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Atletica: Tamberi il personaggio per rilanciare un movimento dalle troppe falle evidenti. Cresce Zenoni

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Si sono svolti nello scorso fine settimana nel palasport di Ancona i Campionati Italiani indoor, giunti alla 47ma edizione.

L’atletica azzurra che poche soddisfazioni ha regalato al nostro Paese negli ultimi anni, per molteplici ragioni, deve mettere in moto un processo di risalita rapida non più rinviabile per tornare a far appassionare gli sportivi, come merita la regina degli sport e come, ahinoi, non succede da molto tempo. Sono lontani i periodi delle prime pagine dedicate ai vari campioni che hanno portato in altro il tricolore e piange il cuore vedere ignorati avvenimenti che in passato caratterizzavano dibattiti non esclusivamente condotti dagli “addetti ai lavori”.

Il weekend marchigiano ha offerto diversi spunti di segnalazione; ovviamente una specialità, anzi un nome su tutto, Gianmarco Tamberi. Indipendentemente dall’assenza di Marco Fassinotti, validissimo atleta di valore internazionale, il padrone di casa merita un discorso a parte.

Il motivo è da ricercarsi nelle righe sopra esposte, Tamberi, oltrechè un grande saltatore, è un personaggio di cui si sentiva assolutamente il bisogno in questo periodo storico; lo si è visto già ad Ancona dove le tribune erano stracolme di tifo ribollente. Il suo caricarsi nei momenti importanti, la sua vena istrionica, financo la mezza barba sono strumenti che funzionano e bucano lo schermo.

Ovviamente ci vogliono i risultati e quelli stanno arrivando, il 2,36 di domenica scorsa sono dimostrazione di una continuità straordinaria, con una tecnica perfetta tale da far immaginare un 2,40, già sfiorato, come fattibile a breve; alzi la mano chi un anno fa avrebbe scommesso su un’eventualità del genere.

Tamberi è tra i grandissimi favoriti per i prossimi mondiali di Portland, inizialmente non programmati, in un percorso che si auspica lo porti fino a Rio sulle ali dell’entusiasmo e Fassinotti è un’altra carta pesante per far saltare il banco. Unitamente a Silvano Chesani, opaco agli Assoluti, l’Italia vanta una batteria di altisti di livello mai visto; aggiungendoci un’Alessia Trost sempre più convincente si può affermare senza dubbio alcuno che il salto in alto è al momento il settore migliore della nostra atletica.

Ad Ancona hanno brillato anche giovani che rappresentano un’iniezione di fiducia per il futuro a medio-lungo termine; innanzitutto ha impressionato Marta Zenoni, il solo fatto di aver conquistato due titoli a 16 anni è significativo, ma la gara degli 800 è stata un capolavoro. A 24 ore di distanza dalla vittoria sulla doppia distanza ha giocato al gatto col topo con le avversarie, tra l’altro di buon livello, fulminandole con un gran rettilineo, cosa inusuale per un’atleta normalmente abituata a fare la gara di testa dal primo metro.

Marta è un diamante che le mani dei tecnici dovranno plasmare perché ci sono i prodromi per un futuro brillante, anche se è giusto non metterle pressione addosso.

La personalità della bergamasca l’ha mostrata anche Yemaneberhan Crippa che ha vinto i 3000 dopo una grande stagione nelle campestri, di cui è bi-campione europeo under 23; su pista sarà da scoprire passo dopo passo.

Va aggiunta anche Ayomide Folorunso, ottima vincitrice dei 400 con personale demolito e possibile presenza già a Rio, ove si intende qualificare la staffetta del miglio, con Libania Grenot, Chiara Bazzoni, la rientrante sulla distanza Marta Milani e altre atlete è un percorso fattibile e dietro c’è Ilaria Verderio, ieri assente, che preme.

Parlando non più a livello anagrafico ma di settore, i salti sono in genere le specialità in cui l’Italia sta meglio, considerando anche il triplo uomini con Fabrizio Schembri, rientrato molto bene, e Fabrizio Donato sempre costanti su buoni livelli. Il ritorno agli allenamenti di Daniele Greco fa sperare che il terzetto azzurro torni competitivo a livello internazionale. Meno bene il triplo femminile dove attendiamo Simona La Mantia più in palla, in attesa di Benedetta Cuneo.

Asta e lungo hanno confermato i livelli attuali, al momento distanti dal gotha mondiale, sia a livello maschile che femminile.

A parte Zenoni e Crippa, risulta difficile analizzare il mezzofondo per un duplice motivo; il primo, insito nelle gare indoor, è la possibilità di gare limitata ai 3000 metri, inoltre diverse assenze hanno condizionato questi ultimi mesi.

Nella velocità qualche squillo è arrivato dal settore femminile, in particolare nei 60 ostacoli con la conferma di Giulia Pennella sotto il minimo per Portland una volta di più e con delle belle gare nei 60 piani, dove ha vinto la brava Ilenia Draisci, si sono apprezzati il rientro di Audrey Alloh e la crescita dell’italo-ivoriana Zaynab Dosso, ma a livello cronometrico la migliore è stata Irene Siragusa in semifinale, col suo nuovo personale, un’ atleta, la toscana, sempre in progresso da 2 anni a questa parte. Stante una Gloria Hooper già qualificata per i Mondiali, e aggiungendoci Anna Bongiorni, anche in questo caso la staffetta veloce, sempre in miglioramento nelle ultime stagioni, un pensierino alle Olimpiadi può farlo.

Meno positiva la situazione in un campo maschile con tante assenze, che però applaude il rientro vincente di Michael Tumi a buoni livelli, unito a quello di Emanuele Abate negli ostacoli. Matteo Galvan, invece, non è certo soddisfatto dei suoi 400 metri a livello di tempi e a livello di quattrocentisti e di staffette in genere il Bel Paese non pregusta un avvenire roseo tra gli uomini.

Lo stesso si può dire nei lanci, dove siamo molto lontani dal competere ad alti livelli, al di là dell’impegno di Chiara Rosa e di una nuova rivalità in campo maschile, il peso si è fermato su fettucce inferiori alle distanze che contano e non è che nelle altre discipline omologhe le cose siano molto diverse; certo vi sono all’orizzonte Sidney Giampietro e Carolina Visca ma è giusto dar loro tempo di crescere con calma.

Ora gli obiettivi sono puntati sulla capitale dell’Oregon dove, tra meno di due settimane, alcuni azzurri saranno al via dei Campionati del Mondo. Sarà una selezione molto contenuta nei numeri, ma in grado di puntare anche ad un paio di medaglie, a 4 anni dall’ultimo alloro della grande Antonietta Di Martino.

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gianluca.pessoni@oasport.it

Foto: Pagina FB Marta Zenoni

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