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Atletica
Atletica, Mondiali indoor, le altre gare: Defar regale nei 3000, 5 ori agli Stati Uniti!
Si sono chiusi all’Oregon Center di Portland i Campionati del Mondo di atletica leggera indoor, che verranno ricordati in chiave tricolore per lo splendido oro di Gianmarco Tamberi.
Detto della gara di alto donne, ecco una sintesi delle altre sfide di un’ultima giornata che ha visto i padroni di casa conquistare ben 5 titoli iridati.
I 3000 sono la competizione più lunga delle indoor; tra le donne si aspettava lo show di Genzebe Dibaba e così è stato, con la primatista mondiale dei 1500 all’aperto che parte in tromba poco prima del secondo chilometro lasciando la polvere alle avversarie, con la solita sublime rotondità di corsa. Il crono finale è 8’47”43, a completare la doppietta etiope la quattro volte iridata Meseret Defar, mentre sul gradino più basso del podio si accomoda l’atleta a stelle e strisce Shannon Rowbury, pronostico rispettato in pieno.
Nella gara maschile sulla stessa distanza vince un altro etiope, Yomif Kejelcha che parte ai 500 metri e resiste alla rimonta dello statunitense Ryan Hill che, nella volata per l’argento, beffa sul filo di lana il keniano Augustin Kiprono Choge. Tempo del vincitore: 7’57”21 Una lunga volata quella dell’etiope, dopo 2 km a ritmo di scampagnata, fina che l’atleta di Gibuti prende l’iniziativa; rimane ai piedi del podio il favorito, il marocchino Abdelaati Iguider.
Matthew Centrowitz fa esplodere l’Oregon Center interpretando alla grande i 1500 metri e correndo in scia al neozelandese Nicholas Willis, a sorpresa protagonista di una gara di testa già ai -500 metri, lo batte nel rettilineo d’arrivo, resistendo anche allo sprint del ceco Jakob Holusa che precede Willis e porta a casa l’argento. Il tempo finale non è un granchè, 3’44”22, finisce nelle retrovie uno dei protagonisti annunciati, Ayanleh Souleiman di Gibuti, addirittura 9°.
La sorpresa più grande arriva nei 60hs, dove Omar McLeod, giamaicano, mette in fila i due favoritissimi francesi Pascal Martinot-Lagarde e Dimitri Bascou, vincendo in 7”41; Martinot-Lagarde inizia a mostrare una sorta di “sindrome Powell” nei momenti importanti.
Gli 800 donne sono appannaggio dell’atleta del Burundi Francine Niyonsaba che lascia la compagnia a metà gara con un impressionante cambio di ritmo, per poi chiudere in 2’00”01; cerca di rispondere, ma non ci riesce l’atleta di casa Ajee Wilson, che a quel punto conserva le energie per lo sprint vincente per la piazza d’onore che strappa alla keniana Margaret Wambui.
Avvincente e di livello medio-alto la gara di salto in lungo con il successo di Marquis Dendy, quotato americano che vince con 8,26, un solo centimetro meglio del rinato australiano Fabrice Lapierre al record oceanico, mentre è terzo il cinese Changzhou Wang che all’ultimo balzo con 8,21 porta a casa un bronzo inaspettato. In sei superano gli 8 metri e non è una cosa frequente ultimamente.
Le staffette del miglio chiudono il programma con la doppietta USA; le ragazze si impongono in 3’26”38 precedendo Polonia e Romania, con la Giamaica che paga la caduta della seconda frazionista.
Tra gli uomini il successo è altrettanto netto in 3’02”45, con la lotta per la piazza d’onore tutta caraibica vinta dalle Bahamas su Trinidad&Tobago. Questa volta è il Belgio, forse spintonato, a perdere il testimone in terza frazione.
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gianluca.pessoni@oasport.it