). Sapere che con 1,96 si poteva salire, almeno, sul podio lascia comunque l’amaro in bocca, ma Alessia sembra senz’altro più convinta degli anni passati.
Se Gloria Hooper (voto 6.5) è stata sfortunata dopo il bel primo turno a ritmo di personale, causa un indurimento muscolare, poca gloria per Marco Fassinotti (voto 5) il quale deve risolvere assolutamente il problema al piede di stacco che si ripresenta spesso e per Chiara Rosa (voto 4.5) molto lontana dalle misure che contano nel peso.
La decima piazza nel medagliere, frutto ovviamente del ranking in ordine di ori conquistati, è senz’altro buona per il team azzurro, mentre la classifica a punti ci pone al 24° posto con 10 punti, contro i 3 dell’ultima edizione di Sopot, ma lontani da Istanbul 2012, dove arrivò l’ultima medaglia prima di ieri, con Antonietta Di Martino.
Non è facile fare raffronti in competizioni così “particolari” e con una selezione composta da soli 5 atleti, ma questo numero in primis e la sofferenza di alcuni settori fanno sì che la strada da percorrere sia ancora lunga per costruire una nazionale competitiva; in questo contesto il successo di Tamberi assume una veste doppiamente importante per fare da traino all’intero movimento.
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gianluca.pessoni@oasport.it
Luca46
21 Marzo 2016 at 21:36
Gianmarco Tamberi ha salvato la spedizione e lo ha fatto alla grande vincendo ma è chiaro che presentarsi con 5 atleti e con prestazioni modeste non può ritenersi soddisfacente. E’ da molto che si parla del rilancio dell’atletica, pensare che arrivino risultati eclatanti dal giorno alla notte sarebbe folle ma almeno vedere un lavoro di base questo si sarebbe lecito attendersi. Al contrario si va avanti brancolando qua e la: qualche lampo improvviso poi speranze che naufragano inesorabilmente, talenti sprecati che si accumulano.